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Mattino-Rivoluzionati gli istituti tecnici Scettici gli studenti

Rivoluzionati gli istituti tecnici Scettici gli studenti ELENA ROMANAZZI Roma. Due percorsi di istruzione, quello più tradizionale con i licei e l'altro di istruzione e formazione professio...

29/05/2005
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Il Mattino

Rivoluzionati gli istituti tecnici Scettici gli studenti

ELENA ROMANAZZI Roma. Due percorsi di istruzione, quello più tradizionale con i licei e l'altro di istruzione e formazione professionale ancora tutto da delineare. Il primo sì alla riforma secondaria è arrivato ieri dal consiglio dei Ministri. Ora il pacchetto passerà al vaglio della Conferenza Stato-Regioni per poi approdare in Parlamento. L'avvio è previsto per il 2006/2007, ma potrebbe slittare. Lo stesso ministro, Letizia Moratti, nella presentazione dell'ultimo atto della riforma parla di possibili "cambiamenti". L'impianto non verrà comunque stravolto. Otto i licei: quattro tradizionali e senza indirizzo (classico, scientifico, linguistico e scienze umane) e altrettanti con una miriade di possibilità di scelta per i ragazzi. Si parte dall'economico (si potrà scegliere tra l'istituzionale e l'aziendale); il tecnologico (meccanico e meccanotronico, elettrico ed elettronico, informatico e comunicazione, chimico e materiali, produzioni biologiche e biotecnologie alimentari, costruzioni, ambiente e territorio, logistica e trasporti, tecnologie tessili e dell'abbigliamento); l'artistico (arti figurative, architettura design e ambiente, audiovisivo multimedia scenografia); musicale. A tutti viene garantito un diploma o una qualifica. I corsi durano cinque anni, divisi in due bienni più uno. I percorsi continuano ad essere personalizzati e ci sarà un tutor. Torna il voto in condotta e per poter superare l'anno occorre frequentare i 3/4 dell'orario previsto. Nei licei tradizionali l'inglese parte dal primo anno, c'è poi l'informatica associata alla matematica. Per gli altri invece, quelli che attualmente vengono chiamati istituti tecnici, sono ancora molti gli interrogativi primo fra tutti il nodo della qualifica, non specificato nel decreto. Il varo dell'ultimo atto della riforma non è stato accolto positivamente. Indignata l'opposizione, durissimo il commento del presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani: "Trovo inaccettabile che l'esecutivo si riservi di acquisire un semplice parere delle Regioni". Coro di no da parte dei sindacati, confederali e non. "Il provvedimento aumenterà le disuguaglianze tra i giovani" commenta Enrico Panini della Flc-Cgil annunciando uno "scontro durissimo". Francesco Scrima della Cisl scuola, si chiede perché il Governo si ostini in un'avventura nella quale il mondo della scuola "assolutamente non si riconosce", mentre Massimo Di Menna della Uil scuola, chiede di "fermare i motori e aprire una discussione per un processo di riforma condiviso e partecipato". Vera levata di scudi da parte delle forze di opposizione. Umberto Ranieri, della segreteria Ds, parla di "strappo istituzionale" e la compagna di partito Acciarini ritiene che il ministro sia "un generale senza esercito" che continua "a fare piani quinquennali che entreranno in vigore in tempi in cui non sarà più ministro". Delusione bipartisan anche da parte dei giovani: l'Unione degli studenti parla di "giornata nera per la scuola italiana" e Azione studentesca (vicina alla destra) definisce il provvedimento un contenitore da riempire. A fare quadrato intorno al ministro Moratti è scesa, invece, la portavoce di Forza Italia, Elisabetta Gardini, che dice basta "alle menzogne della sinistra". Soddisfatto il senatore Giuseppe Valditara (An) soprattutto rispetto all'istruzione tecnica che "assicura una maggiore apertura culturale ai gradi direttivi dell'industria italiana".