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Mattino: E oggi parte la no-stop per il rinnovo del contratto

I corsi di recupero, decisi dal ministro, non entreranno nella no-stop che parte questo pomeriggio all’Aran per il rinnovo del contratto del comparto scuola. Ma i sindacati avvertono che certo non staranno con le mani in mano nel caso venisse dato in «appalto»,

04/10/2007
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Il Mattino

Roma. I corsi di recupero, decisi dal ministro, non entreranno nella no-stop che parte questo pomeriggio all’Aran per il rinnovo del contratto del comparto scuola. Ma i sindacati avvertono che certo non staranno con le mani in mano nel caso venisse dato in «appalto», spiega il leader della Cgil, Enrico Panini, un pezzo dell’offerta formativa. Il ricorso a soggetti esterni, nel decreto non è ben specificato, e il ministro, nel corso dell’incontro che ha avuto ieri con i sindacati per illustrare le linee della Finanziaria, non l’ha chiarito. Tuttavia, pur restando vigili, ora l’obiettivo centrale è chiudere la trattativa all’Aran. L’accelerazione è stata impressa dal decreto «capestro», così lo definisce Panini, approvato venerdì scorso, che stabilisce che per i contratti chiusi entro il 1° dicembre, una parte degli aumenti con tanto di arretrati verranno inseriti nella busta paga di fine anno. Non sarà una grande cifra ma è già qualcosa. L’alternativa era quella di aspettare il 2008. Da questo scaturisce l’esigenza di fare in fretta, condivisa dai confederali e in parte dallo Snals, ma non dalla Gilda. Il segretario di quest’ultimo sindacato, Rino Di Meglio, tiene a precisare che in questo modo si rischia di «danneggiare i docenti» sottoscrivendo un contratto nel quale «potrebbero emergere nuovi incarichi burocratici». L'appuntamento è fissato per questo pomeriggio e la firma, salvo sorprese dell’ultima ora è prevista per domani. L’aumento deciso per i docenti è pari a 115 euro, lordi, ma solo una parte, ancora non quantificata di questi fondi, finirà a dicembre in busta paga. Sarebbe un passo in avanti. I sindacati andranno sì alla firma, ma già affilano le unghie per il prossimo anno. I confederali infatti, nello stesso giorno in cui consentono a Fioroni di annunciare che la firma del contratto è vicina, annunciano che scenderanno in piazza il prossimo 27 ottobre per una scuola pubblica di qualità. Un primo passo verso lo sciopero generale. Spiega il leader della Cgil, Enrico Panini: «Mancano le risorse per il prossimo anno e chissà se arriveranno». Ma non è solo questa la ragione degli scioperi. Il malumore all’interno dei sindacati è palpabile. L’avvio dell’anno scolastico non è stato facile. Il lavoro dei provveditorati per assegnare le supplenze annuali è andato a rilento tanto che a Roma, Napoli, Palermo e Bari, ancora non è concluso e sono circa 15mila le cattedre non assegnate. Non basta. Nel corso dell'incontro con i sindacati il ministro non li ha convinti sul nodo degli organici. «Continua - aggiunge Panini - una politica di taglio degli organici quando invece le iscrizioni aumentano, eppure appena una settimana fa Fioroni e il ministro Padoa Schioppa avevano presentato il libro bianco sulla scuola nel quale sostenevano che era ora di voltare pagina, ovvero non più tagli ma programmazione». Uno slogan durato, hanno rilevato i sindacati, solo sette giorni. Eppure - prosegue il leader della Cgil scuola - se nella scuola pubblica si tagliano risorse, nella privata, la legge è in discussione al Senato, si vogliono integralmente ripristinare le risorse precedentemente ridotte». e.r.