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Manifesto: Studenti migranti, come diventare compagni di viaggio

Gli studenti migranti sono portatori sani di una visione differente della vita e del mondo che, attraverso il confronto, può arricchire tutti.

17/10/2008
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il manifesto

Giuseppe Caliceti
Gli studenti migranti sono portatori sani di una visione differente della vita e del mondo che, attraverso il confronto, può arricchire tutti. Spesso, di fronte a loro, la prima mossa del docente è quella di informarsi sulle sue abitudini culturali, la sua lingua, le metodologie più rapide ed efficaci per integrarlo linguisticamente. E' come se cercassimo di colmare la distanza tra noi e lui, tra l'Italia e il suo Paese d'origine, attraverso il maggior numero di informazioni. Il sottinteso è: più c'è conoscenza reciproca dei paesi d'origine e delle differenti abitudini culturali, più si crea integrazione e solidarietà. È spesso così, ma non sempre. L'enfasi di documentazione storico-linguistico-culturale può nascondere il rischio di rappresentazioni un po' teoriche, stereotipate, esotiche dei migranti, senza coglierne l'essenza fondamentale, che non è tanto l'appartenenza a questa o a quella tradizione culturale e/o religiosa, ma il loro essere viaggiatori, il venirsi a trovare in un paese a loro estraneo. Forse allora la forza di un vero progetto educativo interculturale risiede proprio nel porre al centro del proprio approccio didattico la metafora del viaggio, un archetipo trasversale comune a diversi contesti culturali. Il viaggio costituisce infatti una figura diffusa, sia a livello di produzione artistica e letteraria, sia nella quotidianità della psicologia collettiva, a differenti contesti culturali. La complessità e la compiutezza della metafora del viaggio ne incorpora al suo interno molte altre. Nel caso del migrante, il viaggio non è poi solo una figura metaforica, ma un'esperienza reale. Cogliere nei giovani studenti provenienti da Paesi lontani, ancor prima che i portatori di una cultura data, i portatori di questa metafora, significa mettersi umilmente al loro fianco, diventare loro compagni di viaggio, porsi in una condizione di ascolto in cui ognuno è costretto a ridefinire il proprio ruolo e la propria identità sociale e culturale.