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Manifesto: LEGGE SICUREZZA, BAMBINI STRANIERI SENZA IDENTITÀ

Non basta indignarsi per questa ignominia

03/07/2009
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il manifesto

L'introduzione del reato di clandestinità sancisce per legge un crimine che colpisce come tale una condizione meramente materiale e spesso indipendente dalla libera volontà del soggetto. Si tratta di una visione orientata a ridurre a reato ogni status di non omologazione alle normazioni che prevedono l'esclusione dallo spazio sociale di chi non è in possesso dei requisiti minimi per abitarlo, almeno alla luce del sole: censo, nazionalità, razza, cultura ma anche pensiero politico difforme dall'egotismo egoistico di massa; insomma, tutti coloro che per qualche motivo radicale non riescano, o non debbano, entrare o muoversi a loro agio nella palude del consumo di massa.
Il significato simbolico della norma è evidente: non è il reato di clandestinità che viene sancito, ma quello di essere dalla parte sbagliata dell'umanità, quella che non potrà mai essere titolare dei diritti che fanno di ogni «nuda vita», come diceva Benjamin, la scaturigine stessa del Sacro. Questa esclusione dai diritti di una parte importante e crescente di quanti cercano nelle nostre città miglior fortuna vuole significare che il buco nella diga dei diritti fondamentali è stato aperto e, una volta praticata una falla, il resto potrà crollare in tempi brevi.
Il fatto che i bambini figli di immigrati clandestini non potranno avere diritto all'identità racchiude tutta la portata biopolitica del provvedimento che, come già analizzava Foucault, vede la politica attuale, quella generata non dalle votazioni popolari ma dai consigli di amministrazione delle multinazionali, gestire i corpi a seconda della plusvalenza che se ne potrebbe ricavare, «potenziando» o «deprimendo» la vita a seconda di queste circostanze.
Qualche deputato, dell'opposizione e della maggioranza, ci ha chiesto in questi giorni cosa si possa fare per arginare la barbarie che condanna i corpi e la loro condizione materiale come fossero un delitto commesso contro la società. La risposta non è semplice quanto vorrebbe questa politica in crisi di identità. Forse tra qualche mese possiamo suggerire di dare un'occhiata all'affollamento delle procure o all'aumento esponenziale che certamente ci sarà del traffico di esseri umani e dunque di lavoro clandestino, vera ragione economica della scelta scellerata.
Non basta indignarsi per questa ignominia, ma bisognerebbe aprire una sede di confronto tra forze interessate alla revisione dell'impianto stesso del pacchetto e coloro i quali hanno espresso in questi mesi fortissime obiezioni, perdipiù basate sul rispetto delle convenzioni Onu. Noi siamo pronti a raccogliere le firme per una iniziativa di legge popolare finalizzata ad abrogare in toto il pacchetto sicurezza e a rilanciare un'idea della politica come riapertura degli spazi di socialità a partire da quelli che prevedono l'inclusione dei più deboli, scuole, ospedali, rilancio degli Obiettivi del millennio, che oggi vedono il nostro paese spendere più per il G8 che per tutti gli aiuti agli impoveriti del mondo, a fronte delle altissime spese militari.
Da parte nostra, come la bambina di «pattini d'argento», cerchiamo con la voce di migliaia di cittadini che hanno già firmato la petizione contro la negazione dell'identità ai bambini figli di immigrati clandestini contenuta nel pacchetto sicurezza, di mantenere il nostro dito nel buco della diga affinché non crolli del tutto.
Raffaele K. Salinari *
Presidente Terre des Hommes