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Manifesto: «Unità con Cisl e Uil, altrimenti avanti da soli»

"Diritti in piazza con la CGIL". CGIL· Enrico Panini spiega le mobilitazioni di oggi. E quelle future

27/09/2008
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il manifesto

Loris Campetti

«Non mi rassegno alla rottura dei rapporti unitari e lavoro perché questa prospettiva resti fuori dalle possibilità. Anche la mobilitazione di domani (oggi per chi legge, ndr ) che facciamo da soli non per nostra scelta, ha come parole d'ordine le scelte elaborate unitariamente con Cisl e Uil sulle politiche economiche e sociali del governo. A muoversi contro l'unità sindacale sono il governo e pezzi di padronato che cercano di ottenere benefici dall'isolamento della Cgil. Non dobbiamo dargliela vinta». Chi parla è Enrico Panini, per anni segretario generale della Cgil scuola prima, poi della Flc, e oggi segretario confederale con la delega all'organizzazione, molto importante in un momento delicato come questo.

L'unità con Cisl e Uil è una scelta strategica, e dici di non rassegnarti alla sua dissoluzione. Resta il fatto che dalla vertenza Alitalia a quella con Confindustria sui contratti, passando per l'accordo separato siglato da Cisl e Uil nel commercio, le cose marciano rapidamente in direzione di una rottura, o comunque di una sospensione dei rapporti unitari. Che farà, in questo caso, la Cgil?

La mobilitazione che abbiamo promosso per il 27 non è un atto simbolico ma l'avvio di un percorso per rendere chiari e condivise con i lavoratori e i pensionati le nostre critiche radicali alle politiche del governo. Ripeto che si tratta di critiche che sono il prodotto di un'elaborazione unitaria che noi intendiamo comunque sostenere, nelle trattative e quando è necessario, come nel Pubblico impiego e nella scuola, con la mobilitazione. Serve una svolta urgente e netta, l'abbandono di una politica che sta facendo precipitare l'economia del paese e le condizioni di vita di lavoratori e pensionati. In assenza di una netta inversione di tendenza di queste politiche antipopolari, faremo il punto al nostro interno nel direttivo del 30 settembre e ci confronteremo con Cisl e Uil. La separazione non è ineluttabile, e continuo a credere che ci siano le condizioni per una battaglia comune. Se sciaguratamente non fosse possibile, ritengo che la Cgil debba assumersi le proprie responsabilità e con lo stesso spirito unitario a cui non rinunciamo, anche qualora Cisl e Uil dovessero interrompere il percorso comune, dovremo decidere iniziative di mobilitazione adeguate alla situazione. Anche da soli.

Quali segnali avete dai territori e dai posti di lavoro?

Abbiamo annunciato 150 manifestazioni, presidi e altre iniziative in tutte le città, ma sappiamo già ora che la mobilitazione sarà ancora più ampia in tutto il territorio nazionale. I nostri obiettivi e le nostre critiche al governo sono sempre più condivisi. La nostra gente ci dice che la vicenda Alitalia e la trattativa con Confindustria spingono a passare dalla denuncia alle mobilitazioni. L'appuntamento del 27 è cresciuto, rafforzato dagli ultimi atti del governo: le scelte scellerate sulla scuola; la decisione nel pubblico impiego di legittimare gli aumenti unilaterali scavalcando e annullando la contrattazione; la cancellazione di due finanziarie per chiudere la porta in faccia al mondo precario, impedendo la loro regolarizzazione come pur prevedono le leggi esistenti. I precari sono così condannati al gioco dell'oca, quando il giocatore è costretto a tornare alla casella di partenza. Infine, un'altra ragione che rafforza la convinzione e la partecipazione alla nostra manifestazione è l'attacco intollerabile del governo all'informazione per colpirne la libertà e l'autonomia. Così facendo, con i tagli previsti alle testate cooperative come la vostra e ai giornali sindacali e politici si vuole impedire la dialettica democratica.

Un fantasma aleggia sulla mobilitazione della Cgil. Che siate contro la politica antipopolare del governo è chiaro a tutti. Ma perché salvate la Confindustria? Non negherai che c'è un filo, anzi una solida catena, che lega le scelte del governo alle pretese del padronato privato.

Le nostre critiche non hanno risparmiato la Confindustria, e ribadiamo il nostro radicale dissenso. C'è una trattativa in corso, e quando da via dell'Astronomia è arrivata quell'ipotesi di accordo sulla riforma dei contratti, l'abbiamo giudicata inaccettabile, non emendabile. Si pretende di annullare concretamente la contrattazione, fino a prevedere un sistema di sanzioni che impediscono alle categorie ogni forma di contrattazione migliorativa. Al contrario, in quella proposta irricevibile si prevedono addirittura deroghe peggiorative al contratto nazionale. Giovedì si è concluso il tavolo tecnico con Confindustria, non ci sono più ragioni per proseguirlo. Ora è il momento di dare una valutazione politica e lo faremo nel prossimo direttivo della Cgil, poi ci confronteremo con Cisl e Uil e lavoreremo per andare avanti insieme. Credo che sia possibile, lo sappiamo tutti che Federmeccanica, tanto per fare l'esempio più eclatante, ha ordinato il blocco delle trattative per i rinnovi contrattuali. I contratti pubblici invece sono già scaduti e ritengo che per sbloccare questa situazione sia necessario passare allo sciopero. Ripeto che, se sciaguratamente non fosse possibile procedere insieme con Cisl e Uil, la Cgil si assumerebbe le responsabilità che le competono.

Un riferimento alla vertenza Alitalia è d'obbligo: l'accordo che avete siglato è una riduzione del danno, o è positivo in sé?

E' positivo in sé. Perché entra un partner straniero e non necessariamente in posizione defilata, il che può impedire che la compagnia di bandiera si riduca a una piccola società per la gestione dei voli interni. Secondo, abbiamo conquistato, dentro una trattativa condotta in modo sciagurato dal governo, alcuni diritti fondamentali per i lavoratori: dai salari alla malattia, al recupero di una parte del precariato. La Cgil si è mossa con coerenza e ha portato a casa dei risultati.