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Manifesto-La scuola pubblica ha toccato il fondo

La scuola pubblica ha toccato il fondo Mentre il ministro Moratti per la prima volta punta i piedi e definisce inaccettabili i tagli alla scuola previsti dalla finanziaria del suo governo, dec...

18/11/2004
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il manifesto

La scuola pubblica ha toccato il fondo
Mentre il ministro Moratti per la prima volta punta i piedi e definisce inaccettabili i tagli alla scuola previsti dalla finanziaria del suo governo, decine di migliaia di studenti manifestano contro la sua riforma in più di ottanta città
L.FA.
Ascuola si sta male, dicono le ragazze e i ragazzi che ieri sono scesi in piazza in tutta Italia. Decine di migliaia hanno risposto all'appello dell'Unione degli Studenti (Uds) per protestare contro la "privatizzazione del sapere". Vuol dire manifestare contro gli accordi del Wto in contemporanea con studenti di altri continenti - ieri si sono formati cortei in undici paesi europei - e nello stesso tempo contestare la riforma del ministro Moratti, chiedere più finanziamenti per la scuola pubblica, ma anche sfogarsi contro il clima sempre più pesante che si respira nelle classi. Non una manifestazione imponente, ma una serie infinita di piccoli e grandi cortei hanno attraversato più di ottanta città ("siamo in trecentomila" è l'ottimistica valutazione degli organizzatori). Da Torino a Barletta, da Milano a Brindisi, da Roma a Catanzaro, da Firenze a Belluno, da Campobasso a Cosenza, da Ferrara a Palermo, da Trieste a Napoli, dove è sfilato il corteo più numeroso, appena guastato da tafferugli scoppiati quando una guardia giurata è venuta in contatto con un gruppo di manifestanti.

A protestare ci mancava solo il ministro Letizia Moratti, che però forse questa volta sarebbe scesa in piazza volentieri contro i pesanti tagli alla scuola - "inaccettabili" li ha definiti sul Corriere della Sera - annunciati dal suo collega Siniscalco. Un cortocircuito governativo, una beffa, che lascia sconcertato Guglielmo Epifani, segretario nazionale della Cgil. "Quella della Moratti è una riforma sbagliata - spiega - perché come si vede, oltre ai difetti di fondo uniti all'assenza di investimenti, getta la scuola italiana, quindi lavoratori, ragazzi e famiglie, in una incertezza impressionante. Io credo che la scuola italiana stia toccando il fondo della sua storia centenaria". L'ex leader della Cgil, Sergio Cofferati, rilancia dicendo che di fronte a un attacco così esplicito al sistema dell'istruzione è necessario costruire iniziative pubbliche per contrastare un'idea di regressione. "I tagli sistematici prodotti dal governo nazionale alle risorse per la scuola e la ricerca - dice il sindaco di Bologna - hanno una pesante ricaduta sul sistema educativo e rendono difficile il mantenimento degli obiettivi di qualità dei servizi. L'accesso al sapere è alla base della crescita di ogni comunità democratica nel rispetto della Costituzione". Maria Chiara Acciarini, capogruppo Ds in commissione istruzione, invita la Moratti a smettere di sognare. "O lei è debole e non riesce a contrattare e si affida miracolosamente al ministro Siniscalco - afferma - oppure come ministro dell'Istruzione prenda atto di aver subito in tutti questi anni una secca riduzione delle risorse effettive disponibili". Le conclusioni le tira Titti De Simone, deputata del Prc: "Questo governo è allo sbando e se deve andare".

Sono proprio tempi duri per la scuola. La pessima riforma, certo. I tagli del ministro Siniscalco, sicuramente. Ma anche una lunga teoria di segnali preoccupanti che ormai dall'inizio dell'anno scivolano tra le pieghe della cronaca. Ci mancava solo l'ora di polizia, con delazioni scritte e spiate orali, una sperimentazione inventata da una scuola media di Torino. Chiamiamola "educazione alla legalità". Bulletti di quartiere, svalvolati che si abbassano i pantaloni, spacciatori e loschi figuri, gli alunni per sbarazzarsi di tutti questi fastidi da adesso potranno imbucare una letterina anonima destinata alla questura nell'apposita casella postale sistemata nell'atrio della scuola. Come se non bastasse, dopo aver setacciato tutte le scuole d'Italia con segugi antidroga sguinzagliati davanti ai cancelli, quest'anno i poliziotti sono stati invitati in cattedra in sei scuole di Torino per raccogliere confidenze.


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