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Manifesto-"La riforma Moratti va cancellata" I deputati rilanciano

SINISTRA E SCUOLA "La riforma Moratti va cancellata" I deputati rilanciano "E' necessario un segnale forte e chiaro della volontà di cambiare strada, di segnare una linea di demarcazione rispetto a...

01/07/2005
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il manifesto

SINISTRA E SCUOLA
"La riforma Moratti va cancellata" I deputati rilanciano
"E' necessario un segnale forte e chiaro della volontà di cambiare strada, di segnare una linea di demarcazione rispetto alle politiche di centrodestra sulla scuola". Recita così un documento approvato dai deputati dell'Unione della Commissione Cultura alla Camera. Ci sono le firme di tutti: Titti De Simone di Rifondazione, Alba Sasso e Giovanna Grignaffini dei Ds, Severino Galante del Pdci, Mauro Bulgarelli dei Verdi, Roberto Villetti dello Sdi, ma soprattutto Andrea Coloasio e Antonio Rusconi della Margherita. Non è un segreto per nessuno, infatti, che l'opposizione sta cercando di trovare la quadra sul versante della scuola. Le opinioni sono diverse, c'è chi ritiene che uno dei primi atti di un eventuale governo di centrosinistra dovrebbe essere quello di abolire la riforma Moratti, c'è chi invece è più cauto su questo punto e pensa a una drastica riforma. Diverse posizioni si scontrano ad esempio sull'obbligo scolastico e sulla difesa ad oltranza del tempo pieno. Ora il documento approvato dai deputati pone alcune direttrici chiare: "noi riteniamo che la legge 53 (la riforma Moratti, ndr) vada cancellata", dice senza mezzi termini il documento. E pone una serie di punti "da sottoporre a un ampio dibattito" nel corso della riflessione sul programma. Nell'ordine: l'innalzamento dell'obbligo scolastico - 16 anni entro i primi 100 giorni della nuova legislatura e 18 entro la legislatura, da espletarsi entro il sistema dell'istruzione; l'istituzione di un biennio unitario per le superiori, che escluda ogni forma di canalizzazione di alternanza scuola-lavoro; la valorizzazione degli istituti tecnici; un sistema qualificato di formazione professionale regionale; la destinazione di almeno il 6% del Pil alla scuola e alla formazione. e poi, la lotta alla precarietà che passi per un piano programmatico di immissioni in ruolo che copra i posti vacanti