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Manifesto-Scuola, torna l'obbligo di religione"

Scuola, torna l'obbligo di religione" La denuncia della Cgil-scuola Il decreto legislativo sulle scuole superiori firmato Moratti nasconde nelle sue pieghe l'obbligatorietà della religione cattolic...

18/11/2005
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il manifesto

Scuola, torna l'obbligo di religione"
La denuncia della Cgil-scuola Il decreto legislativo sulle scuole superiori firmato Moratti nasconde nelle sue pieghe l'obbligatorietà della religione cattolica. Lo stesso era accaduto per i decreti delle scuole elementari e medie. Il ministero in serata smentisce, ma il sindacato insiste: è come abbiamo detto noi
CINZIA GUBBINI
ROMA
La Cgil scuola è sicura: il decreto legislativo sulle scuole superiori introduce l'obbligatorietà dell'ora di religione nelle scuole. Il ministero dell'istruzione, in serata, smentisce: "L'insegnamento della religione cattolica rimane facoltativo. E' obbligatorio soltanto nel momento in cui lo studente abbia operato la scelta in tale direzione, come accadeva prima della riforma. nulla è cambiato per quanto riguarda la religione cattolica e delle attività alternative". Eppure i dubbi permangono anche perché - aldilà della denuncia della Cgil scuola - già pendono due ricorsi al Tar del Lazio sulla stessa identica questione per quanto riguarda i decreti relativi alla scuola elementare e alla scuola media. Ricorsi presentati un anno fa, come il ministero sa bene. Ci si aspettava dunque che nel decreto sulle scuole superiori, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 9 novembre scorso, il ministero utilizzasse un linguaggio chiaro per specificare che l'insegnamento della religione cattolica è facoltativo, come stabilito dal Concordato dell'84 e dalle successive intese. E come chiarito anche da una sentenza della Corte costituzionale.

Invece no. La religione cattolica è stata tranquillamente inserita tra le quote che concorrono a determinare il monte ore annuale. Il problema è che la riforma Moratti cambia le regole per quanto riguarda il calcolo delle presenze a scuola per rendere valido l'anno scolastico. Una volta si calcolava sui giorni, ora si calcola sulle ore: "non frequentare l'ora di religione diventerà assenza, producendo in tal modo una penalizzazione di 33 ore. Peccato che nel nuovo ordinamento superare il tetto del 25% del monte ore obbligatorio comporti una bocciatura automatica!", spiega il segretario della Cgil Flc Enrico Panini. Ma no, ribatte il ministero: "La mancata fruizione dell'insegnamento di religione cattolica non viene considerata assenza. Il tetto del 25% di assenze del monte ore obbligatorio annuale prescinde dalla quota prevista sia per la religione sia, in caso di esonero, per le scienze motorie e sportive".

La Cgil però insiste: "Visto il calo delle vocazioni, siamo alle furbizie - sospira Panini - il fatto è che in nessun punto del decreto, mai, viene specificato che la religione cattolica è un insegnamento facoltativo. Questo la dice lunga. Come se non bastasse anche dalla risposta del ministero si evince che lo studente dovrà scegliere tra l'ora di religione e una materia alternativa. Ma non è così che funzionano le cose". In effetti, per chi non vuole avvalersi dell'insegnamento della religione, esistono quattro opzioni: la materia alternativa (che le scuole sono obbligate ad attivare solo su richiesta), lo studio indivudale, nessuna attività e non presenza nei locali scolastici. Insomma, il famoso "entro un'ora dopo che alla prima c'è religione".

La smentita del ministero ha ovviamente un suo peso: sempre meglio fare chiarezza. Soprattutto quando ribatte alle altre due obiezioni sollevate dai "radar" della Cgil scuola. Il fatto che è stato abrogato l'articolo 31 del Testo unico del `94, ad esempio, il quale garantiva tra l'altro - come da norma del `69 - la liberalizzazione agli accessi universitari: "Le abrogazioni previste non incidono sul periodo transitorio dell'attuale disciplina degli accessi all'università", dice il ministero. Il che lascia intuire, però, ci sarà un "dopo" e che le riforme non sono finite. Forse gli accessi non saranno tanto liberi (almeno sulla carta) come ora. Il ministero dà invece ragione alla Cgil scuola sulla mancanza, in alcuni indirizzi del liceo artistico, di 33 ore: "E' stato un errore tipografico, si sta provvedendo alla rettifica", assicurano da viale Trastevere. Quando ci sono di mezzo i numeri, è difficile negare.


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