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Manifesto: Obama promette: «Più fondi alla scuola»

USA Il presidente investirà oltre 4 miliardi

26/07/2009
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il manifesto

Matteo Bosco Bortolaso
NEW YORK
Oltre quattro miliardi di dollari per migliorare le scuole americane, facendole gareggiare in una «corsa verso l'alto», una «race to the top». È il piano annunciato giovedì dal presidente Barack Obama, che prevede di stanziare 4,35 miliardi che verranno assegnati in una competizione tra istituti scolastici. Oltre alla sanità, tornata sotto i riflettori negli ultimi giorni, l'istruzione rimane una priorità nell'agenda del presidente. «Riforma sanitaria, energia, regolamentazione della finanza: anche se riusciremo a sciogliere tutti questi nodi, l'America non avrà successo se non migliorerà l'istruzione», ha esordito il presidente illustrando il progetto. Obama è preoccupato perché «i posti di lavoro migliori andranno a chi è preparato meglio: negli Stati Uniti, in India, in Cina, poco importa». L'anno scorso il tasso di diplomati dalle scuole superiori americane si è fermato al 77%, al di sotto di parecchie nazioni industrializzate. La preparazione degli studenti statunitensi scarseggia nelle scienze e nella matematica. Obama ha invitato più volte non solo i prof, ma anche i padri d'America a rimboccarsi le maniche, evitando di lasciare i figli davanti a videogiochi e tv. E ha ricordato di «volere che mia figlia sia pronta tutte le mattine ad imparare».
Tutti si dovrebbero assumere più responsabilità, insomma. C'è poi un problema strutturale dell'istruzione americana. Esattamente come per la sanità, il sistema scolastico è frammentato in mille realtà locali, che ricevono fondi qui e lì, senza una supervisione generale. Non a caso una fetta dei fondi annunciati dal presidente servirà ad uniformare gli standard in 46 dei 50 stati dell'Unione. Gli obiettivi, ha spiegato Obama, sono sviluppare le abilità di «problem solving, creatività e altre abilità basilari». La «race to the top», che prevede stanziamenti ingenti agli Stati migliori, spingerà alla concorrenza tra gli istituti scolastici, ed in particolare tra le cosiddette «charter schools». Quest'ultime, nate da un movimento degli anni Novanta, ricevono i fondi pubblici ma sono in parte slegate agli standard delle public school tradizionali. Gli istituti - dalle elementari alle superiori - sono autonomi e si danno uno statuto (charter, appunto) nel quale vengono elencati gli obiettivi d'eccellenza. Professori e dirigenti sono spesso attivisti insoddisfatti delle scuole pubbliche tradizionali. E spesso pure i genitori fanno parte del consiglio di amministrazione delle charter school.
È un modello che piace alla Casa Bianca e al potente segretario all'istruzione di Obama, Arne Duncan, che dietro le quinte lancia messaggi chiari alle amministrazioni statali: se voi vi impegnate, noi vi aiuteremo. Prendiamo l'esempio nel Rhode Island, stato sulla costa orientale non troppo distante da New York. Lì, nelle settimane, scorse, si stava discutendo il possibile stanziamento di 1,5 milioni per due charter schools. I politici locali erano scettici. Duncan è intervenuto personalmente in giugno: «Stati come il Rhode Island, che pensano di sotto-finanziare le charter schools, si mettono in un enorme svantaggio - aveva spiegato - noi non pensiamo che sia una scelta saggia, e abbiamo intenzione di dirlo molto, molto chiaramente».
Dopo parole tanto chiare, il Rhode Island ha sbloccato i fondi. Il ministro, che si occupava di scuole nella Chicago di Obama, ha intenzione di combattere «stato per stato» e ha fatto pressioni anche in Indiana, Illinois, Tennessee e Massachusetts. «Daremo i soldi agli stati che puntano al miglioramento delle charter schools» ha spiegato Obama, indicando come a modello il Massachusetts. «Sarà una sfida per i governatori, per i professori e per i presidi, per le aziende, profit e non-profit», ha detto il presidente, rivolgendosi direttamente a loro: «Se migliorate le vostre scuole, vincerete i fondi». Per individuare le scuole meritevoli, il governo costruirà una banca dati che collega il rendimento di ogni studente ad un determinato insegnante. Se le performance saranno positive, le possibilità di raggiungere «the top» saranno più alte. I sindacati dei professori hanno espresso perplessità su questo metodo.