Mattino: Scuola, l’ultima beffa scompare il tempo pieno
a Napoli solo l’1% delle scuole è a tempo pieno contro l’88% di Milano
ANNA MARIA ASPRONE Scuole aperte di pomeriggio. Un modo, nei quartieri a rischio, per togliere i ragazzi dalla strada e, spesso anche dalle grinfie della criminalità. Lo aveva annunciato il ministro dell’Istruzione Fioroni in occasione dell’insediamento della task force interministeriale. È stato ribadito anche nel piano del ministro degli Interni Amato, tra le misure straordinarie per combattere la microcriminalità. Dunque la scuola come rimedio alla devianza, per formare i giovani nel loro percorso educativo verso la legalità. Poi, arriva la notizia-beffa. A fornirla è un sondaggio di «Tuttoscuola»: a Napoli solo l’1% delle scuole è a tempo pieno contro l’88% di Milano. Secondo i dati emersi, Napoli sarebbe il fanalino di coda del tempo pieno alle Elementari. Nel 2005-2006 a Napoli, le elementari a tempo pieno sono state solo 104 su un totale di 8.627, pari all'1,21%. In costante aumento, invece, il numero delle classi a tempo pieno nel resto d’Italia (a Milano è dell'88,4%). Napoli, invece, addirittura diminuisce: cinque anni fa il numero di classi a tempo pieno era dell’1,37%. Stesso primato negativo anche alle Medie dove, a differenza delle Elementari, è lo Stato a decidere l’attivazione del servizio, senza obbligo per i Comuni di predisporre servizi di mensa e aule o laboratori. «È una triste realtà - spiega l’assessore comunale all’Istruzione Giuseppe Gambale - soprattutto a Napoli dove c’è un grande bisogno di scuole a tempo pieno. Una necessità che si scontra con quello delle risorse economiche necessarie per mantenere aperte le strutture scolastiche. Ne abbiamo parlato di recente con il minsitro Fioroni che, annunciandoci ala sua presenza in città il 28 novembre alla nostra conferenza di servizi che si svolgerà all’Ipia Sannino, ci ha assicurato di aver recuperato circa tre milioni di euro, come interventi aggiuntivi di finanziamento, che serviranno per combattere la dispersione nelle scuole del Sud». «È un dato che non ci meraviglia - dice Luigi Bifulco, segretario della Cisl Scuola di Napoli - da anni abbiamo evidenziato questo problema. È il segno più evidente che qui mancano aule e strutture, mentre abbiamo il più grande esercito di precari. A Napoli gli enti locali vivono l'istruzione come elemento secondario di crescita senza preoccuparsi di impegnare risorse nella finanziaria. Ma è anche il segno che Napoli perde ogni giorno importanti opportunità. Il tempo pieno rappresenterebbe una risposta vera alle emergenze su cui non si interviene in modo organico». Secondo Franco Buccino della Cgil scuola «Se il tempo scuola fosse in relazione alle esigenze degli alunni e del territorio, le scuole di Napoli dovrebbero essere tutte a tempo pieno ma non è così. Questo vuol dire che le nostre scuole hanno meno organico e che i nostri alunni, oltre ad essere deprivati di tempi e opportunità di formazione, costano allo Stato meno di alunni di altre regioni. Se non riequilibriamo questo dato, è inutile spendere soldi per progetti aggiuntivi, o riaprire il pomeriggio con personale esterno. Se si tenessero le scuole aperte, sarebbe perfino inutile dotare le scuole di cancellate, telecamere e sistemi di sicurezza, perché si assaltano le scuole chiuse, non quelle aperte». Intanto è di ieri la protesta delle mamme della Materna Pascoli di Miano che hanno bloccato la strada d’accesso alla scuola per l’interruzione dell’orario prolungato per i 180 bimbi a causa della mancanza di personale. Dopo l’intervento della Municipalità e del Comune da oggi arrivano due unità e riprende sia la refezione che il tempo prolungato.