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Messaggero-13 gennaio-Visco:"I debiti della scuola? Non è colpa dell'Ulivo"

Intervista all'ex ministro delle Finanze: "Se la prendono con i precedenti governi, ma il dissesto lo hanno provocato loro" "I debiti della scuola? Non è colpa dell'Ulivo" Visco: strumentali le acc...

17/03/2004
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Il Messaggero

Intervista all'ex ministro delle Finanze: "Se la prendono con i precedenti governi, ma il dissesto lo hanno provocato loro"
"I debiti della scuola? Non è colpa dell'Ulivo"
Visco: strumentali le accuse della Moratti, la legge Berlinguer aveva copertura finanziaria
di ANNA MARIA SERSALE

Il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti nell'ultimo "Porta a Porta" ha accusato i precedenti governi di avere "indebitato" la scuola. Ha anche raccontato di essere stata insonne per mesi, preoccupata del "buco" di migliaia di miliardi che si è trovata a colmare. Ha infine detto di avere ereditato dall'Ulivo "leggi prive di copertura finanziaria". Il ministro era in studio con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Entrambi hanno sostenuto che la scuola "peggio di così non può andare", mentre gli insegnanti corrono verso lo sciopero generale per protestare contro la riforma.
La Casa delle Libertà difende la riforma Moratti e sostiene che i guasti sono colpa dei governanti che li hanno preceduti a Palazzo Chigi. Per dare una risposta alle accuse abbiamo intervistato un ex ministro ulivista: Vincenzo Visco, 62 anni, responsabile delle Finanze dei governi Prodi, D'Alema 1 e D'Alema 2, poi ministro del Tesoro e della programmazione economica con il governo Amato, che ha chiuso la scorsa legislatura. Visco, che cosa risponde a Berlusconi e alla Moratti?
"Non è affatto vero che le nostre leggi fossero prive di copertura finanziaria. Affermano il falso. Quando è stata varata la legge di riordino dei cicli fatta da Luigi Berlinguer i fondi c'erano, eccome". Però la Moratti vi accusa di avere lasciato a viale Trastevere un "buco" spaventoso "Dichiarazioni strumentali, del tutto infondate. La scuola non aveva particolari problemi, c'erano delle tensioni legate al precariato, ma erano state in gran parte risolte con le assunzioni (poi attuate dalla Moratti, ad agosto del 2001, ndr). Piuttosto l'attuale governo pensi al dissesto dei conti pubblici, iniziato con il programma dei cento giorni della prima Finanziaria di Berlusconi".
A quali errori fa riferimento? "Alla sovrastima fatta dal premier della crescita del Pil e delle entrate, ai calcoli sull'idea che ci sarebbe stata la ripresa economica che non c'è stata. Previsioni sbagliate da cui sono derivati errori di governo".
Eppoi?
"Le entrate dello Stato sono state spese tutte, loro sì che hanno creato un buco spaventoso nella finanza pubblica. Se ne sono accorti a luglio del 2002 e si sono dati da fare per colmarlo".
Il dissesto riguarda anche la scuola?
"Il dissesto è complessivo, dentro c'è anche la scuola, certo, ma tutto è cominciato con la politica economica della Casa delle libertà, che promette di ridurre le tasse, e invece le aumenta".
Può fare qualche esempio?
"Le tasse sulle imprese, che hanno dato un gettito di 5 miliardi di euro. Ma il buco resta. E non accusino chi li ha preceduti, le nostre Finanziarie sono state molto rigorose e soprattutto non ci siamo mai sognati di fare leggi che non potessero contare su stanziamenti almeno sufficienti".
Lei parla di errori, oltre alla scuola ci sono altri comparti in sofferenza?
"Come no, vogliamo parlare di debiti? Il caso della sanità è clamoroso. Sono stati bloccati i trasferimenti di denaro alle Regioni e queste si sono indebitate. Ormai pagano a 400 giorni, quando ce la fanno. Così servizi e forniture costano allo Stato più cari, perché ci sono gli interessi. I condoni, aspettando la ripresa economica, non servono. Uno degli errori di Berlusconi è di avere fatto conto su previsioni sbagliate".
Il ministro Moratti dice avere avuto notti insonni pensando ai conti della scuola. Avrà avuto le sue ragioni, o no?
"Tremonti per primo l'ha accusata di avere i conti in rosso. E non risulta che abbia dato la colpa all'Ulivo. La verità è che ora attaccano sulla scuola, perché sono in difficoltà e devono fronteggiare gli insegnanti che si sono mobilitati. Ma le bugie hanno le gambe corte".
Possibile che i conti dell'Ulivo fossero così a posto? "Quando noi andammo al governo nel '96 trovammo un disavanzo pari al 5% del Pil, ma facemmo una politica rigorosa che rispettando i parametri di Maastricht ci ha portato nell'Europa dell'euro. Il disavanzo era sceso tra il 2,7 e il 3%".

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