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Messaggero: Allarme per i precari della scuola: sindacati in trincea

A rischio più di 100 mila supplenti. Epifani: «La previdenza? Il governo trovi una posizione unitaria»

22/11/2006
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Il Messaggero

di PIETRO PIOVANI

ROMA Qualcuno ce l’ha con i precari della scuola, ma non si è capito chi. A parole sembrano tutti d’accordo: le graduatorie degli insegnanti in attesa di un posto fisso non vanno azzerate. L’hanno detto il governo, i partiti di maggioranza, i parlamentari. Eppure nel testo della Finanziaria continua ad esserci scritto l’esatto contrario. Per cui, se la legge restasse quella approvata domenica dalla Camera, un numero imprecisato di docenti precari fra tre anni resterebbe senza lavoro e senza prospettive.
Intendiamoci, la norma in questione prevede innanzitutto una grande sanatoria per tanti professori senza posto fisso. Ben 150 mila persone saranno assunte di ruolo nell’arco di tre anni. Il problema è che circa altrettante persone potrebbero restare fuori, non solo senza assunzione ma anche senza più supplenze.
I precari della scuola sono iscritti in apposite liste: le “graduatorie permanenti”. Comprendono tutti coloro che non hanno vinto il concorso ma sono risultati comunque “idonei”. Come sempre accade nella pubblica amministrazione, gli idonei restano in lista d’attesa. A questa lista le scuole attingono quando c’è bisogno di un supplente. E quando si fanno assunzioni di ruolo, una parte dei posti va riservato ai precari.
Ora il comma 265 della Finanziaria prevede che nel 2010 vengano azzerate le graduatorie permanenti. Quindi chi non riuscirà a entrare entro il 2009 si troverà definitivamete a spasso. Nessuno sa dire con precisione quanti siano gli iscritti nelle graduatorie. Le liste comprendono più di 400 mila nomi, ma una parte di questi in realtà è già stata assunta oppure ha trovato un altro lavoro. Si stima che le graduatorie “pulite” possano contenere almeno 300 mila insegnanti.
Durante i lavori alla Camera sembrava scontato che la cancellazione delle graduatorie sarebbe stata cancellata, tanto più che quella norma non porta nessun risparmio di spesa. Anche il governo aveva dato parere favorevole. E invece alla fine nel testo è rimasto l’azzeramento delle liste nel 2010. Una dimenticanza? Forse. Ma nel frattempo i sindacati sono pronti a farsi sentire. Enrico Panini della Cgil parla di «una grande manifestazione nazionale». Anche il segretario Guglielmo Epifani chiede di cambiare, e molti partiti dell’Unione sono pronti a sostenere la richiesta.
Il numero uno della Cgil ieri ha parlato anche dell’imminente trattativa sulle pensioni. «Noi siamo pronti a onorare gli impegni» ha detto Epifani, aggiungendo: «Spero che sia il governo ad avere un’opinione comune».