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Manifesto: «Tagliano agli atenei per recuperare l'Ici»

Il rettore Decleva, capo della Crui

05/11/2008
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il manifesto

MILANO Mariangela Maturi

Un altro rettore, dopo Giulio Ballio del Politecnico, ha ribadito le sue «riserve» rispetto ai tagli dell'università. Enrico Decleva, rettore della Statale e presidente della Crui (Conferenza dei rettori italiani) ha partecipato all'incontro «Per una vera riforma dell'Università» convocato ieri dalle liste di sinistra di tutti gli atenei. E' intervenuto per opporsi alla decisione del governo di pagare l'abolizione dell'Ici con i soldi degli stipendi del personale universitario, dato che 470 milioni verranno trattenuti dal fondo ordinario dell'università: «E' un fatto assolutamente intollerabile - ha detto - talmente intollerabile da sperare che la cosa venga corretta». L'aula magna, gremita, ha applaudito il rettore quando richiedeva senso di responsabilità ai professori, che «se non vanno a lezione, non si fanno trovare in orario di ricevimento e trattano gli studenti con sufficienza non solo sono maleducati ma fanno anche un danno all'istituzione». Forte del successo dell'incontro con il presidente della Repubblica, Sinistra universitaria ha organizzato questa assemblea invitando anche Decleva, che per la prima volta si è concesso. L'aula magna della Statale è ormai uno dei punti di riferimento della protesta. Lì si sono tenuti gli Stati generali dell'università convocati due settimane fa, lì si è tenuta la lezione di Dario Fo. Il tenore della conferenza di ieri però era diverso: l'entrata in scena dei rettori ha regalato alla mobilitazione studentesca una credibilità istituzionale, con i pro e i contro che questo comporta. Anche i toni della discussione sono inconsueti: prima l'ondata di interventi alle assemblee comprendeva il «rivoluzionario» che si alza e grida «andiamo a bloccare le strade», oppure il solito «pasoliniano» fuori tempo massimo. Ieri, ovviamente, dominava l'understatement. Riguardo alla protesta, Decleva ha ammesso che «è servita da grande detonatore», ma ha subito precisato che la situazione non si supera con il «non ci muoviamo da qua finchè non eliminiamo i tagli». Qualche prof è intervenuto con grafici e tabelle. Poche le critiche, un lavoratore agguerrito ha chiesto al rettore perché non si fosse presentato agli Stati Generali, che pure avrebbero dovuto riguardarlo, e un ragazzo di Scienze Politiche ha invece ribadito l'indipendenza del movimento dai partiti, riferendosi anche al «tentativo imbarazzante dell'opposizione, che ci rincorre proponendo un referendum». Una stoccatina innocente a Sinistra universitaria, lista decisamente piddina. Nell'aula, comunque, uno striscione non passa inosservato: «L'Onda non è rappresentabile. La vera riforma non passa dai baroni». Oggi, in Statale, è prevista un'assemblea vecchio stile (più «rivoluzionario» e meno piddino).