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Manifesto: Religione a scuola, da rifare

Un tema che dal tempo della revisione craxiana del Concordato (1984) sembra accantonato. Quasi che tutti, da una parte e dall'altra, lo ritenessero risolto e per sempre.

07/01/2007
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il manifesto

Filippo Gentiloni
Il dibattito sulla laicità non è mancato nelle settimane di fine d'anno, tutt'altro: fra le questioni riguardanti matrimonio e famiglia e quelle che toccavano - e toccano - la malattia e la morte. I mass media hanno dedicato come non mai le prime pagine ai pareri di laici e cattolici.
Al dibattito, però, è mancato uno dei temi che, invece, dovrebbe essere fra i più qualificanti e decisivi, quello dell'insegnamento della religione cattolica nelle scuole (Irc). Un tema che dal tempo della revisione craxiana del Concordato (1984) sembra accantonato. Quasi che tutti, da una parte e dall'altra, lo ritenessero risolto e per sempre.
Eppure sappiamo bene che non è così. Non lo dovrebbe considerare risolto neppure il mondo cattolico, nonostante le alte percentuali di studenti che accettano l'Irc, percentuali, d'altronde, in forte calo man mano che sale l'età e che ci si sposta dal sud al nord. Si ha l'impressione - anche se mancano i dati - che nell'ora di religione spesso - non sempre - si faccia un po' di tutto e soprattutto che, nonostante l'Irc, la conoscenza generale della religione cattolica non stia migliorando nel popolo italiano. Si ha anche l'impressione che la chiesa sia soddisfatta soprattutto di una larga e sicura occupazione per una quantità di insegnanti, preti e non. Quasi a prescindere dai risultati.
Il mondo laico sembra anch'esso soddisfatto. Ben pochi sembrano riprendere una polemica che qualche decennio fa, invece, era forte e calda. Di alternativa all'attuale situazione si parla poco, e quasi esclusivamente in ambito protestante.
Tutti pensano che la religione - nel suo pluralismo - non debba scomparire dall'ambito della cultura e quindi della scuola. Ma come? Come combattere l'ignoranza - sempre pericolosa - ma salvando la laicità e il pluralismo?
Le proposte avanzate appaiono interessanti, ma anche non del tutto soddisfacenti. Si va dalla semplice abolizione ad un insegnamento che sostituisca un Irc troppo esclusivamente cattolico.
Ma l'abolizione non soddisfa e non corrisponde alle reali esigenze di una cultura che non può né ignorare né sottovalutare il fatto religioso. Si parla anche di un insegnamento di storia delle religioni (al plurale), ma non si può sottovalutare il rischio di un ritorno, sotto altra veste, di un insegnamento cattolico. Un rischio sempre attuale nel nostro paese fortemente influenzato, se non dominato, dal Vaticano.
E allora? Sarebbe già importante una ripresa del dibattito, anche se nell'incertezza delle soluzioni. La nostra laicità non può prescindere dall'insegnamento della religione cattolica e dall'insufficienza delle soluzioni concordatarie. Soprattutto per quello che riguarda la scuola dei primi anni.