Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Maturità, i dubbi della Consulta «Il curriculum favorisce i ricchi»

Maturità, i dubbi della Consulta «Il curriculum favorisce i ricchi»

La critica del presidente della Corte Costituzionale. Il ministero: no, valorizza tutti

14/05/2021
Decrease text size Increase text size
Corriere della sera

Gianna Fregonara

Diligentemente le segreterie scolastiche, i professori e gli studenti il mese scorso si erano messi al lavoro sulla piattaforma del ministero dell’Istruzione per compilare il nuovo documento che quest’anno accompagnerà l’esame di Maturità e poi anche il diploma. Si chiama, un po’ pomposamente, il «Curriculum dello studente», dieci pagine in tutto, divise in tre parti cariche di tabelle e informazioni «sul percorso scolastico, le certificazioni conseguite e le attività extrascolastiche svolte nel corso degli anni». Una novità prevista dalla riforma della buona scuola del 2015, finora rinviata per motivi tecnici (è stata creata una piattaforma per la raccolta dei dati) che ha già attirato l’attenzione persino del presidente della Corte Costituzionale Giancarlo Coraggio. Ieri, durante la conferenza stampa di presentazione della relazione annuale ha dichiarato che il Curriculum «suscita qualche giusta preoccupazione»: «C’è qualche problema nel rischio di diseguaglianza, di favorire i più ricchi, che possono mandare i figli all’estero. Ma sono sicuro che il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che ho conosciuto personalmente, è consapevole dei problemi e saprà affrontarli», ha aggiunto. Coraggio spiega di non aver ancora studiato bene il caso e ammette che è «difficile pronunciarsi per sentito dire»: «Certo da quel che si dice mi sembra che il problema e qualche giusta preoccupazione ci siano. Ma sono sicuro che se ne terrà conto, sia nel varo definitivo di questo istituto sia nella sua concreta attuazione. È possibile che leggi nascano un po’ storte e poi nella fase attuativa nelle circolari dei regolamenti trovino il loro equilibrio».

Era stato Ernesto Galli della Loggia sul Corriere, riprendendo la protesta di duecento docenti, a porre il tema dei rischi di «una maturità un po’ classista», con il Curriculum che rispecchia «null’altro che la condizione economica della famiglia» dei singoli studenti. Al ministero di Bianchi non la pensano così e cercano di gettare acqua sul fuoco. Il Curriculum è descritto come l’ultima formula — digitale — di una serie di tentativi di valorizzare le attività extrascolastiche degli adolescenti, che vanno dai crediti del ministro Giuseppe Fioroni al Portfolio della riforma Moratti. «Non è vero che le attività extrascolastiche siano per pochi: sono incluse quelle di impegno civile e sociale o di volontariato che non hanno a che fare con la disponibilità economica delle famiglie», ha replicato alle accuse di discriminazione Damiano Previtali, dirigente del ministero che segue l’applicazione del Curriculum. I primi parziali dati mostrano che il 45% degli studenti ha compilato la parte sullo sport e sulle attività lavorative. Solo un terzo ha ottenuto certificazioni, seguono volontariato e attività artistiche.

I presidi

«Perplessità sulla reale utilità dell’allegato al diploma, i prof legati alla logica del voto»

Più che sulla costituzionalità del Curriculum presidi e insegnanti si interrogano sulla sua reale utilità. Potrà essere usato in sede d’esame per valorizzare — non valutare — il profilo dello studente. «Contiene dati utili anche ai fini dell’orientamento e dell’accesso al mondo del lavoro», si legge nella presentazione del ministero. «Non credo che servirà a molto — replica Mario Rusconi, capo dei presidi del Lazio —: i professori restano legati alla logica del voto e le università continueranno con i test di ammissione». Senza contare che quest’anno le commissioni d’esame sono composte dai professori della classe che conoscono i loro studenti e probabilmente non sfoglieranno il Curriculum.