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Manifesto: Numeri pericolosi. Le mani del governo sull'Istat

Dopo gli attacchi all'Istat sull'attendibilità delle cifre sulla disoccupazione, il governo si accinge a nominarne il nuovo presidente. Sul sito sbilanciamoci.info, un appello e le prese di posizione della comunità scientifica. E il seguente articolo, di un gruppo di ricercatori dell'Istat

19/07/2009
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il manifesto

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Il ministro dell'Economia ha esplicitamente ridicolizzato e delegittimato, davanti a milioni di telespettatori dei Tg nazionali, la più importante rilevazione dell'Istat, quella sulle forze di lavoro con cui si stima la disoccupazione e l'occupazione. (...) Le ragioni dell'attacco all'Istat non sono chiare ma certamente c'è la volontà di screditare i dati dell'Istat e in particolare convincere l'opinione pubblica dell'inaffidabilità della stima della disoccupazione. Poiché è certo che nei prossimi due anni il numero dei disoccupati non potrà che crescere, è più funzionale alla strategia di qualche ministro delegittimare l'indicatore ufficiale sull'occupazione e disoccupazione Istat per provare a fornire al pubblico qualche altro numero più addomesticato che suggerisca che la situazione del Paese in realtà stia migliorando invece che peggiorare. (...) . Sia Tremonti che il Ministro del Lavoro Sacconi hanno esplicitato pubblicamente di voler monitorare l'andamento dell'economia utilizzando informazioni alternative a quelle troppo «disfattiste» dell'Istat e della Banca d'Italia. Le critiche, disinvolte e ingiustificate, alle rilevazioni statistiche campionarie, talvolta definite impropriamente e dispregiativamente sondaggi, sono, infatti, state spesso accompagnate all'elogio dell'utilizzo di dati amministrativi dotati di virtù miracolose. (...).
I ripetuti attacchi all'Istat minano ulteriormente la credibilità di una istituzione che già vive da tempo una sua profonda crisi. Non c'è dubbio, infatti, che l'Istat sia in una situazione di particolare vulnerabilità. Ai problemi strutturali di scarsi finanziamenti si sono sommati seri problemi gestionali dovuti a dei vertici incapaci di affrontare la crescente complessità dei problemi emersi negli ultimi anni. (...). Un istituto di statistica più debole consente al governo di portare sino in fondo il suo disegno e la nomina del nuovo presidente, fortemente voluto da Tremonti, rischia di rappresentare l'inizio del ridimensionamento dell'autonomia dell'Istituto. In passato l'Istat, pur avendo subito qualche tentativo di invasione di campo da parte governativa, è riuscito a mantenere di fatto una considerevole indipendenza anche grazie alla professionalità e integrità del suo personale. Il futuro dell'Istat e della sua autonomia risiede proprio nelle mani di questo personale e, in generale, della comunità scientifica come dimostra l'immediata reazione che ha suscitato l'inaccettabile sortita di Tremonti alla Confcommercio. Mentre la risposta ufficiale del presidente dell'Istat alle accuse infondate e offensive del ministro dell'economia è stata, a dir poco inadeguata e la politica è rimasta colpevolmente distratta, una reazione si è avuta da parte della comunità scientifica e dai ricercatori dell'Istituto: oltre mille firme all'appello (pubblicato sul sito sbilanciamoci.info) a tutela dell'indipendenza dell'Istituto, che a giorni sarà consegnato al Presidente della Repubblica; la presa di posizione netta dell'Associazione italiana degli economisti del lavoro e della Società italiana di statistica.
* * * Un gruppo di ricercatori Istat (la versione completa dell'articolo sul sito www.sbilanciamoci.info)