Messaggero: Gelmini: «Università, riforma con i soldi dello scudo fiscale»
Il ministro: «Impossibile stabilizzare 150mila precari»
ROMA - La riforma universitaria è in arrivo, come ha promesso Berlusconi. Tra la fine di ottobre e gli inizi di novembre sarà presentato il progetto del ministro dell’Istruzione per risanare e rilanciare gli atenei. Le risorse non sono un problema. Con i soldi recuperati con lo scudo fiscale, ha annunciato Mariastella Gelmini, verrà attuata la riforma dell’università. «Stiamo puntando su questa - ha spiegato il ministro - perché alla crisi si risponde non solo immettendo più risorse in un sistema che è guasto ma intervenendo sui problemi nevralgici». Secondo la Gelmini tra la fine di ottobre e i primi di novembre sarà possibile presentare la riforma dell’università che «vuole puntare sul ricambio generazionale, sull’apertura ai giovani, sull’efficienza, sulla meritocrazia e su un utilizzo oculato delle risorse».
Il ministro ha quindi difeso il Governo per quanto riguarda le scelte fatte in Finanziaria: «Non si può contestare alla Finanziaria del Governo la mancanza di risorse. Dobbiamo analizzare la situazione con onestà intellettuale guardando al bilancio delle università dove ci sono molti sprechi».
Intervenendo alla festa del Pdl a Milano, Mariastella Gelmini ha ribadito la necessità di introdurre il tetto del 30% di studenti stranieri nelle classi per favorire l’integrazione. «Puntiamo - sostiene - a porre un limite. Stiamo definendo i contenuti di una circolare che distribuiremo nelle scuole e che entrerà in vigore dal prossimo anno. Punta proprio a favorire l’integrazione nella scuola. L’esperienza ci dimostra che soprattutto nelle grandi città e nelle periferie ci sono scuole con classi a stragrande maggioranza di studenti stranieri. Quelle sono classi ghetto perché non ci sono le condizioni per l’integrazione».
La Gelmini ha quindi ricordato l’intervento di qualche giorno fa del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «È stato un intervento molto saggio ed equilibrato. Bisogna puntare sull’eccellenza e non rassegnarsi ad una scuola mediocre quindi dobbiamo elevare gli standard qualitativi medi».
Riguardo ai precari, il ministro ha precisato: «Non posso permettermi di stabilizzare 150.000 persone. Così si fa fallire la scuola». Mariastella Gelmini ha così risposto all’intervento di un’insegnate di storia, l’anno scorso era stata chiamata il 1 settembre, quest’anno è ancora senza lavoro, «vedo allontanarsi sempre di più la possibilità di una stabilizzazione quindi di un lavoro».
E poi qualche parola sul richiamo rivolto da Maroni ai magistrati, ”colpevoli” in alcuni casi di non applicare le norme sul reato di clandestinità: «Non è ammesso che ci siano insegnanti e dirigenti che non applicano i provvedimenti nelle scuole e allo stesso modo i magistrati per quanto riguarda l’immigrazione clandestina. È un malcostume circoscritto che però va stigmatizzato».