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Manifesto-Moratti "scippa" anche l'assemblea di istituto

Moratti "scippa" anche l'assemblea di istituto Il ministero mette i paletti alle ore di discussione degli studenti. Oggi due cortei, a Napoli e Firenze La vecchia cara assemblea di istituto potrebb...

05/11/2003
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il manifesto

Moratti "scippa" anche l'assemblea di istituto
Il ministero mette i paletti alle ore di discussione degli studenti. Oggi due cortei, a Napoli e Firenze
La vecchia cara assemblea di istituto potrebbe andare presto in soffitta. E molti studenti se ne sono già accorti. Una nota dell'ufficio legislativo del ministero dell'istruzione risalente al maggio scorso, interpreta infatti in modo molto discutibile il testo unico della legislazione scolastica, sostenendo che le assemblee non sono momenti didattici e quindi vanno "recuperate" al fine di raggiungere i 200 giorni all'anno di lezione. Essendo uscita a maggio, mese in cui inizia il "calo" delle assemblee fino al termine della scuola, la nota ha cominciato a mostrare i suoi effetti solo all'apertura del nuovo anno scolastico. E così qualche direzione regionale ha cominciato a inviare lettere per ricordare che la nota dell'ufficio legislativo obbliga a recuperare le ore di lezione "perse" nelle assemblee studentesche, e qualche preside ha cominciato di conseguenza a fare problemi per concedere le ore di discussione agli studenti.

L' Unione degli studenti (Uds) ha denunciato il tentativo di scippare il diritto d'assemblea agli studenti, questione che sarà al centro dei cortei che oggi invaderanno Firenze e Napoli (dove il ministro Moratti parteciperà a un convegno, e avrà il suo benvenuto), e che il 14 si moltiplicheranno in altre città tra cui Roma e Milano. In una nota inviata al ministero dell'istruzione, l'Uds mette i puntini sulle "i" rispetto al diritto d'assemblea: innanzitutto spiega che la storia dei 200 giorni obbligatori di didattica è tramontata con l'arrivo dell'autonomia, che - spiegano gli studenti - è ormai articolata sul monte ore annuale. Ma non è neanche questo il punto, che equivarrebbe a ammettere che le assemblee possano essere recuperate rimanendo qualche ora in più sui banchi.

Il punto è che l'assemblea d'istituto è un diritto degli studenti. La nota del ministero dice addirittura che è un diritto "facoltativo". Sì, facoltativo è esercitarlo, non concederlo. Ma di fatto dall'invio della nota nelle scuole superiori sta lentamente scomparendo la possibilità di prendere qualche ora per studiare le dinamiche della democrazia di gruppo, e per interrogarsi, foss'anche svogliatamente, su un tema deciso collettivamente, o magari dai rappresentanti di istituto. Ma si sa, anche i rappresentanti di istituto rischiano di essere una figura "da rinnovare", secondo l'impostazione di Moratti e discepoli. E infatti, Ferdinando D'Aniello dell'Uds di tutta questa storia dà un'interpretazione affatto peregrina: "Questo atto, emanato in sordina, anticipa di fatto la riforma degli organi collegiali, che prevede la facoltà del preside, e non più degli studenti, di indire assemblee di istituto. In questo modo, si prepara il terreno.

Intanto il 20-30% degli studenti non farà più assemblee di qui a poco, e poi arriverà la riforma. Sembra proprio che il ministero abbia imparato come difendersi dalle critiche degli studenti, esplose sulla proprosta di riforma scolastica del ministro. Ora le riforme si somministrano a piccole dosi".

L'antidoto potrebbero essere le manifestazioni indette dall'Uds, che promette "un autunno caldo". E non soltanto sul tema scottante delle assemblee, ma più in generale sul diritto allo studio che secondo un'indagine preparato dal sindacato degli studenti pare essere sempre più minacciato. Il 40% degli studenti arriva a spendere sino a 50 euro di tasse scolastiche, mentre un altro 40% si divide tra quelli che ne spendono fino a 75 e quelli che arrivano a psendere oltre 100 euro. Il costo dei libri di testo, secondo l'Intesa dei consumatori, sono aumentati in media dell'1,26% alle medie e dell'1,38% alle superiori. Sarà per questo che, secdondo il monitoraggio dell'Uds, quasi uno studente su due lavora, per lo più in lavori stagionali, e ovviamente per la maggior parte al nero (57%).

A questo va aggiunto che il 70% degli studenti riferisce che nella propria scuola non è possibile avere libri in comodato d'uso e che uno studente su tre non è informato circa la possibilità di ottenere borse di studio.