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Manifesto-Una Casa sul mare al tempo del liberismo e di Letizia Moratti

EUGENIO MONTALE Una Casa sul mare al tempo del liberismo e di Letizia Moratti MASSIMO RAFFAELI Nel gergo musicale che gli era caro, Casa sul mare di Eugenio Montale si direbbe uno standard. Neanche...

17/06/2004
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il manifesto

EUGENIO MONTALE
Una Casa sul mare al tempo del liberismo e di Letizia Moratti
MASSIMO RAFFAELI
Nel gergo musicale che gli era caro, Casa sul mare di Eugenio Montale si direbbe uno standard. Neanche un testo geroglifico, o intransitivo, ma un testo relativamente piano (pieno di debiti classici e moderni, da Dante fino a Pascoli e D'Annunzio) e tale anzi da sembrare una dichiarazione di poetica: c'è infatti per emblema la lotta tra fisica e metafisica (qui e altrove, mare e terra, speranza ostruita e dilagante disperazione) che ottant'anni di studi critici su Ossi di seppia e almeno una trentina di ricezione scolastica hanno reso, o forse avrebbero dovuto, di senso comune. Non un apice (si tratta infatti di una poesia pressoché giovanile) ma tuttavia un buon banco di prova. Gli studenti erano invitati a un'analisi che privilegia l'aspetto tecnico (lingua, stile, componente metrica, fonti). Si dirà che è ovvio, trattandosi di una poesia, ma non lo è affatto per i candidati degli istituti tecnici e professionali, la stragrande maggioranza: ha senso, ad esempio, chiamarli a riconoscere latinismi quali cure (v.2) e leni (v.12) ? O quanti di costoro hanno nozione e concreta esperienza di cosa sia davvero un endecasillabo? Non molti, né è detto che sia una iattura. Solo in coda alla traccia, quasi in appendice, si chiedeva di affrontare il contenuto della poesia. Qui qualcuno più intuitivo, o più volonteroso, avrà avuto magari uno scatto: "Il tuo cuore vicino che non m'ode/ salpa già forse per l'eterno.//" ; qui qualcuno, cioè, si sarà disperato del fatto che la miseria ontologica (assenza di legame sociale, dispersione, oblio di qualsiasi progetto) è una cosa normale, di massa, si direbbe "realistica", ottant'anni dopo la poesia di Montale. Cioè al tempo della globalizzazione liberista e, nel nostro piccolo, di Letizia Moratti.