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Manifesto: La scuola sulla strada

FINANZIARIA 7,3 miliardi in meno in tre anni. La scure del governo sugli insegnanti precari

21/10/2009
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il manifesto

Sara Farolfi
A tal punto tiene alla cultura del posto fisso, il nostro ministro dell'economia, che di qui a tre anni ha deciso di 'liberarsi' di circa 130 mila insegnanti precari. La «riforma» della scuola targata Gelmini e Tremonti - contenuta nella finanziaria che è approdata da qualche giorno in senato e che sarà approvata entro dicembre - 'taglia' la scuola pubblica di 7,3 miliardi: 1,6 miliardi nel 2010, 2,5 nel 2011 e 3,2 nel 2012. Con quali effetti sulla qualità dell'offerta formativa non è difficile immaginare, e con il paradosso che in alcune regioni questo passa persino in secondo piano considerando i problemi con cui ci si trova a fare i conti. La scuola privata invece può dormire sonni più che tranquilli: alla voce «scuole non statali» il bilancio è positivo per 4,2 milioni di euro.
Classi sovraffollate, aule «inidonee» a contenere tanti alunni, studenti «parcheggiati nell'atrio della scuola con i bidelli, perchè mancano i soldi per pagare le supplenze se un professore si ammala», questo raccontano le cronache di questo inizio di anno scolastico. Nella civilissima Torino il procuratore Guariniello ha aperto un'inchiesta in seguito a una denuncia del Codacons: solo 99 scuole su 1758 ha il certificato di prevenzione antincendio, altre 479 lo hanno chiesto, in tutte si deve fare i conti con i tagli e con l'aumento della popolazione scolastica. Ad Augusta, in Sicilia, i diciannove alunni di una scuola media da venerdì fanno lezione in palestra: infiltrazioni di acqua piovana dal tetto minacciavano la caduta di calcinacci, «e le altri classi sono già troppo affollate», ha spiegato la dirigente scolastica.
E fino a qui siamo all'ordinaria gestione di problemi di edilizia scolastica. Le cose non vanno meglio, come è facile immaginare, sul lato dell'offerta formativa. A Benevento, gli insegnanti precari denunciano classi più che sovraffollate (26-27 alunni), alcune con 5 alunni diversamente abili nella stessa aula. Il taglio di posti ha colpito pesantemente il sostegno - tanto è vero che il 50% delle risorse messe a disposizione dalla regione Campania per fare fronte all'emergenza scolastica sono state destinale proprio a questo capitolo - «così per tanti ragazzi con handicap anche gravi le 18 ore di sostegno assegnate dall'Asl locale sono diventate 9», racconta Daniela Basile, insegnante rimasta senza cattedra quest'anno. Insieme agli altri insegnanti precari, Daniela fa corsi di recupero gratis ai ragazzi di Benevento: «Abbiamo messo la nostra professione al servizio della comunità, e l'affluenza è decisamente in aumento». «Il governo non garantisce il diritto allo studio ai più deboli, è una vergogna», dice Antonella, insegnante precaria di Napoli.
Non ci sono molte strade per conciliare l'aumento della popolazione scolastica con i drastici tagli del ministro Gelmini. Una delle conseguenze è lo «sdoppiamento delle classi», che significa che quando manca il professore per gli alunni delle superiori viene ritardato l'ingresso a scuola o anticipata l'uscita, i più giovani invece vengono ripartiti su altre classi. «Con il risultato che perdono lezione loro e la fanno perdere alle classi dove vanno», sintetizza Alberto Ciullini, insegnante milanese e membro di Retescuole. I problemi, denunciano i professori, riguardano soprattutto le scuole medie. E ancora: le cattedre sono state ricondotte tutte a 18 ore settimanali che significa che dove, prima, con una cattedra di 11 o 12 ore si potevano avere altre ore a disposizione per i progetti formativi, da oggi questo non c'è più.
Che scuola avremo? «Una scuola più povera perchè offre di meno, e soprattutto una scuola che non può offrire a tutti le stesse possibilità», risponde Mario Piemontese (Retescuole). I sindacati si dicono pronti alla mobilitazione. Persino la Cisl, in questi mesi più che dialogante, si dice pronta alla piazza il 31 ottobre, senza risposte dal governo. La Flc Cgil riunirà i suoi delegati giovedì, ma già nelle scorse settimane aveva annunciato mobilitazioni. La situazione, è ormai sotto gli occhi di tutti, è destinata a peggiorare, i tagli nel 2011 e nel 2012 saranno persino più consistenti. E un destino analogo è segnato per l'università e per gli enti di ricerca: la finanziaria prevede un taglio di 652 milioni per l'università, 159 milioni per la ricerca, soprattutto quella scientifica. Il Coordinamento precari scuola di Roma «aderisce allo sciopero nazionale del 23 ottobre» condividendone i punti fondamentali di piattaforma e invita tutti i precari della scuola e i movimenti di studenti, genitori e lavoratori della conoscenza, alla costruzione di uno spezzone unitario all'interno della manifestazione che partirà da piazza della repubblica alle 10. In continuità con le iniziative sviluppate sino al 3 ottobre, il Coordinamento ha deciso di riconvocarsi per un'assemblea nazionale aperta a tutti i movimenti dei precari della scuola che si terrà il 23 ottobre, a Roma, alle ore 14,00 in via Galilei. L'obiettivo è quello di rilanciare un percorso unitario di mobilitazioni sul tema dell'istruzione e sulle prospettive di lotta contro i tagli e le controriforme che hanno investito l'intero mondo dell'istruzione. In questa direzione si è mosso il tentativo di costruire un assemblea unica e autorganizzata, includente anche le componenti del movimento che sono legate ai sindacati di base e che non fanno direttamente riferimento al cps nazionale.