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Matematica, lezioni private addio arriva il tutor che ti aiuta sul web

Il prof elettronico propone gli esercizi e corregge i compiti. Il software per le ripetizioni sarà adottato dagli insegnanti dal prossimo anno

02/02/2011
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la Repubblica

di Michele Smargiassi

Tu sei davanti a un computer, e lui sta nella nuvola. Nella "nuvola" di Internet. Il servoprofessore, il personal trainer invisibile, si chiama MyMathLab. Nel mondo anglosassone, dove questo stile di scuola elettronicamente assistita è disponibile da dieci anni, ha avuto un successo sorprendente: due milioni di studenti "vanno a ripetizione" da lui.
Nel mondo ispanico è sbarcato un anno fa. In Italia arriverà col nuovo anno scolastico, quando Pearson Italia avrà completato l´immane lavoro di adattamento linguistico della piattaforma originale. Alle prime, è difficile capire la novità. Le tecnologie sono entrate da anni nelle scuole italiane. Il primo "libro digitale" nel ´97 fu un manuale di fisica, il celebre Amaldi edito da Zanichelli. Ventimila classi (altre ottomila entro l´anno) usano già la "lavagna elettronica".
Ma l´ebbrezza tecno-scolastica che trasforma lo strumento nel fine, le "aule informatiche" dove si impara solo a usare l´aula informatica, i "libri elettronici" che spesso sono i vecchi libri di carta con qualche gadget video-sonoro, tutto questo che chiamiamo "Scuola 2.0" non ha ancora dimostrato in pieno la sua efficacia nella scuola punto e basta, che essenzialmente è il rapporto tra un professore e uno studente.
Il tutor elettronico si inserisce proprio qui. Ma in modo un po´ particolare. È immateriale. Nelle librerie, dentro la scatola, ci sarà solo un codice d´accesso. Niente programmi da istallare, serve solo un accesso alla Rete. Il docente che "adotta" MyMathLab nella sua classe (si inizia col biennio delle superiori, arriverà anche il triennio) chiede ad ogni studente di acquistare una password (al prezzo di un libro di testo). Si crea una "rete" di cui il docente è il manager. Ma «In classe non cambia nulla», chiarisce Massimo Esposti, direttore editoriale. «Il timore dei docenti è di essere messi da parte da un software, ma qui il professore resta al suo posto, anzi adatta lo strumento al suo stile didattico».
La nuova filosofia, che fra pochi giorni sarà oggetto di un ciclo di convegni in sette città italiane, è: non si interviene sulla trasmissione dei contenuti, né sull´estremo opposto, la verifica, ma nel mezzo: sull´allenamento individuale. Liberando il professore dalla parte più ripetitiva del suo lavoro: la correzione dei compiti a casa. Che è il punto più debole della didattica tradizionale. Perché, si sa, i professori non hanno il tempo materiale di correggere tutti i giorni una ventina di compiti a casa. «La matematica si impara con gli esercizi. Meglio: si impara potendo sbagliare liberamente gli esercizi», spiega Roberto Gulli, amministratore delegato di Pearson Italia, una vita dedicata all´editoria scolastica. «Ma in classe non c´è mai tempo per il metodo trial-and-error».
Così, anche il migliore dei professori può capire come lo studente si sta misurando con regole e teoremi solo al momento dell´interrogazione, quando è ormai tardi per rimediare, perché la verifica è valutazione e non esercitazione, è momento performativo e non formativo. L´addestramento individuale avviene senza aiuto, questo buco nero produce fallimenti in classe, i fallimenti generano la tremenda maths anxiety, l´angoscia da matematica, che ci fa precipitare nelle classifiche internazionali: uno studente italiano su sei è insufficiente in matematica. E le lezioni private diventano un business milionario.
Il servoprof promette di scongiurarle, o rimpiazzarle. Funziona così. Il professore (umano) assegna i compiti di giornata scegliendoli da una libreria con migliaia di tipologie di esercizio. Lo studente, a casa, li apre sul suo schermo e prova a risolverli. I tutorial elettronici già in circolazione si limitano a dire se ha centrato o meno la soluzione (in genere, su risposte chiuse da "crocettare").
La novità è che il tutor ora interviene durante la soluzione. Se stai sbagliando, il sistema se ne accorge, ma non si limita a dirtelo e a offrirti un suggerimento generale. Ti ricorda la regola che serve in quel preciso passaggio e ti mostra esempi di applicazione corretta. Se l´equazione non ti viene ancora, ti propone di rifarla insieme, concedendoti "aiutini" parziali o cospicui.
Ti risolve anche l´intero esercizio sotto gli occhi, se proprio t´impantani (e se il professore umano lo ha preventivamente autorizzato ad essere generoso): ma te ne somministra subito un altro simile, creandolo appositamente: può generarne milioni senza mai ripetersi (inutile telefonare al compagno per copiare: l´esercizio su cui sta sudando lui è certamente diverso). Adegua gli esercizi successivi alle tue capacità, insiste sulle tue debolezze.
Intanto tiene nota degli errori che commetti, della velocità di esecuzione, degli aiuti che hai chiesto, e compila un rapporto che il prof (umano) può leggere in tempo reale: il giorno dopo, in cattedra, adeguerà la sua lezione al livello raggiunto dalla classe, ma saprà anche quali tra i ragazzi stanno facendo più fatica, e darà consigli personalizzati.
Secondo i dati raccolti negli Usa da Pearson nei milleseicento college che hanno adottato il sistema, le performance matematiche degli studenti sono migliorate in media del 20-30%. Un miracolo che ci farebbe salire parecchi posti nelle graduatorie Ocse-Pisa e farebbe scendere la pressione a parecchi genitori.