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Manifesto: «No ai presidi meridionali». Ma Galan si dissocia dalla Lega

Vicenza, mozione del consiglio provinciale: i posti siano riservati ai veneti

24/07/2009
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il manifesto

Orsola Casagrande VICENZA

Dopo il ragazzino napoletano costretto a cambiare scuola per gli insulti dei compagni («puzzi») Vicenza torna a far parlare di sé. Ancora la scuola al centro della polemica. Questa volta è un ordine del giorno del consiglio provinciale. Presentato dall'assessora all'istruzione, Morena Martini della Pdl, il documento chiede in sostanza che le posizioni di dirigente scolastico libere per il Veneto vengano coperte, attraverso dei correttivi di equità, da insegnanti veneti. In altre parole, siccome in Veneto le graduatorie regionali sono vuote (perché chi stava in graduatoria ha già avuto il posto), la paura del consiglio provinciale di Vicenza è che i 70 posti liberi vengano coperti da presidi provenienti da altre regioni, in particolare dal sud d'Italia. «Nessun razzismo - si è affrettata a sottolineare l'assessora Martini - solo un problema di equità e giustizia». Il documento è stato approvato da 26 dei 27 consiglieri presenti in aula martedì scorso. Molti del Pd. Una decisione che non è piaciuta alla presidente Pd al Senato, Anna Finocchiaro. «Qualunque sia la ragione - ha detto - per cui il gruppo consiliare Pd ha votato a favore di questo documento mi pare ovvio che a nessuno dei nostri consiglieri possa sfuggire l'impatto simbolico che questa posizione politica produce in un paese sempre più diviso e sempre più percorso da derive antimeridionalistiche». Alla Finocchiaro si è aggiunta la senatrice MariaPia Garavaglia.
Secondo l'assessora Martini «il problema è questo: la regione Veneto ha 70 posti di dirigente scolastico da riempire ma nessuna graduatoria a cui attingere. Questo perché - spiega - noi abbiamo osservato le regole che prescrivevano, all'ultimo concorso del 2007, di occupare i posti liberi e prevedere una lista di riserva che non superasse il 10% dei posti liberi». Ma secondo l'assessora qualcuno in Italia «ha fatto il furbo. E così ci sono liste di riserva pari al doppio dei posti disponibili». Il risultato, insiste la Martini, «è che in Veneto arriveranno schiere di presidi da altre regioni. Non abbiamo nulla - dice - contro i presidi e gli insegnanti meridionali, ma questa situazione ovviamente mette in rilievo la condizione di svantaggio in cui si trova la nostra regione».
A dar man forte all'assessora provinciale vicentina è scesa in campo ieri anche la collega regionale all'istruzione, Elena Donazzan (An). «Non c'entra il razzismo - ha detto - ma è intollerabile che qualche furbo dentro la pubblica amministrazione scolastica abbia reso idoneo un numero di dirigenti ben superiore a quello previsto e ora li spedisca in giro per l'Italia, magari per farli rientrare l'anno dopo». Donazzan insiste nel dire che «la rabbia è dettata dal fatto che non ci sono regole e valutazioni uguali per tutti. Ho chiesto - dice ancora l'assessora regionale - al ministero di riformare bene anche la parte del reclutamento e dei concorsi e ho proposto una commissione nazionale con regole e valutazioni uguali per tutti e concorsi regionali». Donazzan conclude dicendo che «non si può gridare al solito Veneto razzista, questa è la dimostrazione che questa scuola va riformata del tutto». Il presidente della Regione Giancarlo Galan risponde indirettamente alla sua assessora rivelando che anche in casa Pdl non tutti la pensano allo stesso modo. «Per fortuna - ha detto - non ho sentito la proposta del consiglio provinciale di Vicenza. Abbiamo una dirigente scolastica che di sicuro non è di Asiago, ma è bravissima e io sono felice di averla qui con noi. L'origine - ha aggiunto - non è un criterio. Io ho un'altra idea della civiltà».
Alle iniziative estive di solerti amministratori risponde la Federazione dei lavoratori della conoscenza della Cgil nazionale e veneta. «Le cose - si legge nel comunicato diramato ieri - non stanno esattamente così». Il sindacato spiega che «In verità le leggi di sanatoria 296/2006 e 31/2008 hanno consentito agli idonei di tutte le regioni di poter accedere alla dirigenza scolastica: il numero degli idonei nelle regioni del sud, maggiore che nel nord, è dovuto al maggior numero di candidati che hanno partecipato al concorso grazie anche all'alto numero di ricorsi avverso le esclusioni accolte dalla magistratura per sospensiva. E non per una maggiore rigorosità della selezione». Il sindacato sottolinea anche che la scuola di regioni come il Veneto o la Lombardia «hanno ottenuto ottimi riconoscimenti nelle indagini internazionali e crediamo che un contributo a ciò sia stato dato anche da quell'alta percentuale di docenti e dirigenti meridionali che vi lavora».