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Manifesto: «Stato laico», i docenti scendono in campo

Alla Sapienza di Roma tornano in cattedra i «cattivi maestri» e lanciano un movimento culturale per la laicità dello stato

07/02/2008
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il manifesto

Alla Sapienza di Roma tornano in cattedra i «cattivi maestri» e lanciano un movimento culturale per la laicità dello stato. «Mai più ingerenze dal Vaticano» Lo storico Angelo d'Orsi: «Non si può rimanere fermi mentre il papa e la Cei invadono tutti gli spazi, siamo in uno stato fondamentalista»
Stefano Milani
Roma «Le elezioni sono alle porte, il papa faccia un partito politico e si presenti con una propria lista». Un po' provocazione e un po' no. Del resto, Angelo d'Orsi è un «cattivo maestro». Così è stato definito dall'intellighenzia cattolica che lo ha messo al rogo dopo il suo appello di solidarietà ai 67 docenti, «cattivi maestri» prima di lui per aver inviato una lettera al rettore Guarini nella quale chiedevano di non invitare il papa all'inaugurazione dell'anno accademico della Sapienza. Il momento laico per eccellenza.
Da quando quella lettera, che doveva rimanere privata, è stata resa pubblica finendo su tutti i giornali, per i prof «ribelli» è cominciata una gogna senza precedenti. Attaccati da ogni parte: dal mondo cattolico, dai media e dalla quasi totalità della classe politica, destra e sinistra senza distinzioni, tutti a difendere lo sgarbo fatto al pontefice. Ma i professori, incuranti (e anche un po' stupiti) di tutto questo clamore, sono andati avanti per la loro strada, continuando a manifestare il loro dissenso e a lavorare nell'ombra. E a ventuno giorni di distanza dalla mancata lectio magistralis papale, ora spunta un'idea stuzzicante: creare «un movimento culturale che risponda all'esigenza diffusa di laicità espressa da molti italiani». A renderla pubblica è lo stesso d'Orsi intervenendo ieri ad un dibattito intitolato «Diritto al dissenso», organizzato dai giovani di Sinistra critica alla Sapienza. «Perché laicismo - ha esordito il docente di storia del pensiero politico all'università di Torino - non è altro che l'idea della laicità. Un movimento di idee che ritiene indispensabile la laicità per la vita politica».
Con lui, gran parte del mondo accademico. Il suo appello on-line (visitabile sul sito www.historiamagistra.it) ha già superato le 1.500 adesioni. Molte le firme illustri, come la grecista Eva Cantarella, lo storico medievale Alessandro Barbero, il filosofo Gianni Vattimo, il matematico Pierluigi Odifreddi, lo storico Nicola Tranfaglia, il sociologo Luciano Gallino e il giurista Ugo Rescigno. Tra loro anche chi «mi ha già chiesto di trasformare questa iniziativa in qualcosa di più, ci sono sollecitazioni perché tutto questo diventi un movimento culturale permanente». Non pronuncia la parola "partito politico" anche se non nega che «qualche esponente politico ha già fatto tentativi di annessione».
Ma non è questo che interessa al nuovo «movimento». La missione è solo una: «laicizzare il paese» perché, ha proseguito ancora d'Orsi, «non si può rimanere fermi mentre il papa e la Cei invadono tutti gli spazi, siamo in uno stato fondamentalista, in cui si apre la televisione e tutti i telegiornali dicono quello che Ratzinger ha fatto la mattina e non fanno altro che parlare di lui». Non si può non riconoscere che l'Italia «sta diventando un paese multietnico e multireligioso - a dire dello storico - i fedeli della chiesa cattolica sono ormai una minoranza in Italia e noi viviamo questo paradosso con la chiesa di Roma che rappresenta il vero pensiero degli italiani e questa chiesa si comporta come un superpartito politico». Al momento l'idea di una lista Ratzinger in corsa alle prossime elezioni fa sorridere. Anche se - ed è proprio il santo padre ad insegnarcelo - le vie del signore sono infinite.
Alla tavola rotonda di ieri c'era, oltre a Cinzia Arruzza di Sinistra critica, anche il professor Carlo Cosmelli, docente di fisica e tra i 67 firmatari della lettera «incriminata». Meno politico il suo intervento, e più virato alla relazione tra ragione e fede. Il fisico ha comunque contestato il Pontefice facendo le pulci ai suoi discorsi in tema di scienze, evoluzionismo, omosessualità e diritto alla vita. Virgolettati come «Non agire "con il logos" è contrario alla natura di Dio» (lezione di Ratisbona, 12/02/2006) o «Ogni teoria che neghi alla divina provvidenza qualsiasi reale ruolo causale nello sviluppo della vita nell'universo non è scienza ma ideologia» (Commissione teologica internazionale, 2004), sono tra i motivi per cui il mondo scientifico è in fermento. «Alla fine - ha detto Cosmelli - si arriva sempre al problema di una morale. E anche lo scienziato deve seguire una morale, ma allora, mi chiedo, perché proprio quella cattolica? E non quella induista, buddista o atea?».
Duro anche il giudizio degli studenti che non ci stanno a passare come «intolleranti, integralisti e oscurantisti», così erano stati bollati all'indomani della rinuncia di Benedetto XVI ad intervenire alla cerimonia del 17 gennaio scorso. «Nessuno ha impedito al papa di intervenire - hanno detto Giorgio Sestili del coordinamento dei collettivi - anzi è stato proprio il pontefice a sottrarsi alle critiche e alle voci di dissenso facendolo apparire una vittima e questo è servito per rafforzare la portata degli attacchi che il Vaticano sta portando avanti su molti temi, non ultimo quello dell'aborto».
Il rettore della Sapienza, Renato Guarini, per ora tace. Lo smacco del dietrofront di papa Ratzinger ancora gli brucia. Doveva essere il suo rilancio accademico, per ripulirlo dallo scandalo «parentopoli» scoppiato dopo l'inchiesta sull'assegnazione di tre incarichi di ricercatore andati alle due figlie e ad uno dei generi. Ma il papa non è arrivato e, dunque, niente miracolo. Anzi, qualche giorno dopo, il Magnifico si è ritrovato iscritto nel registro degli indagati dalla procura della Repubblica di Roma col reato di abuso d'ufficio. L'accusa è un presunto scambio con l'architetto Leonardo di Paola, docente di Estimo dell'ateneo romano e presidente della Cpc, l'impresa che dovrà costruire il parcheggio all'interno della città universitaria.