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Messaggero-Il sindacato in rivolta: smantellata ogni forma di garanzia

Il sindacato in rivolta: smantellata ogni forma di garanzia Dalla Cisl ai Cobas, unanime il dissenso: "Modificati i connotati dell'accesso al lavoro pubblico" ROMA - Sindacati in rivol...

21/07/2004
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Il Messaggero

Il sindacato in rivolta: smantellata ogni forma di garanzia
Dalla Cisl ai Cobas, unanime il dissenso: "Modificati i connotati dell'accesso al lavoro pubblico"
ROMA - Sindacati in rivolta. Dalla Cisl ai Cobas c'è una generale sollevazione contro il decreto del ministro che "passa sulle teste dei professori". "Non era questo il provvedimento che aspettavamo - dicono - Così non si fa che aggiungere confusione, introducendo regole che smantellano ogni forma di garanzia". Il decreto delegato sulla formazione dei docenti "fa una sostanziosa opera di demolizione dello stato di diritto", sostiene la Cgil. "Il decreto - sostiene il sindacato - modifica i connotati costituzionali che definiscono l'accesso al lavoro pubblico, introducendo la chiamata diretta degli insegnanti". Sotto accusa il nuovo modello: "Il Centro dei servizi distribuisce gli aspiranti prof nella scuola - sostiene la Cgil - secondo modalità incontrollabili, poi il giudizio del preside, del tutor e del comitato di valutazione avallano l'assunzione. Durante il praticantato, poi, gli aspiranti insegnanti avrebbero un contratto diverso da quello di tutti gli altri docenti, un contratto di formazione lavoro, ma avrebbero responsabilità d'insegnamento. Fra l'altro, per gli attuali precari si riducono le possibilità reali di lavorare. Molti sarebbero di fatto espulsi dal sistema scuola".
Secondo la Cgil il decreto che andrà presto in Consiglio dei ministri "passa molto della filosofia morattiana". "Perchè? La formazione dei docenti - sostiene ancora il sindacato - sarebbe sostanzialmente di tipo disciplinare, con un rapporto gerarchico tra insegnanti, cosa del tutto estranea alla scuola e al principio di collegialità. Inaccettabile il rapporto gerarchico con l'università e i docenti supervisori. Inoltre l'80% dei contenuti della formazione verrebbero decisi dal ministro e le materie di contrattazione del tutto ignorate".
La bozza di decreto deve ancora essere approvata dal Consiglio dei ministri e poi dovrà fare tutto il percorso di consultazione presso le commissioni cultura di Camera e Senato e presso la Conferenza Stato regioni. Oggi verrà data un'informativa ai sindacati. "Ma - fa notare la Cgil - nessun tavolo politico è stato attivato".
Intanto, piovono critiche dai Comuni. L'Anci ritiene "assolutamente inaccettabile" che dopo 15 mesi dalla approvazione della riforma Moratti "ancora si continui a discutere di modifiche legislative che toccano le condizioni di accesso all'istruzione di milioni di bambini e ragazzi, senza che si sia posto mano alla verifica del piano finanziario di individuazione e di assegnazione delle risorse, alle diverse tipologie di scuola". Il piano finanziario, sottolinea l'Anci in una nota, doveva essere presentato, previo raggiungimento della intesa in Conferenza unificata, immediatamente dopo l'approvazione della legge 53/2003 e precisamente entro 90 giorni dal 17 aprile 2003, data di entrata in vigore della riforma. "La legge - prosegue l'Anci - aveva previsto, correttamente, di cominciare da lì perche solo il piano finanziario consente di programmare in via generale i contenuti delle attività e la finalizzazione delle risorse, che poi potranno trovare attuazione nei conseguenti decreti. Invece, avviene tutto alla rovescia".
A. Ser.