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Manifesto-La scuola firma, contratto rinnovato

La scuola firma, contratto rinnovato Chiuso l'accordo dopo 16 ore di trattativa: 100 euro di aumento in media per i docenti, 66 per gli Ata. I sindacati si dichiarano soddisfatti, tranne Cobas e Cub...

23/09/2005
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il manifesto

La scuola firma, contratto rinnovato
Chiuso l'accordo dopo 16 ore di trattativa: 100 euro di aumento in media per i docenti, 66 per gli Ata. I sindacati si dichiarano soddisfatti, tranne Cobas e Cub. Il ministro Moratti: "Più vicini agli stipendi europei"
CINZIA GUBBINI
Ci sono volute sedici ore di rush finale. Poi l'altra notte, alle tre, l'inchiostro ha siglato l'accordo tra sindacati e Aran per il rinnovo del contratto della scuola. Scaduto da due anni. Inutile sottolineare che in quelle ore il ministro dell'Economia Siniscalco dava forfait. E' invece utile sottolineare, alla luce di quanto sta accadendo in via XX Settembre, che la realizzazione di una parte del contratto è legata all'approvazione della finanziaria. Come dire, una bella scommessa. Un buon contratto? Viste le condizioni generali e la chiusura dell'Aran fin qui registrata, aver firmato il contratto è già una vittoria. Le interpretazioni, ovviamente, sono discordi. Si dichiarano soddisfatti i sindacati che hanno chiuso un accordo "lungo e difficile", dunque i confederali, Snals e Gilda. Parlano di un contratto "elemosina" Cobas e Cub. Il ministro dell'istruzione Moratti dice, addirittura che "siamo vicini agli stipendi europei". "Piena soddisfazione" è stata espressa dal segretario della Cgil Guglielmo Epifani.

Il contratto riguarda circa 881 mila docenti e 253 mila amministrativi e tecnici. L'aumento medio mensile per i docenti è di circa 100 euro. La fascia che guadagna di più è quella che racchiude i i docenti laureati che insegnano alle superiori e hanno 35 anni d'età (123,80 euro). Guadagnerà 109, 97 euro in più un docente nella stessa condizione ma con solo un diploma in tasca. Sono inoltre previsti 14 euro mensili di incremento per i Fondi di istituto, ma l'aumento è legato agli impegni presi dal governo in finanziaria, dunque è tutto da vedere. Per gli Ata l'aumento è di circa 66 euro. La cosa positiva, per entrambe le categorie, è che gli aumenti previsti ricadono per la maggior parte sullo stipendio base - assicurando quindi benefici sulla pensione e sulla tredicesima. Ci sono poi da considerare gli arretrati: si parla di una media di 1.500 euro per gli insegnanti e di 1.200 per gli Ata. Una buona somma, anche se come è evidente il periodo di "vacanza contrattuale" è fofettario. Non un buon segnale se è vero, come ieri ripetevano tutti, che quello della scuola è il "contratto apripista" per gli altri 16 accordi del comparto pubblico ancora da siglare.

Quando arriveranno gli aumenti nei portafogli dei docenti? L'Aran ha fatto sapere che gli aumenti "per una prima tranche dal 1 gennaio 2004 e per una seconda tranche dal 1 febbraio 2005". I sindacati chiedono a gran voce che il contratto sia formalizzato il prima possibile, senza cedere il passo a lacci burocratici: "Ora il governo non si inventi altre scuse: vogliamo tempi brevi per i controlli di rito e vogliamo gli aumenti in busta paga già a partire dal mese di dicembre 2005 - ha detto il segretario della Flc Enrico Panini - Il governo non si sogni di ridurre e mettere mano, con la Finanziaria per il 2006, agli incrementi retributivi automatici dei lavoratori della scuola. Se dovesse dare concretezza alle intenzioni dichiarate si scontrerà con una stagione di lotta durissima". Analoga "minaccia" arriva dal segretario della Uil Massimo Di Menna. "Le acquisizioni contrattuali sono le migliori possibili rispetto al contesto generale - ammette Francesco Scrima della Cisl - Chiusa questa partita la battaglia continua nei confronti di una finanziaria in cui, secondo le anticipazioni, ci sarebbero tagli al personale, in una sana tradizione di continuità". Piero Bernocchi dei Cobas sostiene invece che il contratto si è chiuso "miseramente, con aumenti ridicoli, offensivi per docenti e Ata e per le loro condizioni di vita e di lavoro". I Cub annunciano l'astensione dal lavoro per il comparto scuola nell'ambito dello sciopero indetto il 21 ottobre contro la precarietà.