Manifesto: Rettori bocciati: «Senza risorse ci mettono in ginocchio»
gli esclusi
Costretti ad indossare la maglia nera degli atenei «meno virtuosi» i rettori delle università del centro-sud si appellano al ministro Gelmini perché riveda i criteri di valutazione. «Così mettono in crisi completa la nostra università» dice il rettore dell'ateneo di Foggia, Giuliano Volpe. «Un taglio che - fa notare - pesa parecchio alla luce dei già scarsi finanziamenti. Su 39 milioni di euro di fondo di finanziamento ordinario il previsto 3% in meno di risorse corrisponde a oltre 1 milione di euro che è - spiega il rettore - quello che noi dedichiamo ad attività di ricerca, un'attività quindi seriamente compromessa». Chi non è «assolutamente convinto» della necessità di instaurare un meccanismo di valutazione come questo degli atenei italiani è il rettore dell'università romana di Rome Tre, Guido Fabiani, in quanto «non rispecchia le performance degli atenei sotto vari punti di vista: didattica, ricerca, servizi agli studenti». Condivide e rincara la dose il collega dell'università di Palermo, Roberto Lagalla: «Mi repelle concettualmente pensare che, sia pure con rare eccezioni, come si evince dai risultati proposti, l'Italia sia popolata a nord di Roma da intelligenze baciate da Dio e a sud della capitale da poveri accattoni della cultura e della ricerca, approssimativi e male in arnese». «Da tempo gli atenei del sud, soprattutto quelli generalisti e di grandi dimensioni, - prosegue - invocano parametri di valutazione che tengano conto dei contesti di riferimento che siano attualizzati avendo riguardo ai processi di crescita di ogni singolo ateneo e non rispetto a categorie non comparabili». Non si capacita nemmeno il Magnifico dell'Università di Macerata Roberto Sani che «sulla base dei criteri stabiliti a suo tempo dal Ministero, aveva giudicato molto positivamente la posizione dell'ateneo tra le università italiane. Nel frattempo però sono cambiati i criteri di valutazione per cui il nostro ateneo, che prima era in posizione più vicina alla vetta, è tra gli ultimi», anche se sempre tra i promossi. Ma a saltare dalla sedia è anche qualche ateneo del Nord che si è visto escluso dalla spartizione dei fondi. E' il caso di Trieste. «Smentisco che la mia università abbia i conti in rosso», dice il rettore dell'ateneo friulano, Francesco Peroni. «Non riesco a capire - ha proseguito - con quale criterio sia stata compilata questa lista. Non più tardi di due mesi fa ho approvato il bilancio consuntivo con un milione di euro di attivo, un bilancio accreditato dai revisori dei conti. Non ricordo bilanci approvati men che in pareggio, contrariamente ad altre realtà. Fonti ministeriali smentiscono questa lista. Ma non si sa - ha concluso - nulla di più».