Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Maturità 2020, allarme presidenti di commissione: non ci sono abbastanza candidati. E i presidi: facciamolo a distanza

Maturità 2020, allarme presidenti di commissione: non ci sono abbastanza candidati. E i presidi: facciamolo a distanza

Il termine per presentare la propria disponibilità è scaduto da una settimana e in almeno sette regioni non ci sono candidati sufficienti per coprire tutte le commissioni

14/05/2020
Decrease text size Increase text size
Corriere della sera

Gianna Fregonara

Strada in salita per la Maturità 2020. Non solo perché ci sono ancora tanti timori che l’andamento dell’epidemia da Covid-19 possa costringere di nuovo a cambiare i programmi e a tornare, in alcune regioni, all’ipotesi dell’esame orale a distanza. Le preoccupazioni sembrano essere così tante, in vista anche delle disposizioni a cui attenersi per rendere le scuole accessibili e sicure in vista dell’esame di Stato, che in almeno sette regioni, non si sono trovati abbastanza candidati a presiedere le commissioni d’esame. Non solo, l’Associazione nazionale presidi ha scritto alla ministra Lucia Azzolina per esprimere forti perplessità sulla scelta di fare la Maturità in classe: «E’ prevedibile che nelle commissioni siano inserite numerose “ persone fragili”», scrive Antonello Giannelli, riferendosi anche all’età dei docenti che potrebbero essere chiamati per la Maturità e che potrebbero avere più di 55 anni, età «che secondo l’Inail sono lavoratori destinatari di particolare attenzione e misure di prevenzione».

Allarme in 7 regioni

Si tratta di presidi o docenti delle superiori di lunga data (almeno 10 anni di servizio) che devono guidare le commissioni (composte da 6 membri interni, cioè professori della classe che sostiene l’esame), in una delle scuole della propria provincia. Ebbene in Toscana, Veneto, Lazio, Marche, Puglia, Friuli Venezia Giulia e Piemonte i dirigenti regionali sono stati costretti a fare un secondo appello per cercare disponibilità tra i colleghi. Il termine per presentare le candidature è scaduto il 6 maggio, ma appena si son fatti i conti si è capito che così non va. Mirella Nappa del Usr Veneto dà tempo fino al 15 maggio e sollecita i dirigenti a farsi avanti. Nelle Marche la situazione è allarmante: mancano almeno 65 presidenti perché per 320 commissioni se ne sono presentati 255. Per questo il dirigente Marco Filisetti è molto chiaro: se non arrivano le candidature entro il 14 maggio, sarà lui a procedere come prevede la legge a scegliere chi nominare, pescando tra presidi e professori delle scuole secondarie come prevede la legge del 2019.

I commissari

Il ruolo di presidente di commissione è ovviamente remunerato, ma quest’anno le incertezze sull’esame, i rischi di difficoltà con le commissioni e con lo svolgimento di questa prova diversa dal solito devono aver scoraggiato i più che forse preferiscono non esporsi a ipotetici rischi di contagio. Al ministero per ora si resta in attesa, ma la preoccupazione è alta. Alla fine i presidenti di commissione si dovranno trovare, ma che cosa succederà con gli insegnanti che magari all’ultimo minuto preferiranno non presentarsi in classe per gli esami? Dovranno portare una giustificazione medica, certamente. Ma nell’ordinanza per la maturità sono già contenute alcune norme per la nomina dei supplenti, da cercare tra gli altri professori della classe, tra gli altri della scuola che insegnino le materie fondamentali. E le difficoltà nel trovare presidenti di commissione non fa ben sperare. Per ora l’allera è alta.


FERMIAMO L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA!

Al via la
campagna referendaria.

APPROFONDISCI