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«Maturità, il mio 100 vale zero» E sui test scattano i ricorsi

Alla Consulta c'è già un giudizio sulla legittimità del numero chiuso

05/09/2013
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Il Mattino

Marco Esposito

«Anni di studio buttati al vento. Il mio cento, per la scuola italiana, non vale nulla». Giorgia Schiavone, 18 anni, si è diplomata al liceo classico Benedetto Marzolla di Brindisi però, nonostante il suo brillante 100, non avrà alcun punto di bonus maturità. Ieri Giorgia ha affrontato i test di ingresso alla facoltà di Ostestricia presso l'università di Milano. Oggi ad attenderla c'è la prova di accesso al corso di laurea in Biotecnologie, mentre i19 settembre sarà la volta di Medicina, insieme ad altri 84.164 diplomati per 10.157 posti. E così, nelle graduatorie nazionali, la Schiavone avendo diversi compagni di classe con 100 e lode sarà scavalcata da chi in altri istituti ha ottenuto voti di maturità più bassi, come 98, 90, e persino 80. Con il sistema di bonus maturità in vigore, infatti, si creano forti distorsioni e illogicità al punto che già si annunciano numerosi ricorsi. Infatti sono tantissimi gli studenti, soprattutto del classico, che hanno ottenuto voti eccellenti ma saranno esclusi dal bonus, partendo con l'handicap nei confronti di chi ha ottenuto un voto magari più basso ma in un istituto tecnico o professionale. A elaborare i dati a livello nazionale è stato un ragazzo di Milano, Pietro De Nicoleo, di 20 anni, studente di ingegneria informatica al Politecnico e redattore del sito www.roars.it. «Non è stato facile mettere insieme i dati dà sito del ministero dell'Istruzione raccon-  ta ma una volta fatto i numeri parlano da soli». La probabilità di accedere à bonus con un 90 è del 96% in un istituto professionale e solo del 42% in un liceo classico. E ancora: è più probabile ottenere il bonus con un 82 al professionale che con un 94 à classico. Stranezze di un sistema nato pasticciato, con una norma varata nel 2008 e riscritta a più riprese fmo alla versione firmata lo scorso giugno dal ministro Maria Chiara Carrozza. Norma contro la quale sta per abbattersi una raffica di ricorsi. Il Codacons ha preparato dei volantini-manifesto («Sogni di diventare medico? Sei costretto a giocarti il futuro in soli 90 minuti a causa dei test di ammissione universitari») che attaccano l'intero meccanismo del numero chiuso. Più articolata la posizione dell'Udu, Unione degli universitari, che ha già all'attivo un ricorso contro le graduatorie regionali dello scorso anno: il prossimo 19 novembre sarà discusso in Corte costituzionale. Michele Bonetti, l'avvocato dell'Udu, non scopre le carte. Ma fa capire che il punto di forza del suo ricorso è la non corrispondenza tra il bonus maturità della Carrozza e il testo della legge varata da Fioroni. Nella legge il bonus doveva basarsi non solo sull'esito della maturità ma sui voti conseguiti nell'ultimo triennio e sui voti specifici nelle materia d'esame affini ai corsi universitari per i quali si fa il test. «Sono certo che bucheremo la graduatoria unica dice Bonetti e a quel punto sarà preferibile far iscrivere tutti, senza più il numero chiuso». Secondo Bonetti, inoltre, sono fortissimi gli argomenti contro il vincolo del 20%. «E come se si dicesse che chi ha preso 110 alla Bocconi non può iscriversi a un master perché altri hanno preso 110 e lode». Intanto il ministro Carrozza con un tweet sottolinea che al classico ci sono molte meno bocciature che à professionale. «Ho davanti a me i dati sulle bocciature: all'istituto professionale sono il 16,4 % e à liceo classico i13,6% dati 2012/13». In tema bocciature la Carrozza ha aperto con una intervista al Mattino un dibattito, ripreso ieri anche dal Corriere della Sera, sostenendo che la bocciatura deve essere una «scelta estrema». In effetti al professionale molte bocciature sono legate all'abbandono degli studi, tema serissimo per la scuola italiana. Ma i numeri citati dal ministro confermano che proprio gli studenti che mettono maggiore impegno, come al classico, finiscano con l'essere danneggiati dà meccanismo dei percentili, ovvero dalla regola che si è bravi solo se 1'80% è meno bravo dite. Un concetto che Giorgia Schiavone non può proprio accettare: «Non c'è guerra tra noi studenti, è il sistema a essere iniquo. È un grande errore valutare il voto di maturità nelle prove di ammissione all'università o in un concorso pubblico perché il metodo non garantisce affatto una valutazione oggettiva». Ma lei ci proverà lo stesso: «Non so come andrà, i test di ingresso sono una roulette russa. Sogno sempre di diventare un bravo medico, teniamo le dita incrociate».

(ha collaborato Maria Chiara Criscuolo)