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Messaggero-"Graduatorie rinviate al 20 agosto".

"Graduatorie rinviate al 20 agosto". Scuola, il governo proroga i termini: va modificato il decreto. di ANNA MARIA SERSALE ROMA - Gli insegnanti che aspettavano il 31 luglio per sapere se verrann...

22/07/2004
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Il Messaggero

"Graduatorie rinviate al 20 agosto".
Scuola, il governo proroga i termini: va modificato il decreto.
di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - Gli insegnanti che aspettavano il 31 luglio per sapere se verranno chiamati dovranno attendere il 20 agosto. Lo slittamento delle graduatorie è necessario, ma forse insufficiente, dal momento che il decreto sui criteri per il nuovo anno scolastico dopo le proteste dei precari e dei sindacati dovrà essere corretto. Però il Parlamento è impegnato nella manovra finanziaria e i tempi appaiono abbastanza incerti. Ce la faranno le direzioni regionali a compilare le graduatorie in tempo? "Ci dobbiamo aspettare molti ritardi - sostengono i sindacati - che si tradurranno in cattedre vuote". Ma chi ha deciso lo slittamento? L'iniziativa è del governo, che non ha potuto evitare di rimandare in Parlamento il decreto Moratti dopo le accuse di "iniquità" a causa del "doppio punteggio".
Le nomine dei docenti, dunque, restano ferme finché la Camera non darà il via libera alle modifiche, che viaggiano all'interno del decreto "omnibus" sulla pubblica amministrazione e che dovrebbero annullare gli "errori" commessi con un altro decreto, che nella fase di conversione in legge, in giugno, ha introdotto il criterio del doppio punteggio per il servizio nelle scuole di montagna e la possibilità di sommare i punti maturati insegnando discipline diverse (facendo valere graduatorie appartenenti a più classi di concorso).
Sul tavolo della discussione non c'è solo la legge per le nomine del 2004-2005. Sulle graduatorie, infatti, si gioca una doppia partita con due distinti decreti: 1) quello per le immissioni in ruolo del prossimo anno scolastico; 2) quello per la riforma radicale del reclutamento, che doveva andare in Consiglio dei ministri questa settimana, ma che slitterà. Andiamo con ordine e vediamo quali effetti i due decreti potrebbero produrre. Partiamo dal primo. Le direzioni regionali dovrebbero compilare le graduatorie con le regole contenute nel decreto legge approvato in aprile e convertito in legge in giugno. Ma sono ferme, in attesa delle modifiche. Il Messaggero , il 5 luglio scorso , ha anticipato quali sono: "Verrà abolito il valore retroattivo del doppio punteggio per chi ha insegnato nelle scuole di montagna e tale beneficio verrà circoscritto al solo anno appena concluso, ovvero il 2003-2004. Inoltre, la somma dei punti maturati su più graduatorie verrà circoscritta. Ne potranno beneficiare solo gli insegnanti non di ruolo, appartenenti alla terza fascia". Per rendere operative tali modifiche e mettere così in moto la macchina delle graduatorie 2004-2005 manca l'approvazione della Camera. Il sì è sicuro e anche l'Ulivo è d'accordo. Forse i diessini chiederanno l'abrogazione del doppio punteggio (in Senato l'avevano appoggiata).
Secondo decreto: "Non andrà in Consiglio dei ministri in questi giorni", afferma Giuseppe Valditara, senatore di An, che si è rivolto a Fini per fare stop al provvedimento. Alleanza nazionale non ama la chiamata diretta delle scuole e vuole un "approfondimento", sapendo che salterebbero garanzie alle quali non si può rinunciare. La Moratti ha risposto che la prossima settimana se ne potrà discutere in un vertice di maggioranza. Intanto, contro il testo annunciato ieri, si sono scatenati i sindacati e i precari, questi ultimi faranno un sit-in oggi davanti a Montecitorio, dalle 11 alle 16. Tale decreto nasce come decreto attuativo della riforma Moratti (legge 53 del 2003) e rivoluziona la formazione e il reclutamento dei docenti, prevedendo la soppressione delle graduatorie (quelle esistenti andranno ad esaurimento). Sintetizzando, chi aspira alla docenza dovrà frequentare corsi universitari di specializzazione, che avranno posti limitati. Inoltre, ci sarà la chiamata diretta delle scuole e tre anni di praticantato. I sindacati sparano a zero. Per la Uil sono "prove tecniche di devolution", per la Cgil "viola la Costituzione", per la Gilda "è un progetto da rivedere".