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Market press-notiziario:INVESTIRE SU RICERCATORI E PMI PER POTENZIARE L´INNOVAZIONE

La relazione di Pilar del Castillo Vera (Ppe/de, Es) sollecita anzitutto gli Stati membri a promuovere l´imprenditorialità «sin dalle prime fasi dell´istruzione» e a sostenere maggiormente l´apprendimento lungo tutto l´arco della vita

04/07/2006
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Bruxelles, 4 luglio 2006 - Stimolare le carriere scientifiche, sostenere i giovani ricercatori e agevolarne la mobilità. E´ quanto chiede una relazione all´esame della Plenaria per potenziare l´innovazione in Europa ed evitare la fuga di cervelli. Oltre a dare impulso alle Pmi innovative, occorre garantire i diritti della proprietà intellettuale e adottare il brevetto europeo. Ma, per diffondere la conoscenza, i deputati sollecitano anche la promozione di software open source gratuiti e di sistemi di licenza. La relazione di Pilar del Castillo Vera (Ppe/de, Es) sollecita anzitutto gli Stati membri a promuovere l´imprenditorialità «sin dalle prime fasi dell´istruzione» e a sostenere maggiormente l´apprendimento lungo tutto l´arco della vita, incoraggiando attivamente la formazione nel settore delle Tecnologie dell´Informazione e della Comunicazione, «sia fra le persone che lavorano che fra quelle disoccupate». Sostenere i giovani ricercatori I deputati sottolineano la necessità di sostenere i ricercatori nell´accesso ai finanziamenti di preavviamento, che consentono loro di finanziare attività volte a dimostrare agli investitori che una nuova tecnologia presenta un certo livello di sostenibilità commerciale e tecnica. Ma occorre anche dare maggiore visibilità alle carriere scientifiche e promuovere gli incentivi e i premi esistenti, quali il premio Descartes, il premio Aristotele e i premi per giovani ricercatori. Chiedono poi che venga accordato un maggiore sostegno ai ricercatori europei migliori, soprattutto a quelli agli inizi di carriera, «sotto forma di condizioni di lavoro più attraenti, di una riduzione degli ostacoli giuridici, amministrativi e geografici, e della parità di trattamento fra i ricercatori europei e i loro omologhi stranieri». Nel sostenere «fermamente» l´obiettivo necessario di creare un mercato unico per i ricercatori, riconoscono inoltre l´esigenza di introdurre incentivi per il miglioramento delle condizioni di lavoro del personale scientifico e di ricerca, e per la formazione continua dei lavoratori, «quale metodo efficace di diffusione del sapere scientifico». In proposito, ritengono che gli istituti di formazione possano fornire un importante contributo e, dicendosi convinti che «il contatto con la scienza e la ricerca dovrebbe cominciare sui banchi di scuola», sottolineano la necessità di promuovere «una collaborazione creativa tra il personale di ricerca universitario e il settore delle imprese». Per i deputati, inoltre, occorre eliminare gli ostacoli alla mobilità dei ricercatori attraverso il miglioramento dello status e dello sviluppo professionale, da conseguirsi con una migliore cooperazione tra Stati membri in materia di tassazione e di trasferimento di talune prestazioni previdenziali. Ma l´Unione deve anche lottare efficacemente contro la fuga dei cervelli e adottare le opportune misure volte ad attirare l´eccellenza nel proprio territorio. In particolare, suggeriscono di promuovere, programmi di scambio con i paesi terzi come Erasmus mundus, per gli studenti, i ricercatori e gli insegnanti. Inoltre, sottolineano che un quadro europeo delle qualifiche «costituirebbe un elemento importante per la creazione di un mercato del lavoro europeo aperto per i ricercatori». Un occhio di riguardo per le Pmi La relazione sottolinea il ruolo fondamentale attribuito alle università nella creazione e nella diffusione della conoscenza, e raccomanda vivamente di rafforzare la loro importanza sviluppando le sinergie tra l´insegnamento superiore, la ricerca, l´apprendimento lungo tutto l´arco della vita e il settore produttivo. Sollecita poi gli Stati membri ad aiutare gli istituti di ricerca applicata ad avere un più stretto contatto con l´industria, gli incubatori e i vicini parchi scientifici o industriali, mettendoli in condizione di raggiungere la massa critica. Per i deputati, infatti, è importante promuovere l´integrazione di prodotti, processi e servizi basati sulla conoscenza e, al riguardo, propongono che venga offerto un «sostegno alla ricerca addizionale», seppur limitato, alle iniziative di Pmi selezionate «che dimostrano di avere una particolare attitudine all´innovazione e alla creazione imprenditoriale». Raccomandano poi un impegno particolare per assicurare un´adeguata partecipazione delle Pmi alle attività di R&s grazie all´adozione di misure concrete, «ad esempio riservando una quota dei finanziamenti per la ricerca alle Pmi». Osservando inoltre la necessità di migliorare l´accesso delle Pmi ai finanziamenti, i deputati sostengono l´idea di agevolare e ampliare l´accesso ai prestiti della Banca europea per gli investimenti da parte delle Pmi che più particolarmente necessitano di incoraggiamento nel campo dell´innovazione e della ricerca. La Commissione è poi esortata a adottare, in collaborazione con gli Stati membri, misure di assistenza strutturale finalizzate alla riqualificazione delle piccole e medie imprese in termini di gestione della conoscenza e di risorse tecnologiche, «affinché possano sostenere un ruolo dinamico nel mercato dell´innovazione trainato dalla domanda e partecipare attivamente alle attività di ricerca e sviluppo tecnologico». La relazione propone anche l´europeizzazione di cluster, conglomerati, cooperative e consorzi nazionali, «al fine di incrementare il potere competitivo e la massa critica» e sottolinea l´importanza della creazione di poli e aree di innovazione a livello regionale nonché di una rete che li colleghi con le corrispondenti strutture di altre regioni e Stati membri o paesi terzi. Inoltre, pur sottolineando la necessità di un sistema di partenariato pubblico-privato più sviluppato al fine di migliorare la qualità della ricerca fornendo attrezzature, infrastrutture e servizi moderni, i deputati ritengono che gli interventi pubblici non dovrebbero limitarsi a fornire incentivi a sostegno degli investimenti privati, «ma svolgere un ruolo strategico di orientamento delle imprese, ai fini della promozione dell´innovazione e dell´acquisizione di nuovo know-how». I deputati, infine, valutano favorevolmente la riforma radicale delle norme dell´Ue in materia di aiuti di Stato, «che trasferisce i sussidi dalle grosse imprese in difficoltà alle piccole aziende innovative». Proprietà intellettuale, open source e brevetto europeo Per creare un mercato favorevole all´innovazione, i deputati sollecitano gli Stati membri a migliorare la regolamentazione, le norme, gli appalti pubblici e la tutela dei diritti di proprietà intellettuale. In proposito, prendono atto dell´opinione della Commissione secondo cui l´Unione europea deve acquisire un sistema di tutela della proprietà intellettuale che sia efficace in rapporto ai costi, giuridicamente sicuro e favorevole all´utente, al fine di attrarre imprese tecnologicamente avanzate. Tuttavia, ritengono che la tutela della proprietà intellettuale «non debba interferire con il libero accesso a beni e conoscenze di dominio pubblico». Pertanto, sollecitano la Commissione a promuovere una società basata sulla conoscenza e sull´inclusione sociale, ad esempio sostenendo il software a sorgente aperta e gratuito, e i concetti di concessione di licenze quali la Gpl (General Public License) e la Pdl (Public Documentation License). Nel rilevare poi la necessità di un brevetto e di un marchio comunitari e di una maggiore reciprocità fra i sistemi dei brevetti europeo, statunitense e giapponese, sottolineano che è essenziale «garantire un equilibrio tra la protezione della proprietà industriale, la diffusione delle conoscenze tecniche e una concorrenza libera e senza restrizioni». Chiedendo quindi al Consiglio di sbloccare il progetto di brevetto europeo per quanto riguarda il regime linguistico, sottolineano però che lo scopo della protezione fornita da un brevetto «è la salvaguardia di un´invenzione e non il controllo di settori di mercato». .