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Messaggero-Guerra di cifre sulle adesioni alla protesta. Pezzotta: "Lo Stato non ha i soldi? Allora siamo al disastro"

Guerra di cifre sulle adesioni alla protesta. Pezzotta: "Lo Stato non ha i soldi? Allora siamo al disastro" "In 200 mila in piazza per i contratti" Lo sciopero dei dipendenti pubblici. Ma Palazzo Chig...

20/03/2005
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Il Messaggero

Guerra di cifre sulle adesioni alla protesta. Pezzotta: "Lo Stato non ha i soldi? Allora siamo al disastro" "In 200 mila in piazza per i contratti" Lo sciopero dei dipendenti pubblici. Ma Palazzo Chigi conferma: aumenti del 4,3%
di PIETRO PIOVANI

ROMA "Siamo oltre 200 mila", annunciano Cgil Cisl e Uil mentre sfila il corteo per le strade della capitale. Come al solito, accertare il numero di partecipanti alle manifestazioni è pressoché impossibile, ma di sicuro si è vista un sacco di gente ieri a Piazza San Giovanni. Migliaia e migliaia di dipendenti pubblici giunti da tutta italia per reclamare gli aumenti di stipendi che aspettano da quasi un anno e mezzo. Alcuni addirittura da quattro anni, come ha ricordato il segretario della Cgil Guglielmo Epifani: medici, veterinari, lavoratori della ricerca. Oltre alle bandiere, il segno della manifestazione sono stati migliaia di palloncini rossi, verdi e blu. E gli slogan più o meno naif tipo: "Aumenta la carne, aumenta la benzina, governo Berlusconi sei la nostra rovina".
Iniziative di protesta si segnalano anche in altre città. Per esempio a Brescia, in piazza della Loggia: un filo teso fra due lampioni, decine di mutande appese e il cartello "Così rimangono i dipendenti pubblici".
Luigi Angeletti, segretario della Uil, ironizza sulla campagna elettorale di Berlusconi: "Il solo miracolo italiano è arrivare alla fine del mese". E il segretario della Cisl Savino Pezzotta contesta gli argomenti del governo: il ministro dell'Economia dice che non ci sono soldi per dare gli aumenti ai dipendenti? "Se non ci sono soldi, allora siamo al disastro".Al corteo si sono uniti anche molti politici del centrosinistra. Come Piero Marrazzo, il candidato dell'Unione alla presidenza della Regione Lazio. O come l'ex ministro della Funzione pubblica Franco Bassanini: "Ricordo che le retribuzioni dei dipendenti pubblici, tutti insieme, valgono in Italia meno dell'11% del pil, quasi quattro punti in meno della Francia, e ben al di sotto della media europea". Presente anche Walter Veltroni, che ieri doveva preoccuparsi anche delle conseguenze per il traffico: oltre a questa manifestazione c'è stata pure quella dei Cobas scuola e quella degli studenti di liceo, e a fra i lavoratori in sciopero c'erano pure i vigili urbani. "Con la compostezza, la serenità e la determinazione di sempre ha commentato il sindaco di Roma i lavoratori pongono un problema di adeguamento dei loro salari al costo della vita. Si tratta di un problema reale, del primo problema di questo paese".
Se è difficile dire quanti manifestanti sono scesi in piazza, praticamente impossibile è appurare quanti sono i dipendenti pubblici che hanno effettivamente scioperato. Il ministero della Funzione pubblica ha diffuso numeri particolarmente bassi (appena il 18% di adesioni in media). Per i sindacati invece hanno scioperato oltre l'80% dei lavoratori. "Un grande sondaggio per noi" dice Epifani.
A parte le arrabbiature degli automobilisti romani, lo sciopero ha inevitabilmente causato disagi agli utenti dei servizi pubblici. Nella sanità sono state garantite le emergenze e i pronti soccorsi, ma molte visite amburatoriali e prestazioni non urgenti sono state rinviate. Code agli sportelli degli uffici pubblici.
Quanto al rinnovo dei contratti, le posizioni al momento rimangono immutate. Il ministro Baccini conferma la sua "disponibilità" a trattare e il suo collega Maroni ribadisce che le richieste dei sindacati sono "insostenibili". Il governo quindi conferma l'offerta di un aumento del 4,3% che sullo stipendio medio corrispondono a 85 euro lordi (o 95 euro, a seconda di come si calcolano le medie). I sindacati chiedono quasi il doppio.


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