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Manifesto: Ricerca e università, finanziaria da rifare

di Enrico Panini

12/11/2006
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il manifesto

Ricerca ed università il 17 novembre sciopereranno per l'intera giornata e sfileranno a Roma in una grande manifestazione nazionale che sarà conclusa a Piazza Navona da Guglielmo Epifani.
Cgil, Cisl e Uil hanno dato voce per tempo e senza indugi a quella che ora è una consapevolezza diffusa: il giudizio negativo su una Finanziaria che investe una parte consistente di risorse per lo sviluppo ma che contiene al suo interno scelte che marginalizzano, per usare un eufemismo, ricerca ed università. Come se ci potesse essere sviluppo senza un forte rilancio di settori strategici come ricerca ed università!
Con lo sciopero generale rivendichiamo un profondo cambiamento di rotta: ciò che ora è marginale deve diventare il cuore della Finanziaria. Noi vogliamo una Finanziaria che al suo centro abbia un investimento senza precedenti su ricerca, scuola ed università. Non c'è tempo da perdere, altrimenti per il nostro Paese si apriranno seri problemi di democrazia e di crescita.
Che la nostra denuncia sia fondata è stato confermato di recente anche dal grido d'allarme della CRUI, circa il rischio che le università chiudano, o dallo sdegno con il quale Rita Levi Montalcini ha annunciato che non voterà la Finanziaria in assenza di scelte diverse sulla ricerca.
Rivendichiamo risorse economiche vere. Servono per un'università già colpita pesantemente nel mese di luglio da un ulteriore taglio di risorse, servono per la ricerca in quanto tale e non solo perché connessa allo sviluppo industriale. Forte il rischio che la crisi economica trovi sfogo in un incremento delle tasse universitarie o in una spasmodica rincorsa a finanziamenti di ogni natura. Rivendichiamo il superamento di una precarizzazione insopportabile, una dilagante patologia. Siamo di fronte ad Enti ed Atenei nei quali la precarizzazione ha raggiunto punte inimmaginabili, si precarizzano vite e si precarizza la ricerca. Le une e l'altra senza un futuro. Noi rivendichiamo un piano di 20.000 assunzioni di giovani ricercatori che in tempi rapidissimi consenta alle migliori intelligenze del nostro Paese di scommettersi.
Rivendichiamo certezze contrattuali. Ci sono Enti di ricerca che non hanno le risorse per applicare i contratti, Enti ed Università che non potranno più mantenere il livello dell'attuale contrattazione. Inaccettabili, inoltre, gli interventi per ridurre gli automatismi retributivi dei docenti, possibili grazie al fatto che non sono contrattualizzati.
Veniamo da anni di commissariamento politico degli Enti di Ricerca. Sono stati nominati numerosi Presidenti più perché fedeli che per i loro titoli scientifici, fatto denunciato da prestigiose riviste scientifiche. Nelle università ad errori del precedente governo di centro sinistra si è sommato l'intervento distruttivo del Ministro Moratti che ha prodotto tante proteste. Ma ciò ha fatto esplodere una forte autoreferenzialità: il 3+2, ormai pallida ombra delle ragioni per le quali era nato, è oggi da rivoltare completamente affondato sotto il peso di oltre 5.000 corsi di laurea.
C'è bisogno di un respiro strategico. Questo non è il problema di un Ministro, pur capace, o dei soli lavoratori: riguarda le scelte di fondo rispetto alle quali noi mettiamo in campo un'idea diversa di crescita per il nostro Paese. In mezzo a tante liberalizzazioni siamo fra quelli che rimangono convinti che la ricerca, e la ricerca di base in particolare, sia di competenza del pubblico. Di un pubblico che sceglie di scommettersi sulla conoscenza. Ciò che non fa questa Finanziaria che vogliamo cambi e tanto.

Enrico Panini

* Segretario generale Flc-Cgil