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Mattino-Salerno--Prof. scatta l'ora dei tagli

Prof, scatta l'ora dei tagli GIANN...

10/02/2004
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Il Mattino



Prof, scatta l'ora dei tagli
GIANNI COLUCCI
È arrivato il momento della rivolta. Si apprestano a scendere in piazza i docenti delle scuole italiane. A Salerno c'è fermento, si perderanno centinaia di posti di lavoro. La riforma Moratti prevede tagli sostanziosi di ore di insegnamento, le cattedre si costituiscono con un numero minimo di ore e questa volta sono tanti gli insegnanti che rischiano di rimanere fuori. Intanto, c'è la guerra intestina tra i docenti precari e quelli provenienti dall'università con un "punteggio" che consente loro di scalare le graduatorie.
Rosalba Visone, dirigente sindacale e già segretario della Cisl Scuola della provincia di Salerno, è pessimista. ""Perdente posto" è la formula che fa paura. Con la costituzione delle cattedre a 18 ore, c'è stata gente che ha dovuto ricominciare daccapo, ha dovuto rimettersi in gioco nelle scuole della periferia. E le tre ore in meno previste dalla Moratti creeranno un taglio enorme sull'organico".
Tenta di affrontare la questione non solo sul piano della difesa corporativa dei docenti Gerardo Pirone, responsabile formazione Rsu Uil scuola: "Paura dei tagli? Si fa sempre riferimento agli organici, come se il sindacato appoggi o no la riforma sulla base delle assunzioni e basta. Anche all'epoca dell'introduzione dei tre docenti si disse così: il sindacato è favorevole perché si crea occupazione. La verità è che la riforma non innova niente: si fa già la seconda lingua, si fa già il computer nelle scuole". Pirone fa invece notare che c'è una difficoltà interpretativa rispetto al contratto di lavoro: "Il tutor è ancora qualcosa da riempire: chi è ? Chi lo sceglie? Che deve fare?".
Carmine Gonnella, segretario della Cgil scuola, chiarisce: "La figura del tutor oltre a sferrare un attacco frontale all'autonomia della scuola, introduce differenziazioni tra docenti che hanno le stesse mansioni, con la conseguenza di mortificare la professionalità di migliaia di operatori che si sentiranno complementari rispetto al tutor".
In ogni caso, i problemi di surplus in organico ci saranno. Lo conferma Gonnella: "Le attività complementari previste dalla legge non garantiscono nuove assunzioni di personale. Riducendosi il tempo scuola da 30 a 27 ore, la prima conseguenza deleteria sarà la riduzione dei posti". Uno scenario drammatico, quello indicato da Gonnella: "Nelle Elementari si traduce sopratutto nell'impossibilità di avere nuove immissioni in ruolo. Nelle Medie, oltre al licenziamento sicuro di 2000 supplenti di educazione tecnica in tutt'Italia, nel senso che non saranno più nominati, si prevede la perdita di 17 mila docenti di ruolo. È uno scenario preoccupante se non devastante. Se a questo si aggiunge il taglio delle risorse finanziarie che le singole istituzioni scolastiche stanno subendo, si avrà chiaro il quadro di una scuola pubblica impoverita e destrutturata".
E tra precari e laureati chi la vincerà? Rosalba Visone va al sodo: "Precari e laureati, c'è contrapposizione, ma il diritto acquisito di chi per anni è rimasto nelle graduatorie in attesa di un posto è sacro". "Docenti diplomati e docenti precari: guerra tra i poveri. Ma è una guerra contro la perdita di posti di lavoro", conclude Gonnella.

Lo sciopero nazionale dei docenti, si tiene il 18 a Roma, sarà l'occasione per fare il punto della situazione dal punto di vista delle cattedre. Gli insegnanti nel prossimo anno scolastico si ritroveranno più soli in aula, visto che ci sarà un tutor, un insegnante coordinatore, nelle Elementari e scompariranno i tre docenti; saranno senz'altro più soli anche perchè saranno meno numerosi, in conseguenza del taglio del numero minimo di ore di lezione da 30 a 27. Infine, saranno sempre più ostaggio dei dirigenti scolastici-manager oggi gravati da grandi responsabilità (ancorchè senza un nuovo contratto) e da bilanci da gestire col contagocce.

GIANNI COLUCCI
È arrivato il momento della rivolta. Si apprestano a scendere in piazza i docenti delle scuole italiane. A Salerno c'è fermento, si perderanno centinaia di posti di lavoro. La riforma Moratti prevede tagli sostanziosi di ore di insegnamento, le cattedre si costituiscono con un numero minimo di ore e questa volta sono tanti gli insegnanti che rischiano di rimanere fuori. Intanto, c'è la guerra intestina tra i docenti precari e quelli provenienti dall'università con un "punteggio" che consente loro di scalare le graduatorie.
Rosalba Visone, dirigente sindacale e già segretario della Cisl Scuola della provincia di Salerno, è pessimista. ""Perdente posto" è la formula che fa paura. Con la costituzione delle cattedre a 18 ore, c'è stata gente che ha dovuto ricominciare daccapo, ha dovuto rimettersi in gioco nelle scuole della periferia. E le tre ore in meno previste dalla Moratti creeranno un taglio enorme sull'organico".
Tenta di affrontare la questione non solo sul piano della difesa corporativa dei docenti Gerardo Pirone, responsabile formazione Rsu Uil scuola: "Paura dei tagli? Si fa sempre riferimento agli organici, come se il sindacato appoggi o no la riforma sulla base delle assunzioni e basta. Anche all'epoca dell'introduzione dei tre docenti si disse così: il sindacato è favorevole perché si crea occupazione. La verità è che la riforma non innova niente: si fa già la seconda lingua, si fa già il computer nelle scuole". Pirone fa invece notare che c'è una difficoltà interpretativa rispetto al contratto di lavoro: "Il tutor è ancora qualcosa da riempire: chi è ? Chi lo sceglie? Che deve fare?".
Carmine Gonnella, segretario della Cgil scuola, chiarisce: "La figura del tutor oltre a sferrare un attacco frontale all'autonomia della scuola, introduce differenziazioni tra docenti che hanno le stesse mansioni, con la conseguenza di mortificare la professionalità di migliaia di operatori che si sentiranno complementari rispetto al tutor".
In ogni caso, i problemi di surplus in organico ci saranno. Lo conferma Gonnella: "Le attività complementari previste dalla legge non garantiscono nuove assunzioni di personale. Riducendosi il tempo scuola da 30 a 27 ore, la prima conseguenza deleteria sarà la riduzione dei posti". Uno scenario drammatico, quello indicato da Gonnella: "Nelle Elementari si traduce sopratutto nell'impossibilità di avere nuove immissioni in ruolo. Nelle Medie, oltre al licenziamento sicuro di 2000 supplenti di educazione tecnica in tutt'Italia, nel senso che non saranno più nominati, si prevede la perdita di 17 mila docenti di ruolo. È uno scenario preoccupante se non devastante. Se a questo si aggiunge il taglio delle risorse finanziarie che le singole istituzioni scolastiche stanno subendo, si avrà chiaro il quadro di una scuola pubblica impoverita e destrutturata".
E tra precari e laureati chi la vincerà? Rosalba Visone va al sodo: "Precari e laureati, c'è contrapposizione, ma il diritto acquisito di chi per anni è rimasto nelle graduatorie in attesa di un posto è sacro". "Docenti diplomati e docenti precari: guerra tra i poveri. Ma è una guerra contro la perdita di posti di lavoro", conclude Gonnella.

Lo sciopero nazionale dei docenti, si tiene il 18 a Roma, sarà l'occasione per fare il punto della situazione dal punto di vista delle cattedre. Gli insegnanti nel prossimo anno scolastico si ritroveranno più soli in aula, visto che ci sarà un tutor, un insegnante coordinatore, nelle Elementari e scompariranno i tre docenti; saranno senz'altro più soli anche perchè saranno meno numerosi, in conseguenza del taglio del numero minimo di ore di lezione da 30 a 27. Infine, saranno sempre più ostaggio dei dirigenti scolastici-manager oggi gravati da grandi responsabilità (ancorchè senza un nuovo contratto) e da bilanci da gestire col contagocce.