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Manifesto-Più alunni disabili nelle scuole pubbliche

PARADOSSI Più alunni disabili nelle scuole pubbliche La scuola è più diversamente abile, ma mancano insegnanti e risorse soprattutto nelle grandi città CINZIA GUBBINI ROMA Sono 149.314 gli al...

14/10/2003
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il manifesto

PARADOSSI
Più alunni disabili nelle scuole pubbliche
La scuola è più diversamente abile, ma mancano insegnanti e risorse soprattutto nelle grandi città
CINZIA GUBBINI
ROMA
Sono 149.314 gli alunni disabili che frequentano le scuole pubbliche italiane, 3 mila in più rispetto al 2002. Lo anticipa la rivista dedicata all'istruzione "Tuttoscuola", alzando il velo su dati che non sono facilmente reperibili tramite il ministero. Sarebbero così 150 mila in totale i ragazzi con disabilità inseriti nelle scuole, nonostante altre cifre parlino di mille persone in più. Non è una vita facile quella dei disabili a scuola: il punto più critico, anche perché è il più conociuto, è quello del numero di insegnanti di sostegno chiamati a dare il loro contributo tra i banchi. Per la verità, stando ai dati non ancora ufficiali, quest'anno il rapporto sembra essere positivo: sarebbero infatti 77.650 gli insegnanti in organico di fatto, rispettando quindi il rapporto richiesto dalla maggior parte di associazioni di disabili, ovvero di uno a due. Ma bisogna fare attenzione alle statistiche, come ammoniva Trilussa. Prima di tutto perché spalmando il dato a livello nazionale si perde di vista il fatto che nelle grandi città (a Roma per 13 mila alunni ci sono 4 mila insegnanti) il rapporto di un insegnante ogni due alunni disabili è una chimera, attestandosi ad almeno un insegnante ogni tre alunni. In secondo luogo il dato ragiona sulle scuole di ogni ordine e grado, quando occorrerebbe puntualizzare che nelle scuole superiori gli insegnanti di sostegno sono pochissimi, mentre la situazione migliora alle elementari e alle medie E poi bisogna leggere il dato anche da un punto di vista qualitativo: si parla infatti di organico "di fatto". Il numero tiene dentro tanto gli insegnanti di ruolo, che quelli precari, assegnati alla classe soltanto per un anno. Problema endemico della scuola quello dei precari, che però nel caso degli alunni disabili diventa particolarmente grave interrompendo il corso dell'apprendimento. "Al problema della mancanza di insegnanti di sostegno si aggiunge quello della mancanza degli assistenti educativi - spiega l'avvocato Salvatore Nocera, vicepresidente della Fish (Federazione italiana per il superamento dell'handicap) - una figura diversa, individuata dalla legge quadro del `92, che dovrebbe assicurare l'assistenza per l'autonomia e la comunicazione ai ragazzi che hanno qualche difficoltà, pensiamo agli autistici. Non tutte le province, però, hanno accettato di assicurare questo servizio. Mentre dove è stato fatto, per esempio a Roma, ancora manca lo stanziamento dei fondi da parte della regione".

E a proposito dei ragazzi che non rientrano nella definizione di "handicap" (individuata come una menomazione stabilizzata o progressiva) ma hanno comunque qualche problema - ad esempio dislessia, disgrafia e altro - arriviamo alla questione posta dal ministero dell'istruzione che ha deciso di stabilire criteri più rigidi per la certificazione dell'handicap, anche nelle scuole, al fine di combattere il fenomeno dei "falsi invalidi". "Fenomeno - continua Nocera - che esiste anche nelle scuole, è vero. Ma perché? Perché mancano risorse necessarie per dare risposte a chi vive situazioni di disagio, che certo non possono essere considerate handicap e che però vanno seguite con maggiore dedizione". Comunque un decreto legge che accompagna il disegno di finanziaria - e che dovrà essere convertito in legge entro due mesi - riformula la certificazione di disabilità, suscitando numerose ciritiche da parte delle associazioni. soprattutto su un punto, e cioè l'eliminazione tout court dei ricorsi amministrativi. Prima una persona a cui veniva negata la certificazione aveva la possibilità di appellarsi per via amministrativa gratuitamente. Ora dovrà farlo necessariamente per via giurisprudenziale, si allungheranno quindi i tempi (considerando l'intasamento dei tribunali) e bisognerà mettere mani al portafogli. Nel decreto, inoltre, secondo la Cgil appare un'affermazione "minacciosa" e la previsione di una ridefinzione organica delle procedure finalizzate all'integrazione scolastica degli alunni con handicap, da stabilire d'intesa con la Conferenza unificata.