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Manifesto-Per la scuola domani si va in piazza

Per la scuola domani si va in piazza Tutto pronto per la manifestazione di Roma a sostegno del tempo pieno e di un'istruzione pubblica ferita dalla riforma Moratti IAIA VANTAGGIATO Dopo l'irri...

16/01/2004
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il manifesto

Per la scuola domani si va in piazza
Tutto pronto per la manifestazione di Roma a sostegno del tempo pieno e di un'istruzione pubblica ferita dalla riforma Moratti
IAIA VANTAGGIATO
Dopo l'irritante teatrino degli ultimi giorni - dall'amorevole letterina indirizzata da Letizia Moratti ai genitori a una circolare da tutti considerata illegittima sino alle (finte) dimissioni di Angela Napoli - la scuola scende sul piede di guerra e si prepara a dare battaglia. Con la grande manifestazione nazionale di domani in sostegno del tempo pieno e contro il decreto attuativo della riforma. Ma non solo. Le segreterie di Cgil, Cisl e Uil stanno infatti valutando l'eventuale impugnazione della circolare del ministero dell'istruzione che regola le preiscrizioni per l'anno scolastico 2004-2005 mentre la senatrice Maria Rosaria Maniere - responsabile scuola dello Sdi - si appella ai presidenti delle due camere perché intervengano richiamando governo e ministero dell'istruzione al rispetto del ruolo del parlamento e delle procedure legislative: "Emanare una circolare senza che le commissioni di camera e senato abbiano terminato l'iter di esame del decreto, con l'opposizione di tutti i sindacati e senza nessuna certezza sul finanziamento - afferma - serve solo a gettare fumo negli occhi delle famiglie".

"Esterrefatta" di fronte agli giochi di prestigio di Moratti, anche la reazione del Coordinamento nazionale in difesa del tempo pieno e prolungato: il decreto - secondo il Coordinamento - abolisce di fatto il tempo pieno che viene snaturato dalla frantumazione del tempo-scuola, dall'introduzione del tutor, dalla personalizzazione didattica e dalla frantumazione del gruppo classe.

Concorda Piero Bernocchi dei Cobas: "Quella circolare è un inganno talmente evidente che si sta rivoltando contro la stessa Moratti. La mobilitazione di domani va crescendo di ora in ora". L'inganno, per Bernocchi, starebbe soprattutto in quel falso tempo pieno dietro cui si nasconde la scissione tra mattinate dedicate alla didattica tradizionale, pomeriggi-doposcuola e, in mezzo, un servizio mensa abbandonato a se stesso: "Il tempo pieno è un'attività unitaria e didattica che comprende anche la dimensione del gioco e quindi della socialità".

Dello stesso tono il commento di Legambiente - "Con la riforma il tempo pieno viene cancellato e sostituito da un doposcuola" - che, dati alla mano dimostra come un numero sempre maggiore di famiglie facciano richiesta del tempo pieno. Le classi in cui viene praticato, infatti, sono cresciute - nell'ultimo anno - del 6% passando da 29.463 a 31.267 dell'anno in corso. Ma col nuovo decreto il tempo pieno scomparirebbe. La formula del 27+3+10, infatti, non fa quaranta: la programmazione dell'attività educativa costruita dagli insegnanti si limita a 27 ore. Durante le restanti 13, a seguire gli studenti potrebbe essere personale non docente se non - addirittura - soggetti esterni.

Legambiente non si ferma qui e snocciola dati inquietanti: i finanziamenti per le nuove tecnologie sono passati dai 116 milioni di euro del 2001 agli 81 del 2002. Per il 2003 la cifra si attesta su di uno zero a tutto tondo. Altro che informatica nelle scuole. In compenso aumenta il numero degli studenti mentre si riduce il numero delle classi (-0,1%), degli insegnanti (-2%), degli investimenti per l'offerta formativa (-30%). L'unico dato in crescita riguarda i finanziamenti alle scuole paritarie che passano dai 5 milioni di euro del 2001 ai 14 del 2003 (+17%).

"Una politica neppure troppo velatamente classista e a favore delle scuole private - commenta il Verde Bulgarelli - era prevedibile da un governo di destra ma il caos in cui viene gettata la scuola a causa di una visione dilettantistica, superficiale e inefficiente hanno messo a disagio anche l'elettorato e alcuni eletti di centrodestra". Che però resta ostaggio della riforma Moratti, l'unica iniziativa del governo "che non serve direttamente gli interessi del presidente del Consiglio".

E mentre in tutta Italia non si contano il numero delle iniziative, a Roma, due scuole elementari di Primavalle - "Pietro Maffi" e "XXV aprile" - sono già state occupate da insegnanti e genitori. Che direttamente dalle aule dove passeranno la notte partiranno alla volta della grande manifestazione di domani.

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