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Meno tasse e più borse di studio contro la perdita di matricole

Le misure per l'università nel dl rilancio. i rettori: riaccendere i motori degli atenei. Udu: non basta

19/05/2020
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ItaliaOggi

Emanuela Micucci

Meno tasse, più borse di studio. Questa la cura prescritta dal ministro dell'università e della ricerca Gaetano Manfredi nel decreto Rilancio. Per evitare che gli effetti economici causati dall'emergenza covid19 si traducano in un crollo di iscritti all'università, come già accaduto durante la crisi economica del 2008. «Il rischio di un calo delle immatricolazioni», sottolinea da settimane Manfredi, «sarebbe un pessimo segnale per la ripartenza del Paese». Brucia, infatti, negli atenei italiani il ricordo di quello che accade nel 2008, quando le iscrizioni alle università crollarono di ben il 20%. E solo questo anno si era riusciti a tornare a livelli pre-crisi. Uno scenario da scongiurare ora che l'emergenza sanitaria colpisce dura l'economia. Tanto più che l'Italia è già fanalino di coda In Europa per numero di laureati. «Già dal prossimo anno accademico», confermano gli studenti di Link coordinamento universitario, «decine di migliaia di noi saranno costretti ad abbandonare gli studi». Per questo motivo nel Dl Rilancio si sono introdotte misure di sostengo economico per gli studenti. Non solo quelli provenienti da famiglie meno abbienti, ma anche quelli in condizioni economiche maggiori che hanno subito danni chiari e certificabili in questo periodo. «Cercheremo misure specifiche, direi quasi individuali», insiste il ministro, proponendo, tra l'altro, di alzare la soglia dei redditi bassi, oggi fissata a 13 mila euro. «Entro i 30 mila euro ci sono abbattimenti delle tasse, lavoreremo per farli crescere».

Intanto, nel Dl Rilancio è incrementato di 165 milioni di euro il Fondo per il finanziamento ordinario delle università (Ffo) per il solo 2020 con l'obiettivo, si legge nella relazione illustrativa del decreto, «di consentire di individuare ulteriori casi di esonero o riduzione del contributo onnicomprensivo annuale a carico degli studenti». Un intervento con cui il governo intende liberare risorse all'interno dei bilanci degli atenei, che attualmente sono aggravate dalla copertura, per di più insufficiente, di quota parte della cosiddetta no tax area all'attuale platea. Così da favorire l'estensione delle provvidenze al maggior numero di studenti, viste le difficoltà connesse alla crisi economica in corso. Per lo stesso motivo e con lo stesso scopo, è incrementato di 8 milioni di euro il fondo per il funzionamento amministrativo e per le attività didattiche dell'Afam.

Meno tasse, dunque. Ma anche più borse di studio. Il Dl Rilancio, infatti, aumenta di 40 milioni di euro il Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio. Così da promuovere il diritto allo studio universitario degli studenti capaci e meritevoli. Soprattutto per incrementare il gap attuale tra il numero di studenti idonei ai benefici e gli effettivi percettori delle borse di studio: «un 'ingiustizia che nell'attuale stato di crisi risulterebbe particolarmente inopportuna», si precisa nella relazione al decreto. Infine, si sostengono, «fino alla concorrenza dei fondi disponibili», ulteriori interventi promossi dalle regioni per tutti gli studenti che, a causa dell'emergenza coronavirus, risultino esclusi dalle graduatorie per non aver potuto conseguire in tempo utile i requisiti legati al merito.

Soddisfatti gli atenei. «Un calo di iscritti non è solo un danno al sistema universitario, ma una rinuncia al futuro», sottolinea la Crui (Conferenza dei rettori italiani). «Gli investimenti in questione», commenta il presidente Ferruccio Resta, «non tamponano, ma rilanciano. È questa la questione cruciale». «Ora è compito delle università raccogliere con responsabilità questo impegno, puntando su scelte coraggiose all'insegna della qualità della formazione, della ricerca e dell'innovazione». Mentre il rettore di Tor Vergata a Roma Orazio Schillaci parla di «bazooka per il presente e il futuro del Paese, un investimento che riaccende i motori della crescita culturale e scientifica degli atenei italiani»: «è l'investimento più forte, tra i Paesi europei». «Ci consentirà di mettere in campo misure a sostegno del diritto allo studio che saranno una risposta concreta per contrastare il paventato calo di iscrizioni», aggiunge Francesco Ubertini, rettore dell'Alma Mater di Bologna. Tuttavia, per gli studenti dell'Udu occorre più coraggio per la no tax area e sulle borse di studio «è necessario affermare che dall'anno prossimo non esisteranno mai più nel nostro Paese gli idonei non beneficiari».


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