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Manifesto: Un Mezzogiorno che può far scuola

Unire scuola e Sud è una linea che può dare frutti

11/11/2008
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il manifesto

CASTELVOLTURNO
Valentino Parlato
Può sembrare strano, ma sono stato a Castelvolturno e ho avuto più che un sussulto di fiducia per il nostro paese e anche per le ragioni del manifesto.
Arrivo all'Holiday Inn, il bell'albergo dove il 7, 8 e 9 di novembre hanno sede gli «Stati Generali delle scuole del Mezzogiorno». L'espressione Stati Generali è suggestiva e poi mettere insieme scuola e Mezzogiorno. Tornano alla mente ricordi liceali di Francesco De Santis. La sala dell'Assemblea plenaria è affollatissima. Già una sorpresa di questi tempi. La sorpresa diventa fiducia quando mi si dice che ci sono ben 1.500 presenze per il 70% di insegnanti e per il resto studenti, sindaci e anche qualche genitore. E più di 50 impegnati interventi. L'iniziativa è stata promossa dall'assessorato all'Istruzione della Campania e vi hanno aderito i governi regionali di Calabria, Puglia e Basilicata. Un bel pezzo di Mezzogiorno e si aspetta l'adesione di Sicilia (con qualche dubbio) Sardegna e Abruzzo.
La discussione non è stata lamentosa, ma di denuncia precisa (come ha potuto verificare un emissario della maggioranza venuto lì per provocare e sabotare) e di proposta. La tre giorni di Castelvolturno si è conclusa con l'approvazione di un manifesto da sottoporre all'approvazione delle giunte regionali di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Il succo del ragionamento può, con mia approssimazione, formularsi a questo modo: con la Repubblica siamo passati dalla scuola di classe alla scuola di massa; questo va bene alle forze ora dominanti che pertanto riducono al peggio la scuola di massa, per tornare, attraverso le privatizzazioni alla scuola di classe e in questo modo tagliare le gambe a un Mezzogiorno che si vorrebbe emancipare dal sottosviluppo e da camorra, mafia e 'ndrangheta che allo stato dei fatti costituiscono la migliore occupazione per i giovani un po' intraprendenti.
Insomma le Regioni possono assumere un ruolo progressivo e non ridursi a favoritismi e sprechi solo a patto che abbiano una finalità. Questo a Castelvolturno c'è stato e dovremmo accorgercene tutti. Non solo i mezzi di comunicazione, ma anche i sindacati e quel che resta della sinistra. Unire scuola e Sud è una linea che può dare frutti. Avanti dunque. Il canto di Miriam Makeba non si spegne.