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Manifesto-Scuola, tempo scaduto

RUOLO Scuola, tempo scaduto Graduatorie definitive: domani il termine. Moratti rassicura. Panini: "Bieco trionfalismo" I. VA. Scade domani il termine per la pubblicazione delle graduatorie permane...

24/08/2004
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il manifesto

RUOLO
Scuola, tempo scaduto
Graduatorie definitive: domani il termine. Moratti rassicura. Panini: "Bieco trionfalismo"
I. VA.
Scade domani il termine per la pubblicazione delle graduatorie permanenti da parte del ministero dell'Istruzione. In gioco ci sono circa 15.000 posti di lavoro divisi tra docenti (12.500 cattedre) e personale tecnico-amministrativo (2.500 le assunzioni previste). E come sempre rassicuranti suonano le dichiarazioni del dicastero di viale Trastevere: nell'80% delle province italiane le graduatorie sarebbero già state definite mentre sarebbero ben 10.500 le immissioni in ruolo effettuate. Ma i sindacati della scuola ci credono poco. Ne parliamo con Enrico Panini, segreterio generale della Cgil scuola.

Panini, i sindacati si lamentano ma il minitero assicura che nell'80% delle province la situazione è del tutto sotto controllo.

Siamo di fronte ad un dato puramente cartaceeo contraddetto purtroppo dalla realtà dei fatti. In buona parte delle province in cui verranno fatte le nomine in ruolo, gli errori sono tali e tanti che si sarà costretti a ripetere le operazioni o i ricorsi alla giustizia amministrativa saranno sull'ordine di centinaia e centinaia. E proprio in merito ai ricorsi, è già iniziata una corsa contro il tempo. Per smaltire le pratiche ed evitare che i contenziosi arrivino al Tar.

Per questo la Cgil chiede una "ragionevole dilazione dei tempi"?

Assolutamente sì. In sostanza, anziché risolvere il problema - concedendo appunto più tempo per fare le cose con trasparenza e certezza - si è preferito alzare il tappeto e celare gli aspetti meno gradevoli. Sarebbe bastato concedere qualche giorno in più alle province che lamentavano difficoltà di vario ordine facendo sì che il clima non si avvelenasse di giorno in giorno.

10.500 immissioni in ruolo già effettuate. Non è un numero irrilevante.

E' puro trionfalismo. E va sgonfiato. Di quei 10.500 insegnanti, ben 6.000 - un numero pur esso rilevante - non sono coinvolti nel caos nelle graduatorie che si riferisce invece solo a una parte di docenti, quelli che fanno parte della cosiddetta terza fascia e che si sono visti cambiare i punteggia per ben tre volte in due mesi.

Seimila nomina - circa la metà della cifra complessiva - sarebbe, insomma, "dovute".

Infatti. Il 50% delle nomine è riservato a quelli che hanno superato un concorso ordinario. Il problema - irrisolto, checché ne dica il ministero - continua a riguardare la cosiddetta terza fascia: gli insegnanti che hanno acquisito l'abilitazione con i concorsi riservati o con il servizio d'insegnamento opure docenti diplomati nella scuole di specializzazione. Nonché altre categorie di precariato.

Secondo il ministero - e non solo - la soluzione va sotto il nome di "chiamata diretta".

E' esattamente questo il punto. Io credo che questo caos sia alimentato proprio per costruire una base di consenso al provvedimento che il governo - con tanto di appoggio all'interno della maggioranza - si appresta a presentare nei primi di settembre.

Di che si tratta?

Di una norma che che prevede l'introduzione della chiamata diretta da parte delle singole scuole per l'assunzione nei ruoli dello stato. Il tutto in barba alla Costituzione che prevede l'obbligo del reclutamento pubblico per essere assunti all'interno della pubblica amministrazione e - naturalmente - della scuola. Tutto questo al fine di salvaguardare la libertà di insegnamento.

Che fine fa, allora, la libertà d'insegnamento?

Diventa un "semplice" agnello sacrificale.