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Manifesto-La sveglia degli studenti

La sveglia degli studenti In migliaia sfilano a Napoli. E Confindustria attacca il governo: "Spesa scandalosamente bassa" FRANCESCA PILLA NAPOLI Il sole alto nel cielo, il clima mite e gli stude...

06/11/2003
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il manifesto

La sveglia degli studenti
In migliaia sfilano a Napoli. E Confindustria attacca il governo: "Spesa scandalosamente bassa"
FRANCESCA PILLA
NAPOLI
Il sole alto nel cielo, il clima mite e gli studenti napoletani in magliette a mezze maniche che si sciacquavano la testa con bottiglie d'acqua davano l'impressione di una tranquilla giornata primaverile. Invece siamo a novembre e l'anno scolastico è ancora davanti a loro con le sfide che si ripropongono di affrontare: in Campania aprendo una vertenza sul diritto allo studio con le istituzioni, a livello nazionale contro la riforma Moratti. Reddito sociale studentesco, sussidi per l'acquisto dei libri di testo (attualmente previsti solo per le famiglie con un reddito annuo di 5.000 euro), agevolazioni sul costo degli abbonamenti per i trasporti pubblici, una "card" che permetta l'accesso gratuito alle manifestazioni culturali organizzate dagli enti locali. Con queste richieste e un lunghissimo corteo che non si vedeva da tempo a Napoli, sono scesi in piazza l'Uds, gli Studenti in movimento, l'area degli Studenti sempre ribelli. Al loro fianco i disoccupati organizzati che chiedevano invece quel reddito di cittadinanza tagliato fuori dal bilancio in deficit della regione. Per alcune ore hanno percorso le strade del centro fino ad arrivare alla sede della regione Campania di via Santa Lucia, dove gli organizzatori urlando - per tentare di superare la musica che pompava dal camioncino del sound system - hanno annunciato che "60.000 studenti in corteo dicono basta alla politica della Moratti". Un po' di esagerazione nei numeri della piazza, ma di fatto migliaia di ragazzi hanno manifestato un dissenso profondo per quel progetto di scuola-azienda che li divide "in studenti di serie a, e studenti di serie b".

Così sono arrivati da tutta la provincia di Napoli, da Barra, Ponticelli, Portici, Pozzuoli, e da quasi tutti gli istituti medi cittadini, mentre in diverse città contemporaneamente hanno organizzato piccole proteste e presidi. A Salerno sono comunque scesi in piazza duemila studenti, e più o meno è successo solo questo a Firenze. Un coro unanime: "La Moratti non va". E se qualcuno non ne comprendeva bene i motivi c'era di fianco un compagno a spiegare il senso della manifestazione. "Questo governo calpesta l'articolo 34 della costituzione ogni giorno, perché il diritto allo studio non è di tutti", ha detto Nicola, del Margherita di Savoia. Più precisi sulla vertenza aperta con la regione Ivan e Gabriel, rappresentanti dei movimenti dell'area disobbediente: "Chiediamo al presidente della regione Bassolino che il diritto allo studio sia messo al centro dell'agenda politica locale e si modifichi la legge Moratti com'è avvenuto in Emilia Romagna".

E ieri una delegazione di studenti napoletani erano a un passo dal dire quello che pensano direttamente alla signora Letizia collegata in videoconferenza per il convegno "Orientagiovani" nella Città della scienza di Bagnoli. Non c'è stato nulla da fare gli invitati ai lavori erano tutti forniti di pass nominali. "Il ministro dell'istruzione sceglie sempre gli studenti a modo suo", è stato il commento del gruppo in presidio fuori la sala conferenze. Ma questa volta sembra non aver scelto proprio in maniera oculata: dopo l'intervento registrato della Moratti da più lati della platea si è levato un coro di fischi. Il ministro quindi è stato bacchettato anche da destra, più precisamente dalla Confindustria che ha definito "scandalosamente bassa" la spesa per gli studenti universitari italiani. Secondo Silvio Fortuna, delegato per l'Education di viale dell'Astronomia, la spesa pubblica non mette in grado i giovani di competere con gli studenti europei e non garantisce autonomia agli atenei. Per sostenere questa tesi la Confindustria ha snocciolato un po' di dati: l'Italia investe in formazione ed istruzione il 6% del Pil, una cifra analoga a quella degli altri paesi europei, ma la spesa per l'università resta tra le più basse, 7.500 dollari per studente contro una media europea di 9.700 dollari. Per non parlare del rapporto docenti-studenti che è di 1 a 24, mentre in Francia è di 1-17, in Finlandia 1-16 e in Germania di 1-12. Bassissimo poi il numero degli alloggi universitari disponibili (2%): nell'Ue oscilla tra il 10 ed il 20%. Infine soltanto 12 studenti italiani su 100 ricevono aiuti per i loro studi contro il 90% dell'Olanda, l'83% della Finlandia, il 45% della Francia il 40% dell'Irlanda. "Investire di più - ha detto Fortuna - significa controllare meglio l'esito dell'investimento del Paese per l'Università. Per il bene di tutti, dei giovani in primo luogo ma anche delle imprese e dei lavoratori, questo paese ha ancora bisogno di crescere di diventare più competitivo, più forte sul terreno sociale ed economico". Da parte sua Letizia Moratti ha annunciato che per stimolare "l'incontro tra la scuola e il mondo del lavoro", addirittura verranno previsti sgravi fiscali per chi accetta di assumere uno studente, come se l'ampia gamma della flessibilizzazione contrattuale non bastasse.