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Manifesto: «Si tratta di un attacco razzista»

L'associazione ReteScuole, che oggi manifesta in via Ventura, difende senza imbarazzo l'esperimento della prima scuola italo-egiziana

13/10/2006
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il manifesto

Luca Fazio
Il primo gesto di concreta solidarietà con i bambini e i genitori della scuola araba arriva dagli insegnanti di ReteScuole, i più intransigenti paladini della scuola pubblica (al presidio in via Ventura, oggi alle 13, hanno aderito solo l'associazione antirazzista 3 Febbraio e il Partito Umanista). «Chi attacca quella scuola lo fa con lingua biforcuta, e chi prova imbarazzo può andarsi a rileggere la Costituzione», dice Marco Donati.
Che ci fate davanti a una scuola che proprio pubblica non è?
Sembra un paradosso ma non lo è. Per sgomberare il campo dagli equivoci, anche noi siamo convinti che l'integrazione si faccia nella scuola pubblica. Ma in questo caso siamo di fronte a un attacco razzista contro la comunità egiziana milanese che sul piano dei diritti investe tutti i cittadini, non stiamo parlando di un problema meramente scolastico.
La struttura di via Ventura è quasi perfetta...
Forse è una delle migliori. La situazione dell'edilizia scolastica in Italia è drammatica, nel sud ci sono edifici vergognosi e anche in una città come Milano ci sono scuole che cadono a pezzi. Qualunque genitore sa come stanno le cose, ma quasi mai si aprono vertenze perché l'attenzione viene sempre puntata sulle questioni didattiche, che lasciano altrettanto a desiderare.
Allora perché questo accanimento?
Chi dice che la scuola araba è fuori legge lo fa in malafede, e chi parla di «rischio ghetto» lo fa con lingua biforcuta: il sindaco Letizia Moratti, quando era ministro, ha tagliato tutti i progetti di intercultura, e adesso non ci sono soldi per i facilitatori linguistici e nemmeno per i mediatori culturali. L'integrazione si fa se si è capaci di rendere la scuola pubblica attraente e stimolante.
Cosa impedisce alla sinistra di uscire dalla paralisi di fronte a una vicenda così sconcertante?
Trovo incomprensibile l'imbarazzo della sinistra. Può non piacerci, ma la Costituzione italiana dà la possibilità ai cittadini di farsi la propria scuola, è un diritto per tutti e non solo per alcuni; tra l'altro in questo caso si tratta anche di una scuola davvero senza oneri per lo stato. Altrimenti lo si dica: decidiamo che non ci deve essere nessuna scuola privata in Italia. Quanto alla sinistra, o meglio al nuovo governo, ci risulta che la tanto contestata riforma Moratti sia ancora in piedi...