Manifesto: Trentotto in una classe: primo effetto Gelmini
GENOVA Tagli e accorpamenti selvaggi. I prof: «Impossibile insegnare»
Alessandra Fava
Trentatré in una classe e trentadue in un'altra all'istituto tecnico industriale Italo Calvino a Sestri Ponente. E ancora: trentadue in una quarta e addirittura trentotto in una terza che per di più mescola indirizzi diversi all'Istituto professionale di stato per l'industria e l'artigianato Attilio Odero, sempre a Sestri. Genova supera in almeno questi due istituti il famoso limite fissato dal ministro all'Istruzione Mariastella Gelmini: trentuno per classe. Per questo ieri professori, ragazzi e genitori del Calvino hanno organizzato una manifestazione di protesta all'uscita da scuola con uno striscione che riassume perfettamente la situazione: «Classi superaffollate uguale meno formazione; più bocciati; più disagio; meno apprendimento» e accanto un altro cartello dà i numeri del disastro: «I A 24; I B 25; I C 23» cronaca dello scorso anno. «II A 33; II B 32» lo stato attuale. «Che una classe sarebbe sparita ci è stato comunicato ufficiosamente solo il 10 settembre, quattro giorni prima dell'inizio della scuola - spiega Mauro Bovone, padre di un ragazzo in seconda - facendo un rapido calcolo matematico ne desumiamo che l'offerta formativa cala del 33 per cento a fronte comunque di un numero di allievi inferiore allo scorso anno del dieci per cento che è quasi fisiologico. Mi pare una bella disparità rispetto al passato».
Così al momento i ragazzi delle due classi sono stipati in due aule che erano predisposte ad accogliere 25 persone. «In classe manca l'ossigeno, ci sono i banchi assemblati a gruppi di tre - racconta il presidente del consiglio d'istituto Paolo Collu - questo vuol dire che se c'è un'emergenza, quelli che si trovano nel banco incastrato tra gli altri due, rischiano di non uscire. Insomma mi pare che ci sia anche un problema di sicurezza». Sull'argomento insiste anche Sebastiano Franchina dei Cobas: «Anche in elementari e medie la situazione è al limite, chiederemo di ripristinare il numero legale secondo le norme di sicurezza, vale a dire 25 alunni più un insegnante». Quel che è chiaro è che comunque la didattica al Calvino non potrà essere fatta in modo «normale». Sull'accesso ai laboratori molti professori hanno delle perplessità, ci sono troppi rischi e «quindi per ora i laboratori non si fanno e non ci sarà didattica personalizzata», sintetizza una prof.
La rappresentante sindacale del Calvino, portavoce del Comitato genitori e insegnanti Massimiliana Baldacci aggiunge che «non ci sarà modo di fare approfondimenti e neppure visite esterne alla scuola». Perciò mentre i ragazzi schiamazzano per fare una foto di gruppo, i genitori espongono un altro striscione: «Comitato genitori e insegnanti Calvino. Diritto allo studio e al lavoro». Perché «questo liceo dovrebbe essere una punta di diamante anche per la Gelmini - rimarca il portavoce dei precari liguri Paolo Fasce - è un liceo all'avanguardia che grazie all'istituto tecnico industriale che lo ospita è fornito di tutti i laboratori. La nostra battaglia è per avere una terza seconda classe». La domanda è stata inoltrata alla direttrice scolastica regionale Anna Maria Dominici che per ora alla preside ha risposto che le assegnazioni di cattedre sono chiuse.
Anche all'istituto Ipsia Odero sono state tagliate otto classi, le prime sono 4 invece di 5 e c'è una sola terza che unisce gli indirizzi auto e idraulici, prima separati con 38 allievi. Così il tetto dei 31 della Gelmini viene bellamente superato anche in una quarta tecnico industriale dell'Odero di 32 alunni. «Qui addirittura è stata cancellata una quarta e i genitori sono stati informati solo un paio di giorni prima dell'inizio della scuola - dice una docente, Lisa Zarcone - ed è stato loro suggerito di spostarsi in un'altra scuola oppure di frequentare i corsi serali». «Quella di accorpare le classi è un vizio antico fatto in nome del risparmio - commenta il vice presidente nazionale e presidente regionale del Co.Ge.De (il Coordinamento genitori democratici), Matteo Viviano - lo hanno fatto anche i ministri passati. Ma lo scandalo è che quest'anno si arriva a fenomeni aberranti. Ci sono però anche scuole dell'obbligo sovraffollate come non succedeva prima, tipo 29-30 alunni in prima media, e questo vuol dire che gli insegnanti lasceranno perdere i più deboli e si porta avanti un disegno di selezione. Stiamo andando verso una scuola elitaria:chi potrà studia, si compra un sapere che diventa merce e gli altri bocciati».