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Manifesto: Le «fesserie» governative non scoraggiano i precari

I prof accampati sotto al Pirellone, spiragli per le civiche

17/09/2009
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il manifesto

Mariangela Maturi
Evidentemente, e i fatti non lo smentiscono di certo, qualche centinaio di precari non valgono abbastanza. Che siano in tenda sotto la pioggia o su un tetto sotto il sole cocente, sembra impossibile risolvere la questione senza tirare in ballo contratti di disponibilità o supposte norme «salva-precari». Però, se interviene niente di meno che il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, magari c'è qualche chance in più. Ad un incontro con i pensionati (beata pensione, più o meno siamo in tema...), Epifani ha definito «fesseria» la nuova trovata del sussidio di disoccupazione per i precari. «Sarebbe stato meglio fare lavorare questi docenti per tenere le scuole aperte nel pomeriggio e per non far classi con più di 30 alunni». Già. Concordano in pieno, e da settimane, gli insegnanti precari che ormai hanno messo radici davanti al Provveditorato, tra gazebi e tende. «Oggi torniamo sotto la Regione Lombardia - spiegano chiedendo di essere ricevuti dall'assessorato all'istruzione. Dopo anni di lavoro nelle scuola, non accettiamo di essere utilizzati come tappabuchi». Dopo l'accordo Gelmini-Formigoni, che ha fatto scuola, il problema dei precari è tale e quale a prima. Anna, una precaria a cui è stato rinnovato l'incarico almeno per quest'anno, racconta: «E' pazzesco. I contratti di disponibilità non hanno nulla a che vedere con l'insegnamento, che presuppone un contatto costante con gli studenti. E poi, i quattrocento insegnanti confermati quest'anno non sanno dove finiranno a settembre del prossimo anno. La situazione è tragica». Verso il corteo nazionale del 3 ottobre indetto dal «Coordinamento precari scuola» (di cui il «3 ottobre» milanese fa parte), nei prossimi giorni una delegata del presidio di Roma verrà a visitare il campeggio di via Ripamonti. Intanto, sotto la pioggia battente di questi giorni non ci sono solo i precari, ma anche un centinaio di studenti dei licei civici milanesi. Stavolta, l'istituzione colpevolmente coinvolta è il Comune, che ha scelto di chiudere baracca e burattini perché le serali costano troppo. A tal proposito, vi invitiamo a prendere visione degli stipendi dei dirigenti di Palazzo Marino, segnalati sul sito del Comune a seguito dell' «Operazione trasparenza» di Brunetta. Compenso medio 120mila euro l'anno. Amen. A stressare l'assessore Moioli, ci si mette anche il voto del consiglio di zona 1, che l'altro ieri ha richiesto all'unanimità di riaprire le iscrizioni per le serali, in attesa della mozione che sarà proposta oggi in consiglio comunale. Per l'occasione, gli studenti hanno convocato un presidio per oggi pomeriggio dalle 16 in poi in piazza della Scala (ieri si sono prodotti in un blocco stradale). Dopo lo sgombero dell'altra mattina (una sceneggiata con tanto di camionette della polizia in assetto antisommossa per una ventina di studenti che dormivano nella loro scuola) i ragazzi perseverano: «Finché non ci danno le risposte che chiediamo, non ce ne andiamo», spiega una di loro. Tendine canadesi discretamente montate sul marciapiede. «Erano un po' allagate - racconta - ma non importa». E a proposito di Comune, torniamo su un'altra questione: gli asili e le materne. Altra gatta da pelare. Mentre l'assessore Moioli fa la gnorri con il suo «Io non ho ricevuto mail di protesta», i genitori continuano a lamentare disagi nelle scuole. Saranno tutti troppo apprensivi? Non pareva così l'altra sera alla riunione dei genitori dei 1500 bambini che frequentano i 56 nidi in appalto alle nuove cooperative: «Ci stiamo organizzando sia per incontrare le cooperative e i singoli consigli di scuola, sia per continuare a segnalare i problemi all'assessore - racconta una mamma - La dichiarazione della Moioli ha scatenato un coro di proteste, perché i disagi ci sono, eccome». Chi più ne ha, più ne metta.