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Mattino-Promuovere tutti? Due scuole di pensiero

RISPONDE PIETRO GARGANO Promuovere tutti? Due scuole di pensiero Sono un docente del liceo scientifico "Pontano" di Napoli e vorrei raccontare una conversazione da me ascoltata casualmente per stra...

11/07/2004
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Il Mattino

RISPONDE PIETRO GARGANO
Promuovere tutti? Due scuole di pensiero
Sono un docente del liceo scientifico "Pontano" di Napoli e vorrei raccontare una conversazione da me ascoltata casualmente per strada durante il periodo degli scrutini finali; in essa un docente diceva a un'altra persona: "Oggi abbiamo resuscitato tanti cadaveri". Per chi non facesse parte dell'ambiente scolastico si può tradurre così: "Oggi abbiamo promosso tanti alunni che avrebbero meritato di essere bocciati". Senza voler discutere l'infelice accostamento delle parole cadaveri e bocciati, chiedo: è giusto andare fieri, gridandolo ai quattro venti, di aver promosso coloro che il docente stesso ritiene non meritino la promozione o bisognerebbe vergognarsene?
Ringrazio il professor Mario Artiglio per la sua lettera al Mattino del 27 giugno, per avermi fatto sapere che siamo almeno in due a combattere contro i mulini a vento nella scuola. A nessun buon docente può far piacere una non promozione sia professionalmente sia soprattutto umanamente, ma nei casi in cui sia strettamente necessario, penso non ci si possa esimere.
Massimo Simeoli - NAPOLI
Il professor Artiglio esprime il proprio disappunto per la scuola di oggi, quella che promuove tutti a dispetto di assenze, di debiti regressi, aggressioni fisiche e verbali e altro. Io ho conosciuto la scuola che mi ha posto al cospetto di una bocciatura inaspettata solo all'uscita dei quadri. Ho avuto modo di comprendere che la trincea è forse troppo occupata per altre battaglie. Non ha trovato il tempo di mettermi al corrente che mio figlio diciottenne, in quarta liceo, dopo una partenza di anno sicuramente recuperabile, da gennaio a maggio ha subito un cambiamento, collezionando brutti voti che ne hanno determinato la non ammissione. Ciò mi è stato riferito solo a evento avvenuto. Quegli stessi professori in trincea non conoscono il diritto all'informazione? Non hanno mai sentito parlare di collaborazione scuola-famiglia? Non sanno che negli adolescenti si manifestano disagi che una scuola attenta percepisce e che a volte sfuggono al genitore "distratto"? Resto delusa e amareggiata. Cinque mesi sono tanti perché un alunno si risollevi, sono anche abbastanza per capire cosa ci fosse dietro quel rifiuto allo studio ma probabilmente erano troppo impegnati, i colleghi del professor Artiglio, a combattere contro quei mulini a vento azionati da chi ha interesse a salvaguardare altro o altri.
loredanacristofalo@virgilio.it
L'anno scolastico è terminato, è tempo di bilanci. 548 alunni iscritti, l'82% scrutinato, 98 alunni, circa il 18%, che si trasferisce o abbandona. 450 allo scrutinio finale e di essi nelle classi prime, seconde e quarte, il 19% non promosso e dei promossi il 33% ammesso alla classe successiva con uno o più debiti formativi. È una scuola reale. Condividiamo, professor Artiglio, siamo in trincea. Lavoriamo in una scuola reale e non ideale, piena di difficoltà, vissuta non sempre come "scuola" da alunni difficili, spesso poco seguiti, appartenenti a un ceto sociale medio basso di impiegati, operai o contadini quando non sono figli di disoccupati o sottoccupati, a volte costretti al lavoro pomeridiano, sempre a nero e del più disparato. Una scuola reale che è l'ultima spiaggia per molti ragazzi per i quali il diritto alla cultura, allo studio si allontana sempre più. Hanno in noi insegnanti, molte volte, l'unico punto di riferimento prima di cadere nella trappola della strada, del lavoro nero, della delinquenza in qualche caso. Siamo militanti della cultura che combattono contro mulini a vento alimentati da chi vuole una scuola vecchia e settaria, che preferisce espellere, ricacciare indietro, che vuole solo alunni che subiscono la cultura, ben inseriti, pronti a ricevere da professori cattedratici il "verbo".
Bene, caro collega, i tanti anni di esperienza in un istituto professionale non mi sembra ti abbiano insegnato che questo tipo di alunno non si iscriverà mai da noi, noi non saremo mai machine-teachers. I nostri alunni continueranno a contagiarci con tutti i loro problemi, a costringerci a lavorare più dei colleghi delle scuole "normali" e a costruire progetti PON portati avanti con sacrificio, nella speranza di recuperare il disagio. Per irrisorie "prebende", hai ragione, diamo i nostri pomeriggi a questi ragazzi, con l'intento di tenerli lontani dalla strada, di far conoscere loro aspetti del sapere che in apparenza sembrano lontani dal sapere scolastico, ma che tanto invece hanno a che fare con esso, sicuramente di valore pedagogico-didattico significativo.
Saremmo stati ancora più in accordo con te se tu avessi concluso che anche quest'anno non tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissi sono stati raggiunti. Non siamo riusciti a educare e promuovere tutti. 75 non promossi, con punte del 40% circa in alcune classi, 129 promossi con debito, sono troppi. Non sembra il quadro di una scuola che promuove "tutti". Avremmo potuto fare di più, ci saremmo aspettati da vecchi ed esperti insegnanti come te un aiuto, un incoraggiamento a non desistere, a continuare a combattere in trincea per i nostri ragazzi, consigli su come tenerli lontani dal cortile, non una ingiusta e denigratoria lettera ad un giornale. Ci saremmo aspettati un incitamento, un riconoscimento del lavoro di tanti di noi, non una mortificazione delle nostre professionalità.
Mimmo De Fabbio, Ipa "Augusto" OTTAVIANO
Due contrapposte scuole di pensiero all'interno della scuola e una madre che protesta: nessun commento, per ora, ma solo il desiderio di avere altre testimonianze dirette e pareri su un argomento cruciale nella vita normale della gente.