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Manifesto-La strategia della retata

La strategia della retata "Operazione Virgilio", parla la pedagogista Clotilde Pontecorvo IAIA VANTAGGIATO Una retata in grande stile condotta manco ci si trovasse di fronte a un esercito di t...

02/10/2003
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il manifesto

La strategia della retata
"Operazione Virgilio", parla la pedagogista Clotilde Pontecorvo
IAIA VANTAGGIATO
Una retata in grande stile condotta manco ci si trovasse di fronte a un esercito di temibili Noriega. Che però hanno tra i 15 e i 18 anni, non vivono a Panama ma frequentano un liceo (statale) nel centro di Roma. Ne parliamo con Clotilde Pontecorvo, docente di psicologia dell'educazione alla Sapienza di Roma.

La "retata" al Virgilio, l'imminente ddl sulle droghe, l'incontro dei ministri europei a San Patrignano. C'è una connessione?

Sì ed è diretta. Altrimenti non ci sarebbe stata nessuna ragione perché l'"operazione Virgilio" venisse condotta in questo momento e con queste modalità. Altre se ne potevano trovare, diverse dall'uso di strumenti intimidatori, violenti e repressivi dei quali si sono fatti responsabili poteri pubblici e polizia. Né va sottovalutata la decisione dei ministri di incontrarsi in un luogo discutibile e discusso come San Patrignano - che non è legato né all'educazione né all'istruzione - e non in una sede istituzionale come sarebbe stato lecito attendersi.

Qual è - se c'è - l'obiettivo del governo?

Quello di preparare una cornice di "confusione", trovare qualche spinello in una scuola nota per il suo impegno e la sua tradizione educativa e poi affermare l'assoluta urgenza del disegno di legge voluto da An.

Disegno che, pare di capire, lei valuta negativamente.

Non sono favorevole alle droghe ma credo che la differenza tra quelle leggere e quelle pesanti vada mantenuta altrimenti si rischia un effetto boomerang. Molti insegnanti del Virgilio hanno dichiarato di sapere dell'esistenza di quegli spinelli ma non l'hanno giudicata cosa grave. E a ragione. Tra i giovani, spesso, si mette in moto un processo imitativo: la necessità di identificarsi col gruppo, di apparire più grandi. Ma è un processo che può essere disinnescato. Attraverso rapporti autentici, di fiducia e dialogo ma anche di conflitto purché palese. Con insegnanti e genitori. Un'operazione come quella del Virgilio distrugge tutto questo. Non credo nella repressione ma nelle regole discusse e elaborate. Forme di democrazia cui i giovani stessi devono poter contribuire. Quanto successo al Virgilio non aiuta certo questo processo di crescita. E "rompe" quella semplicità di rapporti che porta a non dover fingere né a nascondere.

A cosa si riferisce?

Alle dipendenze vere. Al tabacco ma soprattutto all'abuso di alcol sempre più frequente tra i giovani. E anche qui, sappiamo bene che proibizionismo e repressione non sono mai servite. Se i più giovani perdono la fiducia negli adulti, non ci sarà più modo di intervenire. E a essere più danneggiati saranno gli studenti delle famiglie più modeste, impossibilitati a parlare coi genitori e poco fiduciosi verso gli insegnanti.

Al Virgilio, la polizia è intervenuta dopo l'esposto di alcuni genitori. Come lo spiega?

Omologazione al senso comune ma anche ruolo dei media che alimentano allarmismi ai quali non si sa rispondere in modo razionale. Infine, il passaggio dei figli all'adolescenza è per i genitori molto delicato poiché coincide con il loro passaggio alla mezza età.