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Manifesto: «Sciopero anticrisi»

In piazza con la Fiom e la Fp contro il governo». Il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani attacca le cariche della polizia agli operai: «Si rischia un'esplosione del malessere sociale» e aggiunge: «Non lascio il sindacato, la battaglia continua»

12/02/2009
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il manifesto

Loris Campetti

«È uno sciopero molto importante, quello indetto per domani dalla Funzione pubblica e dalla Fiom, «è uno sciopero della Cgil». E' stato promosso da due categorie che dovevano dare risposte nette alle politiche del governo. La decisione di indire una manifestazione unitaria è il rifiuto del tentativo di scaricare le contraddizioni della crisi verso il basso, dividendo i lavoratori privati da quelli pubblici. E' uno sciopero che capita in un momento speciale, in cui «l'attacco alle condizioni materiali dei lavoratori si intreccia con l'aggressione alla Costituzione». Perciò lo sciopero e la manifestazione di domani, all'interno di un percorso di mobilitazione della Cgil, assume un significato speciale. E in presenza della crisi più grave che l'Italia ricordi, in un clima segnato dall'accordo separato sulle regole della contrattazione, «non ci sono le condizioni per lasciare la Cgil, la battaglia per i diritti e la democrazia prosegue». Questo dice al manifesto il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, mettendo fine alle voci che lo davano in uscita, come europarlamentare del Pd.

Come si è arrivati alla decisione inedita di uno sciopero e una manifestazione in comune delle due principali categorie dei lavoratori attivi della Cgil?
Nasce dal bisogno delle due categorie di dare risposte precise alle politiche del governo: i pubblici in conseguenza dell'accordo separato nel Pubblico impego, dell'espulsione dei precari e del taglio dei salari. I metalmeccanici in rapporto alla crisi più devastante del comparto - dalla cantieristica all'auto, dagli elettrodomestici alla siderurgia, alla meccanica di qualità. Scioperare e manifestare insieme a Roma è una risposta al tentativo di dividere i lavoratori pubblici da quelli privati. Questa iniziativa è diventata parte della mobilitazione generale della Cgil iniziata a settembre, proseguita con lo sciopero generale del 12 dicembre e che vedrà lo sciopero della scuola, la mobilitazione dei pensionati e, infine, una manifestazione a Roma di tutte le categorie il 4 aprile.

Come valuti le politiche del governo sulla crisi? Sono inadeguate, o sbagliate?
La manifestazione della Fp e della Fiom arriva nel momento in cui la crisi industriale si aggrava, prevedo l'epicentro tra marzo e giugno. Le risposte del governo e il traccheggiamento sugli ammortizzatori sociali sono assolutamente inadeguati. È un'anomalia italiana: i governi di ogni colore affrontano la crisi per quel che è senza minimizzarla, perché avrà conseguenze catastrofiche, dunque mettono in campo interventi molto forti. Il nostro governo l'ha sottovalutata, Tremonti è arrivato a sostenere che non c'era bisogno di modificare la finanziaria ante crisi. Ora centellina piccoli interventi quando non può più farne a meno, sull'auto, sugli elettrodomestici, sugli ammortizzatori sociali. Sono stati stanziati solo 7 miliardi, la cifra che Sarkozy ha messo nell'auto. Il governo arriva sempre in ritardo, contribuendo a far precipitare la domanda.

Cecità politica o strategia?
E' una scelta precisa di Tremonti, il quale sostiene che essendo la crisi di origine finanziaria si potrà risolvere solo sul terreno finanziario. Sbaglia, perché le ricadute della crisi finanziaria sull'economia reale sono macroscopiche, gli altri governo l'hanno capito e sanno che si può determinare una vera emergenza sociale. Come si risponde, con la polizia contro i lavoratori? Attenzione, il malessere può esplodere.

Berlusconi utilizza la crisi per riscrivere le regole del lavoro e isolare la Cgil e per dare l'assalto alla Costituzione. Come entra la crisi «democratica» nei contenuti dello sciopero di domani?
La situazione è pesante, guai sottovalutarla. In pochi giorni abbiamo assistito all'aggressione di Berlusconi sulla vicenda, e sul corpo, di Eluana, e si è provocato un conflitto istituzionale senza precedenti. Sulla Costituzione sono state dette parole che mai nessuno ha utilizzato, se anche ora Berlusconi abbassasse i toni quelle parole resterebbero scolpite. Che vuol dire che la nostra è una Costituzione sovietica, magari perché l'articolo 1 recita che l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro? Che rapporto ci sarebbe tra l'esperienza sovietica e la storia italiana che ha originato la Costituzione? E che vuol dire appellarsi al popolo? È inaccettabile. Vogliamo parlare delle ronde, o dei medici tenuti a denunciare eventuali pazienti irregolari? Ha ragione Famiglia cristiana, siamo in presenza di una politica razzista. È illogico persino in relazione alla sicurezza collettiva: un migrante che non può curarsi fa crescere i rischi per la sicurezza di tutti. Siamo al rischio paese, si cancella persino il principio di utilità generale. L'ideologia acceca. E' ovvio che entri nell'agenda dello sciopero di domani e dell'intero percorso di mobilitazione della Cgil anche la difesa della Costituzione e della democrazia, insieme al rifiuto della violenza insita nell'accordo separato sui contratti. Non riesco a disgiungere l'attacco a Napolitano dal tentativo di isolare la Cgil, questo governo ha un'idea del potere come comando. Ha ragione Ciampi, non si può concepire un accordo sulle regole senza la Cgil. Io non farei mai un accordo di tale natura senza Cisl o Uil. Sacconi ha un disegno preciso contro di noi, potremmo definirlo sovietico.

Qualcuno ha detto che la Cgil usa con il governo parole molto più dure di quelle usate con la Confindustria.
Noi abbiamo sperato che la Confindustria non seguisse la strada del governo contro di noi, e abbiamo lavorato in questa direzione. Abbiamo cercato dei compromessi, io li ho cercati, ma si è voluta imporre una scelta, condivisa da Confindustria, che non poteva essere accettabile per la Cgil: prendere o lasciare. Nessuno nella Cgil ha avuto dei dubbi sulla scelta fatta.

Se la situazione è grave come dici, non ti colpisce l'inadeguatezza dell'opposione? Non temi il rischio della solitudine? E' la prima volta che uno sciopero della Cgil non raccoglie l'adesione del maggior partito, come definirlo? democratico. 112 parlamentari aderiscono alla manifestazione, ma il Pd non c'è.
La Cgil è meno isolata di come la si descriva. Giudico positivamente le oltre 100 firme, anche amministratori, presidenti di regioni ed enti locali che hanno a che fare con la concretezza della crisi hanno preso posizione. Il tentativo di isolarci fallirà. Serve un profilo alto dell'opposizione. Crea difficoltà che il governo italiano sia l'unico a non cercare di governare la crisi con un accordo con tutte le forze politiche. Berlusconi usa mezzi comunicativi impensabili altrove, per raccontare bugie, per scegliere temi che non sono quelli imposti dalla crisi. I nostri giornali, con le dovute eccezioni, non parlano della crisi, a differenza di quel che fanno i giornali di tutto il mondo.

È colpa del governo il silenzio del Pd?
No, in risposta a questo atteggiamento del governo è necessaria una risposta determinata. Del resto, sabato il Pd farà le sue proposte: per come si configurano, vanno nella direzione delle delle richieste della Cgil. Lo stesso Veltroni dice che bisogna far crescere la mobilitazione. Però bisogna prendere atto che c'è chi la fa crescere questa mobilitazione, la Cgil. Sarebbe meglio se di questo movimento facessero parte anche Cisl e Uil? Mi pare ovvio. A dicembre il mio amico Bonanni mi diceva che la Cgil era l'unico sindacato in Europa a scioperare dentro la crisi. Oggi rispondo che, al contrario, Cisl e Uil sono gli unici sindacati in Europa a non mobilitarsi. Allora dico a Cisl e Uil: non è arrivato il momento di chiedere, insieme, un cambiamento della politica economica del governo, prima che la crisi precipiti ulteriormente?

Cosa farete per bloccare la controriforma del sistema contrattuale?
La prossima settimana partiranno le assemblee sull'accordo separato. Pensiamo che si debba dare la parola ai lavoratori, con il voto. Non c'è strada diversa, se le questioni da decidere riguardano le regole, il salario, i diritti. Poi si può vincere e si può perdere. La Fiom ha fatto un referendum alla Ferrari per avere dai lavoratori un giudizio su un accordo che non aveva condiviso: i lavoratori lo approvarono e la Fiom lo accettò.

Si è scritto molto sulle tue presunte intenzioni di lasciare la Cgil per candidarti a Strasburgo. Vuoi dire una parola definitiva?
Si è scritto tutto e il suo opposto. E' vero che a me è stato chiesta, così come era avvenuto in passato, la disponibilità a candidarmi. E' una richiesta del tutto legittima, come è legittimo che un sindacalista a un certo punto decida di continuare il suo impegno in politica. Il punto vero è che non ci sono le condizioni: per l'incalzare della crisi, per l'accordo separato, va continuato il lavoro di mobilitazione. E in un clima in cui si viene indistamente accusati di essere interessati solo alle poltrone, la mia risposta non può che essere nello stile della Cgil: sono al servizio dei lavoratori, dei precari, degli anziani. Cioè della parte migliore del paese.