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Manifesto: Ricerca, vincono gli ideali democratici

E per i cattolici si infrange un tabù

21/07/2006
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il manifesto

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In Senato si è rotto l’ultimo tentativo di richiamare i credenti all’obbedienza
Lidia Menapace
Nella storia italiana la “questione romana”, cioè i rapporti tra lo stato nazionale e lo stato della chiesa, è stata lunga difficile e mai del tutto finita. Nel secolo scorso ha lasciato segni molto forti: la lunga stagione dell’assenza polemica dei cattolici dalla costruzione dello stato italiano (“non expedit”, non giova - diceva il Papa - che i cattolici prendano parte alla storia politica, meglio che cerchino di ottenere il deperimento di quello stato che viola i diritti politici della chiesa). Già da subito tale indicazione dava luogo a vari tentativi di attuazione, sia attraverso gli «intransigenti», che appunto non cedevano e stavano ai margini, sia col patto Gentiloni per il quale i cattolici che prendevano parte alla vita politica accettavano l’obbligo di essere alleati su questioni di principio: il divorzio, la festività domenicale ecc. ecc. Caduto il “non expedit” viene la stagione detta dell’“Unità politica dei cattolici”, che non è una questione dogmatica, ma di forte opportunità, che di fatto impone un’obbedienza ferma e durevole ai credenti: la Dc è appunto fondata su ciò. La formula è stata molto efficace, se tutti e tutte ancora oggi vediamo quanto difficile sia stato e sia uscire dalla Dc e sostituirla. Comunque caduta, nella crisi generale della fine del secolo anche la Dc, sono ripartite ipotesi sui cattolici in politica. Quella sulla quale più hanno lavorato i cattolici integralisti è stata una specie di nuovo patto Gentiloni, detto trasversalità. La prima grande prova è capitata a proposito di sessualità, generazione, ricerca e si è concentrata sul tema dei finanziamenti europei alla ricerca sulle staminali, dopo aver fatto grandi prove col referendum sulla Legge 40, gli assalti alla 194, i divieti ai Pacs. Ciò che è capitato al Senato della Repubblica ieri è la prima grande prova di maturità e autonomia di cattolici a proposito di scelte eticamente impegnative. Si è infranto l’ultimo tentativo di richiamare i credenti all’obbedienza prima che alla libertà. La risposta che la libertà viene prima e l’obbedienza non è più una virtù riempie tutti di gioia come un segno di quanto gli ideali democratici abbiano lavorato nel profondo delle coscienze. Sembra che anche tra i cattolici, il popolo sia più autonomo, maturo e deciso dei vertici di comando.