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Manifesto: Sindacati contro i regolamenti del piano Gelmini

Famiglie, insegnanti e personale Ata in apprensione per un futuro che si delinea decisamente incerto, per la formazione dei bambini e per il taglio di migliaia di posti di lavoro

14/01/2009
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il manifesto

Sindacati contro i regolamenti del piano Gelmini
Eleonora Martini
Caos, confusione, disservizi. È panico, nelle scuole. Famiglie, insegnanti e personale Ata in apprensione per un futuro che si delinea decisamente incerto, per la formazione dei bambini e per il taglio di migliaia di posti di lavoro. A pochi giorni dall'apertura delle iscrizioni scolastiche, rinviate appositamente di un mese e slittate dal 1 al 28 febbraio, il piano Gelmini-Tremonti rivela tutti i suoi effetti devastanti sulla scuola primaria e secondaria. Una situazione insostenibile - come hanno denunciato ieri i sindacati di settore reduci da un «infruttuoso incontro» in Viale Trastevere con i tecnici del ministero dell'Istruzione - che ha portato l'Flc-Cgil, Cisl e Uil a chiedere un incontro urgente con la ministra Gelmini, e i Cobas a lanciare un appello alla «mobilitazione unitaria, dalla materna all'università, di tutte le componenti del popolo della scuola pubblica».
Ma dal ministero al momento arriva solo la convocazione per domani, giovedì, dei sindacati a un incontro sulle «iscrizioni per l'anno scolastico 2009-2010». Silenzio totale invece sulla questione degli organici, sugli esuberi e i licenziamenti di migliaia di precari prodotti dalla mannaia di Tremonti, sul rinnovo contrattuale del secondo biennio, sul contratto integrativo per la mobilità (per il quale Gilda-Unasam minaccia la rottura della trattativa) e sull'offerta formativa nelle varie fasce orarie scolastiche. «Ad oltre un mese dall'approvazione dei regolamenti attuativi della legge 133/08, Gelmini non ha ancora convocato i sindacati», protesta Mimmo Pantaleo, segretario dell'Flc-Cgil, che annuncia: «Impugneremo davanti al Tar i regolamenti e avvieremo una forte mobilitazione sul territorio».
«Nella scuola elementare non vi sono neppure i modelli di iscrizione per un'articolazione dell'orario (24-27-30-40 ore) - spiega Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas - L'unica certezza è che, nonostante la propaganda ministeriale, non verranno attivate nuove classi a tempo pieno e le ulteriori richieste delle famiglie non saranno soddisfatte». «L'impatto di questi drammatici provvedimenti - aggiunge Pantaleo - è duplice: sui precari e sul personale in esubero. Con i 16 mila tagli previsti solo per quest'anno e solo per gli insegnanti della scuola primaria, sono migliaia i precari che perderanno il lavoro e i docenti in esubero a cui sarà applicata la mobilità professionale verso il basso».
In tutto questo, la frase offensiva del ministro Brunetta contro gli insegnanti che «si vergognano del lavoro che fanno» - rispedita gentilmente al mittente - completa il quadro di demolizione della scuola pubblica a cui il governo sta lavorando alacremente. «La nostra vergogna - risponde Scrima della Cils - potrà diminuire solo al crescere di quella che dovrebbe provare il governo per aver spogliato e impoverito la scuola».