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Manovra, la Cgil torna in piazza: “Pubblico è futuro”

La manifestazione partirà alle 14 da piazza della Repubblica per raggiungere piazza del Popolo.

08/10/2011
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La manifestazione partirà alle 14 da piazza della Repubblica per raggiungere piazza del Popolo. Di Berardino: “Chiederemo per l’ennesima volta al Governo di cambiare una finanziaria folle che colpisce i lavoratori e i pensionati e non fa nulla per rilanciare crescita e sviluppo”.

La Cgil torna in piazza alle 14 per la manifestazione “Pubblico è futuro” con lo slogan “Senza il servizio pubblico sei privato dei tuoi diritti”. Parteciperà al corteo anche la Cgil di Roma e del Lazio “insieme alle categorie della FP (Funzione pubblica) e della FLC (Federazione lavoratori della conoscenza) Cgil”. La protesta è “per dire basta all’accanimento del governo contro il lavoro e i servizi pubblici, contro le pubbliche amministrazioni e il sistema della formazione”.

“In questo appuntamento - dichiara Claudio Di Berardino segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio - chiederemo per l’ennesima volta al Governo di cambiare una manovra folle che colpisce i lavoratori e i pensionati e non fa nulla per rilanciare crescita e sviluppo. Cambiare si può. Le risorse possono essere recuperate altrove tassando le grandi ricchezze e le grandi rendite, iniziando una seria lotta all’evasione fiscale”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario generale della FP Cgil di Roma e Lazio Lorenzo Mazzoli: “Invitiamo tutti i cittadini a prendere parte alla manifestazione di domani - dichiara Mazzoli. Questo attacco del Governo al lavoro pubblico si tradurrà anche in un attacco ai pubblici servizi. È importante dunque che tutti i cittadini, non solo i lavoratori pubblici, rispondano in modo forte e partecipato”.

A essere attaccati sono soprattutto i lavoratori della conoscenza, come dichiara Augusto Alonzi segretario generale della FLC CGIL di Roma e del Lazio: “Con questa manovra - dice Alonzi - si smantella di fatto il sistema pubblico della conoscenza e delle tutele del lavoro nella nostra regione. Domani saremo lì a testimoniare il nostro sdegno e a dire che un altro modello di società è possibile e che istruzione, formazione e ricerca devono tornare a essere considerati beni comuni”.