Manifesto: Un nuovo muro invisibile per gli alunni stranieri
La Direzione Scolastica Regionale - come ha confermato il direttore scolastico regionale Giuseppe Colosio - vuole porre uno sbarramento al numero degli studenti stranieri nelle classi della Lombardia
Ines Patrizia Quartieri *
La Direzione Scolastica Regionale - come ha confermato il direttore scolastico regionale Giuseppe Colosio - vuole porre uno sbarramento al numero degli studenti stranieri nelle classi della Lombardia (si sta ragionando, in accordo con il ministero dell'Istruzione, su un tetto di alunni per classe del 30%, ndr ). E' una non soluzione, solo un muro invisibile, un'ulteriore forma di discriminazione, non so se dettata dall'ignoranza o dalla pervicacia nel voler rendere difficile la vita alle persone immigrate per non affrontare una sfida che ha bisogno di ben altri strumenti d'integrazione. Chi di scuola si occupa perché ogni giorno la vive, come insegnante o come genitore, sa bene quanto questo tema sia complesso a cominciare dal decidere chi è straniero. Non basta il colore, non basta il cognome o una data d'ingresso in Italia per essere definiti tali. Le difficoltà legate all'apprendimento della lingua si superano con una dotazione adeguata di insegnanti facilitatori, di laboratori interculturali capaci di valorizzare queste nuove ricchezze e veicolarle anche tra gli adulti. Nelle città di Milano, come pensiamo di poter mettere un tetto nelle classi delle zone di periferia dove vive la maggioranza delle persone neo arrivate? E come possiamo immaginare che chi ha figli in classi diverse, possa vedersi accolto un figlio sì e uno no? Dobbiamo forse immaginare pulmini di bambini stranieri che al mattino vengono dirottati in altre scuole della città? E di converso allora bambini di via della Spiga che si dirigono in periferia per compensare i banchi vuoti lasciati dai loro compagni «diversi» che prenderanno il loro posto nelle scuole del centro? In tutti questi anni la politica dell'assessore ai servizi sociali Mariolina Moioli è sempre stata diretta a privilegiare l'iscrizione degli alunni nelle scuole del propri bacino di appartenenza. Spero non cambierà opinione. E in ogni caso, prima di pensare a certe soluzioni, bisognerebbe chiedersi come mai , in una zona ad alta densità di famiglie straniere, a 300 metri dalla famosa scuola statale di via Paravia (con la presenza di oltre il 90% di alunni stranieri tra i banchi), c'è una scuola primaria comunale, quella divia San Giusto, che ne accoglie solo il 6%. Prima di costruire muri, cominciamo ad abbattere quelli che ci sono. * consigliere comunale del Prc a Palazzo Marino