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Mascherine a scuola: i conti che non tornano del commissario Arcuri

Undici milioni al giorno negli istituti di tutta italia, dice al Corriere. Ma a disposizione non ha abbastanza fondi. Il nodo della trasparenza dei numeri dell’appalto

23/10/2020
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Corriere della sera

«Per la scuola ho un budget di 461 milioni per banchi, gel, mascherine e distribuzione. Ogni giorno 11 milioni tra studenti e docenti ricevono una mascherina chirurgica gratuita in 40mila istituti. I contratti stipulati per banchi e sedie valgono 325 milioni, di cui una piccola quota per le sedute innovative. In totale 2,1 milioni di banchi tradizionali e 430 mila a rotelle: quello che ci hanno chiesto i dirigenti scolastici». Così il commissario straordinario Domenico Arcuri ha spiegato nell’intervista al Corriere della Sera.

I fondi per la scuola

Molti soldi indubbiamente per la sicurezza nelle scuole, per i banchi e le mascherine. I contratti non sono pubblici e gli unici numeri che le regole sulla trasparenza nella pubblica amministrazione impongono alla struttura commissariale di divulgare sono appunto quelli che Arcuri ha raccontato. Ma le somme non tornano. In assenza di «pezze d’appoggio» non resta che affidarsi a quanto riferiscono i collaboratori del commissario. A settembre era stata data un’indicazione: le mascherine costano appena di più di 0,10 euro, dieci centesimi l’una. Undici milioni per 0,10 euro per 200 giorni che sono im media quelli della durata dell’anno scolastico da 220 milioni di euro per garantire ciò che Arcuri promette. Poiché invece il commissario spiega che dei 461 milioni a sua disposizione per le scuole, 325 li ha usati per i banchi, gliene restano soltanto 136 per «mascherine, gel e distribuzione».

Meglio aggiornare i numeri

Insomma le mascherine per le scuole sono sicuramente tante, forse persino di più di quelle che servono realmente (visto anche che ormai le scuole superiori sono offliimts per la metà degli studenti costretti alla didattica a casa), e dunque meglio non sprecare - verrebbe da dire - ma non sembrerebbero 11 milioni al giorno. Ma allora, per correttezza o trasparenza, servirebbero dati più dettagliati. Oppure bisognerebbe aggiornare i numeri della propaganda anti-Covid abbandonando il ritornello degli 11 milioni.


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